Intervistata da Radio1 Rai lo scorso 4 settembre, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli ha sostenuto che “siamo il Paese in Europa con il minor numero di diplomati e di laureati”, sottolineando l’esigenza per la politica di porsi il problema.
La situazione dell’istruzione in Italia è in effetti grave, come abbiamo scritto. L’affermazione del ministro Fedeli è però vera solo per quanto riguarda la percentuale dei laureati: è sbagliata invece se guardiamo alle percentuali dei diplomati.
Il numero di laureati
È facile che il ministro Fedeli si sia espressa in modo un po’ scorretto, intendendo con “numero” la percentuale e non il numero totale. Poiché l’Italia è uno dei Paesi più popolosi del continente, infatti, i numeri assoluti ci mettono comunque abbastanza in alto nelle due classifiche.
Se guardiamo al numero di laureati in Europa, l’Italia con 6,087 milioni di laureati (dati Eurostat riferiti al 2016, per la popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni) è sesta nell’Ue, dietro a Regno Unito (15,561 milioni), Germania (13,109 milioni), Francia (12,594 milioni), Spagna (9,216 milioni) e Polonia (6,216 milioni).
Già questo numero ci dice che l’Italia non se la cava molto bene, se teniamo conto che i suoi 60 milioni di abitanti sono molti di più dei polacchi (38 milioni) e degli spagnoli (circa 46 milioni).
Infatti, per la percentuale di laureati sulla popolazione ci collochiamo in fondo alla classifica europea. Con il 15,7% (sempre nella popolazione di età 15-64 anni, dati riferiti al 2016) siamo penultimi davanti alla Romania (15,1%). La media della Ue a 28 Stati è del 27,2% e i grandi Paesi europei fanno tutti nettamente meglio di noi: la Germania col 24,4%, la Francia col 30,9%, la Spagna col 32,7% e il Regno Unito col 38,3%.
Se oltretutto guardiamo alla fascia di età 25-54 anni, il nostro 19,4% ci pone ultimi in classifica, dietro anche alla Romania che ci sopravanza col 19,8%.
Il numero di diplomati
L’affermazione del ministro è errata per quanto riguarda i diplomati. In questo caso, non si può nemmeno ritenere che la Fedeli si sia espressa male, volendo riferirsi al valore percentuale e non al numero assoluto. In entrambi i casi è infatti falso che l’Italia sia ultima – o tra gli ultimi – in Europa.
In numero assoluto – sempre secondo i dati riferiti al 2016 per la popolazione 15-64 anni – l’Italia è quarta in Europa, con 16,608 milioni di diplomati (per un confronto europeo si ritengono tali i soggetti che hanno il terzo o quarto livello nella classificazione ISCED). Davanti ha la Germania (29,871 milioni), la Francia (17,774 milioni) e il Regno Unito (16,711 milioni).
In percentuale, l’Italia è comunque sotto la media europea: registra il 42,7%, di fronte a una percentuale media dei 28 Paesi UE del 46,2%. Tra i grandi Paesi europei facciamo però meglio di Regno Unito (41,2%) e Spagna (24,7%), mentre Francia (43,6%) e Germania (55,8%) ci sopravanzano. Dietro di noi ci sono anche Belgio, Irlanda, Cipro, Lussemburgo, Malta, Olanda e Portogallo.
Conclusione
È falso, dunque, dire che l’Italia sia ultima in Europa per numero assoluto di laureati e diplomati, come afferma letteralmente il ministro Fedeli. Siamo ultimi (o penultimi, a seconda della fascia di età che si prende in esame) per percentuale di laureati, non per numero.
Per quanto riguarda i diplomati, è vero che siamo sotto la media Ue, ed è anche vero che sono possibili scarti dovuti più all’architettura dei vari sistemi educativi nazionali che non a gap reali. Ma siamo comunque lontani dall’ultima posizione per quanto riguarda la percentuale sulla popolazione, e addirittura tra i primi quattro Stati per numero assoluto.
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