Sul tema della riforma della prescrizione nel processo penale la maggioranza di governo è divisa. Da un lato c’è il M5s, che difende la norma così com’è, e dall’altro il Pd, che ha chiesto di recente delle correzioni, per evitare che i cittadini possano rimanere teoricamente “ostaggio” dello Stato a tempo indefinito.
La questione, poi, complice anche il costante problema dell’eccessiva durata dei processi in Italia, ha scatenato dure proteste del mondo dell’avvocatura e di parte dell’opposizione.
La riforma prevede che il suo corso rimanga sospeso dopo la sentenza di primo grado, è contenuta nella legge 3/2019 (art. 1 co. 1 lett. e), approvata in Parlamento a fine 2018 dal primo governo Conte. La sua entrata in vigore, tuttavia, è prevista per il primo gennaio 2020. Come abbiamo scritto di recente, questa riforma allineerebbe l’Italia al resto dei grandi Paesi europei.
Ma quanti processi penali coinvolgerebbe la riforma della prescrizione? Andiamo a vedere i numeri.
Quanti processi penali si prescrivono ogni anno
In base ai dati della Direzione generale di Statistica e analisi organizzativa del Ministero della Giustizia, nel 2017 – dati più recenti disponibili –, a cui possiamo sommare quelli relativi alla Cassazione penale, sono stati definiti per prescrizione poco meno di 126 mila procedimenti penali.
Di questi quasi 67 mila erano nelle fasi iniziali del processo, davanti al Giudice per le indagini preliminari (Gip) o davanti al Giudice dell’udienza preliminare (Gup); quasi 27.500 davanti al tribunale ordinario; circa 2.500 davanti al giudice di Pace; poco più di 28 mila in Corte di Appello e 670 in Cassazione.
Cerchiamo ora di dare il contesto a questi numeri, andando a vedere quanti processi vengono definiti ogni anno in Italia, per vedere l’impatto della prescrizione in generale, e quante prescrizioni verrebbero toccate dalla riforma, per vedere l’impatto di quest’ultima.
Il totale dei processi definiti in un anno
Nei Tribunali ordinari nel 2017 sono stati definiti in totale circa 860 mila processi (859.047), tra giudice collegiale (cioè tre giudici), monocratico (un unico giudice), Gip e Gup (per i quali si conteggiano i decreti di archiviazione, le sentenze di rito alternativo e i decreti di condanna esecutivi, ma non i decreti di rinvio a giudizio che portano il processo davanti al giudice monocratico o collegiale di primo grado).
Sempre nel 2017, nelle 26 Corti d’Appello d’Italia sono stati definiti in totale quasi 80 mila processi (78.937), tra sentenze di conferma del primo grado, di riforma e altre. In Cassazione penale nel 2017 sono poi stati definiti quasi 56.500 processi.
In totale, dunque, nel 2017 in Italia sono stati definiti quasi un milione di processi (994.484). Le prescrizioni, in totale meno di 126 mila, hanno quindi inciso per il 12,6 per cento circa delle definizioni.
Ma passiamo ora a vedere che impatto avrebbe la riforma su questa situazione.
Quante prescrizioni verrebbero meno con la riforma
La riforma della prescrizione, che la sospende dopo la sentenza di primo grado, riguarderebbe quindi 28 mila prescrizioni in Corte d’Appello e 670 in Cassazione (dati 2017). Non interesserebbe invece le quasi centomila prescrizioni che avvengono prima della sentenza di primo grado: quelle continuerebbero a verificarsi.
Quindi possiamo dire che la riforma interessi il 23 per cento scarso delle prescrizioni attuali, che a loro volta interessano circa il 12,5 per cento delle definizioni, una su otto.
Conclusione
In Italia vengono definiti circa un milione di processi in un anno (dati 2017). Di questi circa 126 mila vengono definiti per via della prescrizione (poco meno del 13 per cento). Ma di queste 126 mila prescrizioni, meno di 29 mila avvengono dopo la sentenza di primo grado e verrebbero quindi interessate dalla riforma, meno di una su quattro.
Per avere un’idea degli effetti della riforma insomma, basandosi sui dati più recenti si può quindi calcolare che meno del 3 per cento dei processi che vengono definiti (29 mila su circa un milione) verrebbe interessato dalla riforma della prescrizione.
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