Intervistato da Rainews24 lo scorso 15 agosto, subito prima della tradizionale festa del Carroccio a Ferragosto a Ponte di Legno, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha dichiarato: “I numeri dicono che quest'anno sono sbarcate più persone rispetto all'anno scorso, siamo a quota 95.214. I rifugiati veri sono il 9%, quindi meno di uno su dieci”.
Più o meno persone sbarcate?
Il dato citato da Salvini proviene dal report del comitato nazionale dell'Ordine e della Sicurezza Pubblica per il Viminale, pubblicato lo scorso 15 agosto, che parla di 95.213 persone sbarcate in Italia tra il primo gennaio e il 31 luglio. Più di quelle arrivate nello stesso periodo del 2016, quando erano state 93.774.
Questi dati sono tuttavia obsoleti, pur avendo meno di un mese, a causa degli ultimissimi sviluppi del flusso migratorio.
In base a quanto riportano le più recenti statistiche del Viminale infatti, al 14 agosto 2017 erano sbarcate in Italia 97.293 persone. Nello stesso periodo del 2016 erano sbarcate 101.507 persone.
Dunque rispetto all’anno scorso si registra un calo del 4,15% negli arrivi di migranti. Salvini ha torto nell’affermare che siano sbarcate più persone.
Questo risultato, come avevamo già spiegato, dipende dal crollo degli arrivi nei mesi di luglio e agosto nel 2017 rispetto al 2016.
Nel 2016 erano stati registrati 23.552 migranti sbarcati a luglio e 21.294 ad agosto. Nel 2017 siamo scesi a 11.459 a luglio e a 2.080 nella prima metà di agosto.
Fino a giugno scorso incluso la situazione era radicalmente diversa, con 83.360 migranti sbarcati al 30 del mese. L’anno precedente, nello stesso periodo, erano stati 70.222.
Dunque il 2017 presentava al 30 giugno un aumento del 18,71% del flusso rispetto al 2016, che con 181.436 migranti sbarcati aveva già stabilito un nuovo record (il precedente era del 2014, con 170.100).
Si ipotizzavano allora 200 mila, o addirittura 250 mila, arrivi entro la fine del 2017. Uno scenario che, se si confermasse il calo registrato negli ultimi 45 giorni, non sarebbe dunque più attuale.
La percentuale di rifugiati
L’affermazione di Salvini sul numero di “veri” rifugiati è sostanzialmente corretta, ma per come viene posta risulta fuorviante.
A luglio, ultimo dato disponibile, ha ottenuto lo status di rifugiato l’8% dei richiedenti asilo. A giugno era stato il 10%, a maggio 8%, aprile 7%, marzo 10%, febbraio 10% e gennaio 8%.
Dunque la percentuale citata dal segretario della Lega Nord è più o meno esatta.
Ma se è vero che lo status di rifugiato viene concesso a “meno di uno su dieci” dei richiedenti asilo, bisogna ricordare che esistono altre forme di protezione internazionale che danno al migrante il diritto di restare in Italia e di non essere rimpatriato.
Come avevamo già verificato, al 9% circa di “rifugiati” in senso stretto, si devono aggiungere (dati gennaio-luglio 2017) il 7-10% di aventi diritto alla protezione sussidiaria (qui un approfondimento per capire meglio cosa sia) e il 23-26% di aventi diritto alla protezione umanitaria (idem).
Il totale dei rifugiati in senso lato – cioè di persone che hanno il diritto ad essere accolte dallo Stato italiano, al quale è anzi fatto divieto di rimpatriarle dalle norme nazionali e internazionali – è dunque di circa 4 su 10.
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