Giovanni Paglia, ex deputato di Sel e ora esponente di LeU, il 30 agosto ha scritto su Facebook: “Salvini (…) aveva promesso che [il taglio delle accise sulla benzina, n.d.R.] lo avrebbe fatto nel primo Consiglio dei Ministri, poi entro l’estate, ora entro l’anno, domani chissà. Intanto da gennaio il pieno è più caro del 7%”.
È un’affermazione imprecisa, ma sostanzialmente corretta.
Le promesse di Salvini
Il 1° marzo 2018, a pochi giorni dal voto nelle elezioni politiche più recenti, Salvini aveva diffuso un video su YouTube in cui affermava che “dal 5 marzo” (cioè il giorno dopo le elezioni) avrebbe tolto le accise sulla benzina più risalenti nel tempo, come la guerra di Etiopia, la crisi di Suez o il disastro del Vajont.
In realtà non è vero che paghiamo ancora le accise sulla benzina per quegli eventi lontani: fin dal 1995 l’accisa sui carburanti è definita in modo unitario - insomma, è una voce sola nel costo del carburante - e il gettito che ne deriva non finanzia specifiche attività, quanto il bilancio statale nel suo complesso.
In ogni caso, dopo le elezioni, Salvini è tornato sull’argomento l’11 marzo affermando (min. 0.20): “al primo Consiglio dei ministri, se ne avremo l’occasione, cancellare le sette accise sulla benzina che partono dal 1935 mi sembra un’operazione di verità, perché pare (…) che la guerra in Etiopia sia conclusa”.
Ribadiamo che quelle sette accise non esistono più da oltre vent’anni. Quella del 1935 (guerra d’Etiopia) poi era già stata cancellata nel 1936.
Al di là di questo, Salvini è tornato anche successivamente sul tema. Non abbiamo trovato una sua dichiarazione in cui dica di voler tagliare le accise sulla benzina entro l’estate, ma è vero che il 20 agosto abbia promesso di “tagliare le accise sulla benzina che risalgono a 60-70 e anche 80 anni fa” (vedi sopra) entro l’anno.
L’aumento del prezzo del carburante
Ma vediamo di quanto è aumentato il costo del pieno per gli italiani da inizio anno.
Secondo le tabelle del ministero dello Sviluppo economico, il prezzo al consumo della benzina senza piombo a gennaio 2018 era di 1.568,60 euro ogni mille litri. A luglio era passato a 1.630,46 euro ogni mille litri, con un aumento del 4% dovuto all’aumento del prezzo industriale e conseguentemente dell’Iva.
Le accise sono rimaste invariate (da gennaio 2015) a 728,40 € ogni mille litri.
Il gasolio, sempre secondo le tabelle Mise, a gennaio costava 1.443,27 euro ogni mille litri. A luglio era aumentato a 1.508,74 euro, con un aumento del 4,5% anche in questo caso legato alla crescita del prezzo industriale e dell’Iva.
Le accise sono rimaste invariate (sempre da gennaio 2015) a 617,40 € ogni mille litri.
Dunque Paglia, che pure ha ragione nell’indicare un aumento del costo del pieno, è impreciso nel quantificarne la percentuale (il 4 per cento circa invece del 7).
Conclusione
È vero che il ministro dell’Interno ha promesso, sia in campagna elettorale sia dopo il voto, di tagliare le accise sulla benzina, in particolare quelle più antiche. Queste, però, sono state accorpate oltre vent’anni fa in un’unica cifra, all’interno della quale non si può distinguere tra diverse voci.
Dalle dichiarazioni rilasciate da Salvini, risulta che avesse prima promesso di procedere a questo taglio “al primo Consiglio dei ministri” e poi “entro l’anno”. Non abbiamo trovato dichiarazioni che parlassero del taglio “entro l’estate”.
Se quindi risulta disattesa la prima promessa, la seconda potrebbe ancora avverarsi nei prossimi mesi.
È poi vero che il prezzo del pieno sia aumentato da gennaio a luglio, come afferma Paglia, ma non del 7% bensì del 4% per la benzina e del 4,5% per il gasolio. Questo aumento è dipeso dall’aumento del prezzo industriale delle materie prime.
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