Ospite su Rai3 a “Carta Bianca” il 26 settembre, Matteo Salvini ha toccato diversi argomenti. Abbiamo sottoposto al nostro fact-checking le affermazioni verificabili e più significative del segretario della Lega Nord.
La linea del M5S sull’immigrazione
Rispondendo a una domanda su quanto la Lega e il Movimento 5 Stelle fossero politicamente vicini, Salvini ha accusato i pentastellati di cambiare spesso idea e affermato (minuto 19.35): “Sull'immigrazione il M5S ha votato con Renzi per cancellare il reato di immigrazione clandestina”.
Salvini ha sostanzialmente ragione.
In Senato, il 14 gennaio 2014, il M5S votò a favore della depenalizzazione di tale reato. Il giorno prima sul blog di Grillo gli iscritti avevano votato questa linea.
Alla Camera la questione fu più complicata. Il Movimento infatti votò contro il provvedimento complessivo, che trattava le “pene detentive non carcerarie”, ma rivendicò il proprio favore per la depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina.
All’indomani della votazione, sul blog del M5S fu pubblicata la risposta dei deputati pentastellati, che tra le altre cose sostenevano: “abbiamo votato contro l'emendamento Molteni 2.46 che voleva sopprimere l'abrogazione e la trasformazione in illecito amministrativo del reato (…). Addirittura siamo stati gli unici a votare l'emendamento Farina (SEL) 2.61 per abrogarlo del tutto in linea con quanto espresso dalla votazione online”.
Il voto contrario è stato dunque espresso, come spiega sempre la nota dei deputati del M5S, non per ostacolare l’abrogazione del reato in oggetto ma per contrarietà agli altri provvedimenti inseriti nel testo di legge messo complessivamente in votazione.
Gli stupri di Colonia
Parlando della situazione in Germania, e criticando la gestione della questione migratoria da parte di Angela Merkel, Salvini ha poi detto (min. 24.15): “Ricordo che l’anno scorso a Colonia sono state denunciate duemila violenze sessuali avvenute la notte di Capodanno”.
Salvini è impreciso.
L’episodio di Colonia risale alla notte tra il 31 dicembre 2015 e 1 gennaio 2016. I numeri sono tuttavia inferiori rispetto a quanto affermato da Salvini.
Secondo quanto riportava pochi mesi dopo l’accaduto la Süddeutscher Zeitung, uno dei maggiori quotidiani tedeschi, che sostiene di aver avuto le informazioni direttamente dall’Ufficio federale di polizia penale (Bundeskriminalamt, o BKA), le vittime che hanno denunciato un’aggressione la notte di capodanno sono state 650 a Colonia, 1.200 in tutto il Paese.
Anche lo scorso Capodanno erano circolate notizie di violenze sessuali di massa a Francoforte, ma si trattava di una fake news, come poi ammesso dalla stessa testata (la Build) che aveva pubblicato l’articolo.
Gli italiani che hanno pendenze con Equitalia
Salvini ha sostenuto (min. 28.25) che “ci sono 21 milioni di italiani ostaggio di Equitalia”.
Il dato è corretto, anche se parlare di “ostaggi” per persone che hanno una posizione debitoria da saldare è ovviamente un’iperbole.
Il presidente e amministratore delegato di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, in un’audizione alla Camera dello scorso 6 aprile, ha dichiarato: “A oggi, sono circa 21 milioni i contribuenti che risultano avere debiti a vario titolo con gli enti creditori che li hanno affidati a Equitalia per la riscossione e il 53% di questi contribuenti ha accumulato pendenze che non superano i 1.000 euro”.
Il record di cittadinanze italiane
Salvini, parlando di ius soli, ha quindi affermato (min. 34.15): “A normativa vigente l'Italia è il Paese europeo che dà più cittadinanze, nel 2015 e nel 2016”.
Il segretario della Lega Nord ha ragione.
Come abbiamo già verificato, l’Italia è in testa nella classifica delle cittadinanze concesse agli stranieri sia per il 2015, quando furono quasi 180 mila, sia per il 2016, quando è stato toccato quota 202 mila nuovi cittadini.
In base alla legislazione vigente, come riassume il ministero dell’Interno, si è italiani per nascita (o per adozione) da genitori italiani, secondo il principio dello ius sanguinis dunque, oppure per matrimonio, o ancora se si risiede in Italia da almeno dieci anni e si possiedono alcuni requisiti.
La percentuale di profughi tra i migranti
Il segretario del Carroccio è tornato poi su uno dei suoi cavalli di battaglia, la percentuale di profughi tra i migranti, e ha affermato (min. 49.35): “Lo status di profugo viene riconosciuto a 10 sbarcati su 100, quindi la maggioranza son finti profughi”.
Si tratta di un’affermazione fuorviante.
Come registrato in una precedente analisi, è vero che i migranti che ottengono lo status di profugo sono circa il 10%, anzi un po’ meno. Il dato di agosto è del 7%, a luglio era dell’8%, a giugno 10%, a maggio 8%, aprile 7%, marzo 10%, febbraio 10% e gennaio 8%.
Tuttavia Salvini ignora un ulteriore 30% abbondante di richiedenti asilo a cui viene riconosciuto il diritto di restare in Italia. Si tratta di migranti a cui viene riconosciuta la protezione umanitaria o la protezione sussidiaria.
Tra gennaio e agosto 2017 le percentuali di accoglimento delle domande hanno oscillato tra il 6% e il 10% per quanto riguarda la sussidiaria, e tra il 23% e il 27% per quanto riguarda l’umanitaria.
In totale circa il 40% dei richiedenti asilo hanno diritto di essere accolti. È dunque vero che ci sia una “maggioranza” di non-profughi (parlare di “finti profughi” sembra fuori luogo), ma del 60% e non del 90% come sembra sottintendere Salvini.
Il referendum sull’euro
Salvini ha espresso un’aspra critica nei confronti della moneta unica europea, ma si è detto scettico sulla possibilità di abbandonarla tramite consultazione popolare. In particolare ha testualmente detto (min. 50.40): “Il referendum [sull'euro ndr.] non lo puoi fare”.
Si tratta di un’affermazione sostanzialmente corretta.
Come abbiamo scritto in passato non è infatti possibile, in base alla Costituzione (art. 75), tenere un referendum abrogativo su leggi di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali, come quelli che stabiliscono l’euro sia la valuta dell’Italia.
Sarebbe possibile al massimo un referendum di indirizzo, per il quale si dovrebbe comunque fare una legge costituzionale ad hoc (è già accaduto ad esempio nel 1989, sempre su tematiche europee). Sarebbero dunque necessarie due votazioni di Camera e Senato – secondo la procedura dell’articolo 138 cost. – e, probabilmente*, un referendum confermativo (senza quorum dunque).
*Il referendum può essere chiesto da 5 consigli regionali, oppure da un quinto dei deputati o dei senatori, o da 500 mila cittadini elettori, laddove nella seconda votazione sia della Camera sia del Senato non fosse raggiunta una maggioranza di favorevoli dei due terzi dei componenti.
Quanto diamo all’Ue?
Proseguendo le sue critiche all’Unione europea, Salvini ha anche sostenuto (min. 51.35): “Io non pago otto miliardi l'anno [all'Unione europea ndr.] per avere in cambio due dita negli occhi”.
La cifra è sbagliata.
L’affermazione di Salvini prende le mosse da una convinzione inesatta, ma spesso ribadita dai politici, in base alla quale l’Italia ogni anno darebbe alla Ue 20 miliardi di euro per riceverne in cambio 12.
In realtà, come abbiamo già visto, il contributo italiano al budget europeo non ha mai toccato quota 20 miliardi. Il massimo, registrato nel 2013, è stato di 15,748 miliardi. La media degli ultimi 5 anni è stata di meno di 15 miliardi.
Quanto ai fondi ricevuti la cifra è andata crescendo tra il 2000 e il 2015, e negli ultimi cinque anni la media è stata di circa 12 miliardi.
Dunque il differenziale è di circa 3 miliardi all’anno.
Il calo delle nascite in Italia
Infine Salvini ha parlato del problema delle culle vuote, dichiarando: “Dal 1861 ad oggi non sono mai nati così pochi bambini".
Si tratta di un’affermazione corretta.
Nel 2016 l’Istat stima siano nati in Italia 474 mila bambini, 12 mila in meno rispetto all’anno precedente. Il calo delle nascite italiano è in corso dal 2009. Il minimo del 2016, che segue altri due anni di record negativi, è il più basso dall’Unità d’Italia, come confermano le serie storiche ISTAT (consultabili qui).
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