AGI - La hall della stazione di Cracovia si presenta come un grande accampamento, dove centinaia di persone sono in attesa dei permessi e di passaggi verso luoghi più accoglienti. Gente di ogni età, con uno o due bagagli al seguito, trasportini, passeggini, cani e gatti salvati dalle bombe che qualcuno culla come fossero bambini e poi i bambini quelli veri che nei corridoi della stazione provano a portare un po' di normalità giocando con i telefonini, con la palla che rotola tra i piedi degli adulti e dei volontari delle decine di ONG presenti. Nei volti delle persone non c'è disperazione per essersi trovati all'improvviso senza niente, ma sono volti dell'attesa, sospesi tra un prima che forse non tornerà e un dopo ancora tutto da scrivere.
Semplicemente attendono, sanno che c'è una rete che si è attivata ed è tangibile, vedendo i volontari in continuo movimento, pronti a rispondere a qualunque richiesta. Scout, Caritas, Croce Rossa, Cavalieri dell'ordine di Malta, ma anche persone semplici che indossano il fratino giallo e danno una mano. Ogni minuto decine di volontari passano tra gli sfollati portando panini, prodotti per la toilette e c'è persino un punto di approvvigionamento per il cibo degli animali domestici.
Tra i volontari c'è anche il presidente della ong spagnola Mumbai Smiles, Jaume Sanllorente Trepat, che in Italia ha pubblicato un libro con Rizzoli "I sorrisi di Bombay". È qui da una settimana, ma non sa fino a quando rimarrà. Il suo compito è quello di portare gli ucraini che vogliono a Barcellona e racconta "Il comune di Cracovia si sta mobilitando tantissimo ma non è sufficiente, stanno arrivando migliaia di rifugiati ogni giorno" e "l'altro giorno una donna ha partorito in stazione. Però è importante che le persone sappiano che trovano un posto e non finiscono per la strada. In questo momento dobbiamo tenere gli occhi aperti sui bambini, si stanno avvicinando reti criminali e rischiano di essere rapiti".