"Chi è sopravvissuto a Srebrenica, non può avere sentimenti in corpo”. E' il detto locale che meglio rappresenta l'orrore e le violenze vissute dai testimoni di quello che è stato definito il “peggior genocidio sul suolo europeo dalla fine della Seconda Guerra mondiale”, con ottomila uomini e ragazzi musulmani uccisi dai soldati serbi e gettati nelle fosse comuni
Il genocidio di Srebrenica
L’11 luglio del 1995, in piena Guerra in Bosnia, i soldati e i poliziotti serbi entrarono nell'"area di sicurezza" controllata dall'Onu, superarono le protezioni, radunarono tutti gli uomini di età compresa fra 12 e 77 anni, circa 8 mila quasi tutti civili e musulmani, li fucilarono e gettarono in fosse comuni
Donne, anziani e bambini, circa 20 mila, furono invece deportati e moltissimi furono gli stupri e le violenze
Venti anni dopo il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia ha condannato per crimini di guerra 62 serbi di Bosnia, l’ex leader politico Radovan Karadzic per genocidio e l’ex presidente serbo Slobodan Milosevic, morto durante il processo
Dalle fosse comuni sono stati finora recuperati e identificati meno di 7 mila degli oltre 8 mila morti; gli ultimi nove sono stati sepolti proprio in occasione del 25imo anniversario della strage
La guerra in Bosnia ha provocato almeno 26 mila vittime civili, di cui oltre 22 mila musulmani, circa un migliaio di croati e poco più di 2 mila serbi