Ennio Morricone se ne è andato come in un film che lui stesso avrebbe saputo musicare magistralmente: lucido fino alla fine, ha salutato la moglie e i figli prima dell'addio. Una vita intera, la sua, spesa per la musica. Con oltre 70 anni di carriera all'attivo, il celebre compositore ha firmato più di 500 colonne sonore, vinto due premi Oscar e venduto 70 milioni di dischi. "Ogni volta che penso di aver fatto il massimo, so che si può ancora fare meglio", è stata la filosofia che lo ha motivato e che gli ha garantito un posto d'onore tra gli artisti più apprezzati al mondo.
Addio al maestro Ennio Morricone
Morricone ha vissuto da protagonista le grandi stagioni della cinematografia mondiale. Ma i primi passi li ha mossi nella discografia italiana, con collaborazioni con Edoardo Vianello, Mina, Gianni Morandi, Riccardo Cocciante e Zucchero, tra i molti altri.
La carriera come arrangiatore per il cinema inizia nel 1955 e cinque anni dopo, nel 1961, firma la sua prima colonna sonora per il film 'Il federale' di Luciano Salce. La fama internazionale arriva con gli 'spaghetti western' di Sergio Leone, e in particolare con la 'Trilogia del dollaro', che consacrerà anche Clint Eastwood. A queste faranno seguito molte altre collaborazioni tra il maestro e il regista italiano, suo vecchio compagno di scuola.
Nel 1979 arriva la prima candidatura all'Oscar con 'I giorni del cielo' di Terrence Malick. Prima delusione a cui faranno seguito altre cinque. Mission' di Roland Joffè nel 1987 fu la più dolorosa: "A quelle musiche tenevo particolarmente", commentò. L'Academy lo premierà anni dopo, per due volte: nel 2007 con il riconoscimento alla carriera che gli verrà consegnato da Clint Eastwood; nel 2016 per la miglior colonna sonora composta per 'The Hateful Eight' di Quentin Tarantino. "Dedico questo premio a mia moglie, Maria", dirà sul palco del Dolby Theatre
Molte le 'sirene' che hanno tentato di portare l'artista internazionale all'estero. "Una volta il produttore Dino De Laurentiis mi offrì una villa bellissima a Los Angeles ma rifiutai", raccontò qualche anno fa. "Non avrei mai potuto abbandonare Roma. E' la città dove sono nato, dove sono cresciuto, a cui si legano moltissimi ricordi. Credo che non potrei vivere in nessun'altra città del mondo".
E a Maria, la compagna di una vita, è andato l'ultimo saluto. "A Lei rinnovo l'amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio", ha scritto il maestro in un biglietto commiato in cui ha voluto salutare i più cari amici, i 4 figli, i nipoti e la moglie. "Mi piacque subito moltissimo. Ma a lei io piacevo meno". Poi ebbe un incidente e in ospedale "goccia dopo goccia, l’ho fatta innamorare. Perché nell’amore come nell’arte la costanza è tutto"