Gli Stati Uniti hanno chiuso il Consolato Generale a Chengdu, nel sud-ovest della Cina, dopo l'ordine ricevuto da Pechino venerdì scorso, in ritorsione per la chiusura del consolato cinese a Houston, in Texas, su timori di spionaggio.
Gli Stati Uniti hanno chiuso il Consolato Generale a Chengdu, nel sud-ovest della Cina, dopo l'ordine ricevuto da Pechino venerdì scorso, in ritorsione per la chiusura del consolato cinese a Houston, in Texas, su timori di spionaggio.
La chiusura della sede diplomatica Usa è avvenuta alle 10 del mattino di lunedì, le 4 ora italiana, a 72 ore esatte dalla notifica di cessazione di tutte le attività e degli eventi inviata dal Ministero degli Esteri cinese all'Ambasciata statunitense. Le autorità cinesi hanno preso possesso dell'edificio entrando dall'ingresso principale, ha confermato la diplomazia di Pechino. Già dalla mattina l'area è stata sottoposta a restrizioni di accesso e circondata dalle forze dell'ordine.
La bandiera degli Stati Uniti è stata ammainata alle 6.18, poco dopo la mezzanotte italiana, dopo che nel fine settimana erano cominciati i lavori di rimozione delle insegne e di svuotamento degli uffici. Molti cittadini cinesi negli ultimi giorni si sono fatti fotografare o hanno posato per farsi un selfie di fronte all'edificio sventolando la bandiera cinese.
La chiusura del consolato Usa a Chengdu segna l'ultimo capitolo di un rapido deterioramento delle relazioni tra Cina e Stati Uniti, di cui Pechino incolpa interamente Washington, e che si aggiunge a molti altri terreni di scontro, dai diritti umani alla tecnologia, fino alle questioni di Hong Kong, Taiwan e del Mare Cinese Meridionale.
L'antagonismo sempre più aperto tra i due Paesi prende di mira direttamente anche lo stesso Partito Comunista Cinese, come emerso da un recente discorso del segretario di Stato Usa Mike Pompeo: Pechino denuncia il comportamento di Washington come un tentativo di riprendere in chiave anti-cinese la "caccia alla streghe" degli anni Cinquanta e di innescare una "nuova Guerra Fredda".