Torna al centro dell’attenzione il tema dei vaccini obbligatori per i bambini. Matteo Salvini ha dichiarato di essere contrario alla legge introdotta lo scorso luglio, che prevede appunto l’obbligatorietà di dieci differenti vaccinazioni per i minori di 16 anni.
Salvini, l’11 gennaio, ha sostenuto a Quinta Colonna su Rete 4 (minuto 40’00”) che “l’Italia è l’unico Paese al mondo, non in Europa, al mondo, che per legge impone dieci vaccini obbligatori a tutti i bambini e senza fare delle analisi che escludano dei rischi per qualche bambino”.
Parole che contrastano con quelle pronunciate poco prima, su un’altra rete televisiva, dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che proprio di quel provvedimento è stata autrice. “Pochi giorni dopo [la nostra legge] è stato preso in considerazione un provvedimento esattamente identico al mio originale, che poi è diventata legge in Francia, dove ci sono le vaccinazioni obbligatorie per 11 vaccini”, ha precisato la ministra a Otto e mezzo su La7 (minuto 4’35”). “Altri Paesi in Europa - ha continuato Lorenzin - ne hanno chi per 4 chi per 6, ma noi stiamo lavorando in Commissione europea per un’armonizzazione del calendario. L’Australia ha preso provvedimenti ancora più pesanti”.
È evidente che almeno uno dei due non possa avere ragione. Scopriamo chi.
La copertura vaccinale in Italia
Nel 2014, l’ultimo anno per cui sono disponibili confronti europei, l’Italia aveva un livello di copertura vaccinale nei bambini inferiore alla media, come testimoniano i dati della Commissione europea. In particolare, per quattro malattie infettive (difterite, tetano, pertosse e poliomielite) la copertura era al 94 per cento a fronte di una media europea del 95,3 per cento, mentre per altre due malattie infettive (rosolia e morbillo) era all’86 per cento a fronte di una media europea del 93,3 per cento.
La stessa Commissione europea, come ha detto Lorenzin, sta lavorando da anni per accrescere le percentuali di immunizzazione tra i bambini nell’Unione. In particolare proprio nel 2014 è stato varato un piano d’azione per i vaccini a livello europeo, supportato dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Nell’ottobre 2017, la stessa Oms ha pubblicato un documento nel quale spiega che per proteggere l’intera popolazione da epidemie di morbillo, la percentuale di persone immuni debba essere compresa tra il 93 e il 95 per cento. È quella che si chiama “immunità di gregge”: quando la quasi totalità della popolazione è vaccinata, anche chi non si può vaccinare (per esempio perché particolari condizioni mediche lo impediscono) gode di una sorta di protezione dalla malattia.
Per questo, l’Oms pone come obiettivo di vaccinare da morbillo e rosolia il 95 per cento dei nuovi nati. Come è facile intuire dai dati, l’Italia nel 2014 si trovava in una situazione considerata di rischio, dal momento che aveva una copertura di 9 punti percentuali inferiore a quella di sicurezza. Varie autorità sanitarie, ancora prima che fosse varato il decreto Lorenzin nel 2017, avevano già sottolineato nel 2016 che le coperture vaccinali fossero non solo inferiori alla media, ma in calo.
I dati più recenti messi a disposizione dall’Istituto superiore di sanità per l’Italia (2017) mostrano come di fatto la situazione sia ancora ben al di sotto della soglia di sicurezza in molte regioni per quanto riguarda sia il morbillo sia la rosolia.
La situazione in Europa e nel mondo
Un articolo scientifico pubblicato nel 2011 su Eurosurveillance, una rivista dell’European Center for Disease Prevention and Control (ECDC) che si occupa proprio di studiare l’epidemiologia delle malattie infettive in Europa, fotografava la situazione a quell’anno per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie nei diversi Paesi.
Già allora, con dati riferiti al 2011, almeno un Paese europeo, la Lettonia, aveva ben quattordici vaccinazioni obbligatorie, mentre altri come la Polonia o l’Ungheria ne imponevano dieci (nel frattempo in Ungheria sono diventate undici) e la Slovenia nove. Altri Stati come Francia, Grecia o la stessa Italia invece ne imponevano tra tre e quattro e molti altri ancora, come la Germania, l’Olanda o il Regno Unito, non avevano vaccinazioni obbligatorie ma solo fortemente raccomandate.
Insomma, riferendoci alla situazione di otto anni fa Salvini avrebbe torto. Ma proprio nel 2017 un altro importante stato della Ue oltre all’Italia ha riformato il sistema delle vaccinazioni obbligatorie: in Francia dall’1 gennaio 2018 è obbligatorio fare undici vaccini (uno in più rispetto all’Italia).
In Australia invece lo Stato ha adottato dal 2016 un provvedimento noto come No Jab No Pay (Niente iniezione niente soldi) che taglia i finanziamenti di assistenza alle famiglie che non vaccinano i propri figli, a meno che la mancata vaccinazione sia legata a motivazioni mediche. I vaccini non sono obbligatori per legge, ma chi non vaccina i propri figli rinuncia a circa 10mila dollari di sgravi e sussidi dallo Stato. Inoltre in alcuni Stati australiani si sta discutendo della possibilità di non far accedere alle strutture scolastiche e sanitarie chi non è vaccinato.
Salvini dice quindi una falsità quando sostiene che “l’Italia è l’unico Paese al mondo, non in Europa, al mondo, che per legge impone dieci vaccini obbligatori a tutti i bambini”, mentre piuttosto è vero quanto dice Lorenzin che in Francia “ci sono le vaccinazioni obbligatorie per 11 vaccini” e che “l’Australia ha preso provvedimenti ancora più pesanti”.
Gli esami prevaccinali
Salvini aggiunge anche che “secondo me è una follia, un regalo alle multinazionali del farmaco” vaccinare obbligatoriamente i bambini “senza fare delle analisi che escludano dei rischi per qualche bambino”.
Sul sito dell’Istituto superiore di sanità è scritto espressamente che “non esiste nessun test in grado di predire gli effetti collaterali dei vaccini”. E in un documento dello stesso Istituto superiore di sanità si precisa che “al momento attuale i test prevaccinali sono l’ennesima illusione che viene fornita a genitori preoccupati per le possibili reazioni da vaccino”.
Un ulteriore articolo pubblicato sul sito VaccinarSi, voluto proprio dall’Iss insieme al Ministero della Salute, spiega in dettaglio perché lo screening genetico sia un esame inutile prima della vaccinazione. Numerosi altri articoli (per esempio questo) si sono già occupati di quanto siano utili o inutili gli esami prevaccinali. La risposta, in tutti i casi, è che oggi non esistono esami sicuri per determinare il rischio per un bambino di fronte alla vaccinazione.
Anche su questo dunque Salvini dice una cosa falsa: non esistono analisi che possano escludere eventuali rischi dei vaccini.
Conclusioni
Come sempre non diamo valutazioni politiche sulle dichiarazioni, ma basandoci sui dati non si può fare a meno di dire che Salvini abbia fornito una serie di informazioni false. Non è vero che l’Italia è l’unico Paese al mondo con dieci vaccini obbligatori (già nel 2011 la Lettonia ne aveva quattordici) e non è vero che sia possibile fare analisi prevaccinali che escludano rischi.
Ha invece ragione Lorenzin sia quando dice che la Francia ha undici vaccini obbligatori sia quando spiega che in Australia la legislazione è ancora più stringente che in Italia.