Il 12 novembre, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha diffuso un video sul proprio profilo Facebook (min. 0.15) in cui chiede nuovamente conto “di una cosa che è stata scritta sui giornali nelle ultime settimane: cioè che la polizia croata alla frontiera con la Croazia avrebbe trovato dei richiedenti asilo in possesso di una carta di credito che ha il logo della Mastercard, il logo della Unhcr e, da una serie di approfondimenti, parrebbe finanziata dalla fondazione di George Soros, cioè il famoso finanziere internazionale che fa di tutto per favorire l’immigrazione incontrollata”.
La stessa questione era stata sollevata dal parlamentare di Fdi Carlo Fidanza il 9 novembre, nel corso di un dibattito televisivo in cui era presente anche la rappresentante italiana dell’Unhcr Carlotta Sami.
Nel suo video Giorgia Meloni critica (min. 1.45) l’Unhcr (l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati) per aver scritto al presidente della Camera Roberto Fico, in seguito allo scontro tra Fidanza e Sami, avanzando la richiesta alla politica di “moderare il linguaggio per non creare spazio per abusi e violenze”, invece di dare risposta sulla questione delle carte di credito per i migranti.
Quella delle carte di credito “pagate da Soros” è però una notizia falsa, un caso da manuale di disinformazione dove vengono mischiate questioni differenti per attaccare bersagli precisi (i migranti, l’Onu, Soros). È già stata smentita dall’Unhcr e da numerosi fact-checker italiani e stranieri: si tratta infatti di una bufala che è arrivata in Italia dopo aver avuto ampia diffusione in altri Paesi europei.
Ma andiamo con ordine.
La notizia originaria e la sua diffusione
Come nasce questa notizia?
Secondo numerosi media, italiani e internazionali, la “notizia” originale proverrebbe dal sito sloveno Nova24, un noto diffusore e fabbricatore di bufale che è conosciuto per i suoi contenuti xenofobi, complottisti, di estrema destra e antisemiti, tra cui la negazione dell’Olocausto, scrive Valigia Blu. Un sito che oltretutto, secondo il New York Times, apparterrebbe a una galassia di media finanziati da uomini d’affari vicini al presidente ungherese nazionalista e xenofobo, Viktor Orbán, per diffondere contenuti di estrema destra in Europa.
Il 30 ottobre Nova 24 ha scritto nel suo articolo, citando come fonte un reportage di inizio settembre della testata croata kamenjar.com, che un non meglio identificato esponente della polizia croata avrebbe riscontrato che «un gran numero di questi immigrati clandestini è ben vestita e attrezzata - scarpe nuove, telefoni cellulari moderni, armi bianche, e molti hanno carte di credito MasterCard. Senza nome, ci sono scritti sopra solo il numero e il marchio Unhcr».
Non si tratta dunque di una fonte ufficiale della polizia croata, ma di una testimonianza verbale riportata in forma anonima.
In ogni caso, qui ancora non si parla di Soros, ma l’aggiunta del ruolo del finanziere spesso al centro delle teorie complottiste dell’estrema destra non tarda ad arrivare.
Il primo novembre il sito americano di estrema destra infowars.com, altro noto diffusore di notizie false e complottismo, ha ripreso nella sua edizione europea la notizia di Nova24 aggiungendo il dettaglio del supposto ruolo di Soros, che pagherebbe carte prepagate per i migranti. Dalla nostra ricerca ci risulta che sia stato il primo a farlo. Nei giorni successivi altri siti della galassia dell’estrema destra (ad esempio qui e qui hanno ripreso la nuova versione della notizia.
Il 5 novembre la notizia è arrivata anche su alcuni siti e testate italiani, ad esempio Gli Occhi della Guerra e Libero, che di nuovo citano Nova24 come propria fonte. A questo punto la storia ha assunto le caratteristiche di cui parlano anche da Fidanza e Meloni.
Scrive ad esempio Libero: “Carte di credito prepagate e senza nome date in regalo ai migranti, in modo che possano circolare liberamente per l'Europa. A distribuire tali carte sarebbero l'Unhcr e l'Ue in collaborazione con MasterCard e il magnate ungherese George Soros”.
L’Italia, in ogni caso, è in buona compagnia: la bufala negli stessi giorni è rimbalzata su moltissimi siti esteri di estrema destra e di controinformazione, venendo talvolta ripresa anche da testate giornalistiche, in tutta Europa. Possiamo citare ad esempio la Germania (qui il fact-checking di Ard) e la Svezia (qui la notizia falsa).
Perché è una bufala
In questa notizia falsa vengono mischiate tre notizie distinte e viene creato un caso ad arte per attaccare dei bersagli precisi.
Nel 2011, l’Unhcr ha lanciato in Moldavia un programma che ha permesso ai beneficiari dei sussidi offerti dall’agenzia dell’Onu di accedere ai propri soldi (tre euro al giorno, 30-36 al mese) tramite bancomat. In questo modo, si voleva velocizzare e semplificare la distribuzione dei sussidi che normalmente l’Unhcr assegna ai richiedenti asilo. Il programma è stato inoltre potenziato nel 2016.
Un’altra iniziativa del genere è poi stata lanciata in Grecia nel 2017.
Vicenda separata è invece la partnership che nel 2016 è stata stretta tra Mastercard e il Ministero del lavoro della Serbia, per far sì che agli aventi diritto allo status di rifugiato (siriani, iracheni e afghani) venisse dato un bancomat per far fronte alle spese necessarie quotidiane.
E questa è un’altra iniziativa, non collegata con la precedente, visto che l’Unhcr non ha qui alcun ruolo.
Nel 2017, poi, sempre Mastercard ha annunciato un piano per esplorare la possibilità di avviare un’iniziativa comune con Soros (probabilmente con la sua fondazione Open Society, ma questo non è specificato nel comunicato di Mastercard), per aiutare le comunità più vulnerabili, in particolare migranti e rifugiati. L’iniziativa dovrebbe chiamarsi Humanity Ventures.
Questa è un’altra iniziativa ancora, diversa dalle precedenti: dalle prime, in quanto l’Unhcr non ha qui alcun ruolo, e dalla seconda, in quanto qui si tratta di un progetto che – stavolta sì – coinvolge Soros ma che non ha ancora visto la luce.
Si sapeva che era una bufala
Prima ancora che, il 12 novembre, Giorgia Meloni diffondesse il proprio video su Facebook, il sito americano di debunking Snopes aveva già smontato la notizia e ricostruito l’accaduto il 6 del mese. Così anche il debunker italiano David Puente e il sito anti-bufale Butac, oltre alle testate francesi e tedesche – tra le altre – che abbiamo citato prima.
La vicenda era quindi già sufficientemente chiara da giorni: i migranti hanno in tasca delle carte di credito o debito (eventualmente anche Mastercard) con il logo dell’Unhcr perché, grazie a varie iniziative dell’agenzia Onu, tramite questo mezzo gli vengono dati i 3 euro al giorno che spettano loro per le spese minime necessarie quotidiane.
È poi possibile che, in alcuni casi, avessero anche una carta Mastercard separata, se il migrante avesse beneficiato del programma del Ministero del Lavoro serbo. George Soros non c’entra nulla in entrambi i casi, in quanto l’iniziativa con Mastercard al momento non risulta abbia visto la luce.
Questa versione è stata ribadita anche dall’Unhcr in un comunicato seguente allo scontro tra il parlamentare di Fdi Carlo Fidanza e la rappresentante italiana dell’agenzia dell’Onu Carlotta Sami.
Nel comunicato inoltre si specifica come queste carte non possono essere utilizzate fuori dai confini nazionali: un migrante con in tasca una carta dell’Unhcr utilizzabile in Grecia non se ne farebbe nulla se in Italia.
Conclusione
Le parole di Giorgia Meloni si fondano dunque su una notizia falsa, nata nei siti di disinformazione dell’estrema destra, arricchitasi di dettagli mentre ne aumentava la diffusione, e già smentita – quando la presidente di Fratelli d’Italia ne chiedeva conto – da numerose e autorevoli testate di fact-checking italiane, europee e americane.
I migranti richiedenti asilo sono in possesso di carte di credito con il logo Unhcr perché con questo mezzo l’agenzia Onu gli ha fatto avere la disponibilità dei sussidi che gli spettano normalmente (3 euro al giorno). Queste stesse carte oltretutto perdono di utilità una volta che il richiedente asilo cambia Paese attraversando un confine.
George Soros infine non c’entra niente: esiste un’iniziativa proposta con Mastercard, ma non è collegata a quelle dell’Unhcr e oltretutto non risulta che al momento sia operativa.
Se avete delle frasi o dei discorsi che volete sottoporre al nostro fact-checking, scrivete a dir@agi.it