Il segretario dei Radicali Italiani Riccardo Magi il 28 agosto ha scritto su Twitter: “Salvini che dopo l'incontro con Orbán dichiara che riformare Dublino non è più una priorità sta dicendo che non è più una priorità il rispetto del contratto di governo con il M5S”.
Ma che cosa diceva il contratto di governo sul regolamento di Dublino?
Cos’ha detto Salvini
Secondo diverse testate giornalistiche (ad esempio Il Fatto Quotidiano, il Giornale e l’Huffington Post) a margine dell’incontro con il premier ungherese, Salvini ha dichiarato: “Dal mio punto di vista, la revisione del trattato di Dublino non è più la priorità. Se l’Europa torna a proteggere le sue frontiere esterne, allora diventa una questione secondaria”.
Il ministro dell’Interno sembra così sposare nei fatti la linea dell’Ungheria, che con il governo Orbán è stata ed è assolutamente contraria alla redistribuzione in quote dei migranti che arrivano in Europa. Un risultato che, per essere ottenuto, avrebbe bisogno appunto della revisione del trattato di Dublino, che (art. 13) attribuisce l’obbligo di esaminare le domande di asilo – e quindi dell’accoglienza – ai Paesi di primo approdo dei migranti.
La soluzione proposta ufficialmente da Orbán, e supportata da Salvini, è invece quella di chiudere le frontiere esterne. Ma se questo è possibile per un Paese che non ha coste, come l’Ungheria, per l’Italia che si allunga nel Mediterraneo è di sicuro più complesso e comunque da mettere in atto con altri strumenti.
Ad esempio, come abbiamo già scritto in passato non è legittimo, in base al diritto italiano e internazionale, riaccompagnare i migranti che arrivano nel nostro Paese in Libia senza aver prima preso in esame singolarmente la loro situazione, separando chi ha diritto all’asilo da chi no.
Allo stesso modo non sarebbe legittimo il “blocco navale” in senso stretto, e anche una limitazione degli arrivi nei nostri porti di alcune navi causerebbe molto probabilmente gravi controversie giuridiche e non.
In tempi recenti, la strategia messa in atto dal governo precedente ha comunque ridotto drasticamente gli sbarchi, una riduzione che continua tuttora: quella strategia mira a impedire le partenze dei migranti dalle coste africane.
Chi arriva in Italia e presenta domanda di asilo, se non viene cambiato il trattato di Dublino, in base alle norme vigenti deve restare in Italia.
Cosa c’è scritto nel contratto di governo Lega-M5S
Ma vediamo cosa dice il contratto di governo siglato da Lega e M5S sul trattato di Dublino. Nel capitolo 13, dedicato al tema dell’immigrazione, si legge: “È necessario il superamento del Regolamento di Dublino”.
Prosegue il contratto: “Il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità sancito dal Trattato sul funzionamento dell’UE deve essere garantito attraverso il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell'UE, in base a parametri oggettivi e quantificabili e con il reindirizzo delle domande di asilo verso altri Paesi”.
Insomma, l’accordo di governo sottoscritto da Salvini e Di Maio prevede il superamento del trattato di Dublino nella direzione di un “ricollocamento obbligatorio e automatico” dei richiedenti asilo tra i vari Stati membri.
Come abbiamo visto un simile meccanismo di ricollocamento obbligatorio era stato proposto dalle istituzioni europee ma poi bocciato a causa dell’opposizione di diversi Stati Ue, tra cui l’Ungheria. Attualmente, in base alle Conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno a cui aveva partecipato il premier Conte, la ripartizione del carico migratorio tra Stati membri può avvenire solo su base volontaria.
Conclusioni
Magi ha ragione nell’individuare una apparente contraddizione tra quanto dichiarato da Salvini a margine dell’incontro con Orbán e quanto sottoscritto da Salvini nel contratto di governo Lega-M5S.
Nel primo caso la revisione di Dublino, e quindi la ripartizione in quote dei migranti, “non è una priorità” se si riescono a proteggere le frontiere esterne. Nel secondo, il superamento di Dublino è addirittura “necessario”.
Bisogna notare ovviamente come Salvini abbia, nell’affermazione più recente, posto come condizione la chiusura delle frontiere esterne. Ma come abbiamo visto questa condizione è molto difficile per l’Italia, vista la sua collocazione geografica e la legislazione vigente, ed è forse il motivo per cui nel contratto di governo negoziato coi Cinquestelle si era scelto di indicare la via del superamento di Dublino.
Se avete delle frasi o dei discorsi che volete sottoporre al nostro fact-checking, scrivete a dir@agi.it