Si è risolta in un trionfo propagandistico per Recep Tayyp Erdogan la preghiera islamica del venerdì a Santa Sofia, la prima nell'ex basilica bizantina da 86 anni: una folla di migliaia di fedeli si e' radunata attorno al tempio patrimonio dell'Unesco, vigilato da 17mila tra poliziotti e membri della sicurezza, tra strade d'accesso chiuse, aree separate per uomini e donne, distribuzione di disinfettanti, mascherine e tappetini monouso.
La prima preghiera islamica a Santa Sofia
In prima fila il presidente turco che ha recitato un verso del Corano e poi ha pregato al fianco dei suoi ministri, ascoltando il sermone del mufti, Ali Erbas, che ha recitato la sura di Fatih, il sultano che con la conquista di Costantinopoli nel 1453 fu il primo a convertire in moschea quella che per 916 anni fu basilica ortodossa. "La riapertura di Santa Sofia è il ritorno alla sua funzione originale di un luogo sacro che aveva abbracciato i credenti per cinque secoli", ha detto Erbas.
In molti si aspettavano che per questa prima preghiera sarebbe stata scelta la data del 15 luglio, anniversario del golpe. Ma Erdogan ha puntato su un'altra ricorrenza: 24 luglio, 97esimo anniversario del trattato di Losanna che smembrò l'impero ottomano. Migliaia i fedeli accorsi e radunatisi nelle 5 aree predisposte alla preghiera, mentre in 350 hanno partecipato dall'interno
Imponente l'organizzazione messa in piedi dal governo di un evento comunque ridimensionato dall'epidemia di coronavirus, che in Turchia fa registrare stabilmente circa 900 contagi giornalieri da ormai una settimana. Nonostante questo non sono mancati gli assembramenti e diversi fedeli hanno trascorso la notte all'aperto nella zona.
Santa Sofia ha servito da basilica cristiana per 916 anni. Diventata moschea in seguito alla conquista di Costantinopoli da parte delle truppe ottomane nel 1453, è stata convertita in museo tra il 1934 e il 1935 per volere del padre della repubblica turca, Mustafa Kemal Ataturk.
Secondo molti analisti la mossa di Erdogan è un tentativo di galvanizzare la sua base conservatrice e nazionalista nel pieno dell'incertezza economica esacerbata dall'epidemia e alcuni sondaggi secondo i quali il partito del presidente sta perdendo voti. La decisione di Erdogan ha anche annullato parte dell'eredità secolare di Ataturk, che voleva Hagia Sophia come museo per "offrirlo all'umanità"