Le due sottosegretarie in quota Lega Pina Castiello e Vannia Gava, rispettivamente al Sud e all’Ambiente, hanno dichiarato il 15 novembre: “Nel 2016 la Campania ha esportato 300 mila tonnellate di immondizia, 100 mila portate all’estero, spendendo milioni di euro, 200 mila tonnellate portate in discariche e inceneritori ed era oltre 20 punti sotto la raccolta differenziata del Veneto”.
Si tratta di un’affermazione che mescola alcune imprecisioni con dati corretti. Vediamo i dettagli.
L’esportazione di rifiuti dalla Campania
I rifiuti si dividono, in base al decreto legislativo n. 152/2006 (art. 184), in rifiuti urbani e rifiuti speciali.
Rifiuti speciali
Partiamo dai rifiuti speciali. Nel rapporto sul tema dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) del 2018 si legge che in Campania nel 2016 “i rifiuti speciali esportati sono quasi 42 mila tonnellate”.
Si tratta tuttavia solo di quelli esportati verso l’estero . Non abbiamo una cifra relativa a quelli inviati nelle altre regioni. Nel rapporto in proposito si legge solo che “la Campania, oltre a non avere impianti di discarica per rifiuti speciali, destina elevati quantitativi di rifiuti sia in altre regioni che all’estero”.
Abbiamo contattato l’Ispra per avere il dato sui rifiuti speciali inviati dalla Campania in altre regioni italiane, ma ci hanno comunicato di non averli e che calcolarlo è estremamente complicato. Proprio l’assenza di questo dato rende imprecise e parziali alcune delle affermazioni di Castiello e Gava.
Rifiuti urbani
Ai rifiuti speciali vanno aggiunti i rifiuti urbani. Dal rapporto dell’Ispra del 2017 (quello 2018 non è ancora uscito) risulta che nel 2016 “dalla Regione Campania vengono spedite fuori regione circa 258 mila tonnellate di rifiuti di origine urbana”.
Il totale
Sommando a queste 258 mila tonnellate di rifiuti urbani le 42 mila tonnellate di rifiuti speciali mandate all’estero si arriverebbe alle 300 mila tonnellate citate dalle due sottosegretarie, ma mancano appunto i rifiuti speciali mandati fuori regione, ma non all’estero. Dunque il dato di 300 mila tonnellate è inevitabilmente impreciso per difetto.
Per dare un dato di riferimento aggiungiamo che, prendendo per buono il dato di 300 mila tonnellate, queste rappresenterebbero il 3 per cento del totale di rifiuti prodotti in Campania, che ammonta a 9,72 milioni di tonnellate (2,63 milioni di rifiuti urbani e 7,09 milioni di rifiuti speciali).
L’esportazione verso l’estero
Nel rapporto dell’Ispra sui rifiuti urbani, si legge che con 103.352 tonnellate di rifiuti esportati la Campania è la regione italiana che esporta di più al di fuori dei confini nazionali.
È anche la seconda importatrice, con 36.016 tonnellate di rifiuti urbani importati , quasi esclusivamente abbigliamento da riciclare (25 mila tonnellate) e prodotti tessili (10 mila tonnellate).
Ma queste quantità riguardano appunto solo i rifiuti urbani. La Campania, come abbiamo visto, esporta però anche rifiuti speciali. Nel 2016, secondo il relativo rapporto Ispra , ha esportato 41.699 tonnellate di questi rifiuti. Dunque il totale di rifiuti mandati all’estero dalla Campania nel 2016 sale a oltre 145 mila tonnellate, quasi il 50% in più di quanto affermato da Castiello e Gava.
Senza il dato sui rifiuti speciali mandati dalla Campania in altre regioni non possiamo calcolare, per sottrazione dal totale delle “300 mila tonnellate”, se il dato di 200 mila tonnellate di rifiuti portati in discariche e inceneritori di altre regioni sia corretto o meno.
In ogni caso, è vero che l’operazione abbia un costo milionario. Alcune stime, uscite all’epoca dell’emergenza rifiuti in Sicilia nel 2016, parlavano di 140 euro a tonnellata. Il Corriere della Sera, qualche anno prima, riportava invece la cifra di 110 euro a tonnellata. Un certo grado di variazione dipende probabilmente dal tipo di rifiuti e dal Paese di destinazione, ma in ogni caso moltiplicando valori di questo ordine di grandezza (circa 100 euro) per il totale di tonnellate mandate all’estero (150 mila circa) si ottiene un costo approssimativo di 15 milioni di euro.
La percentuale di riciclata: Veneto vs Campania
La percentuale di raccolta differenziata, che è riferita ai soli rifiuti urbani, in Campania nel 2016 è stata del 51,6%: in crescita di dieci punti percentuali rispetto al 2012, quando era al 41,5%.
In Veneto, lo stesso anno, la percentuale è invece stata del 72,9%. Anche qui in ascesa di dieci punti rispetto al 2012, quando era al 62,6%.
Dunque hanno ragione le due sottosegretarie ad affermare che nel 2016 la Campania “era oltre 20 punti sotto la raccolta differenziata del Veneto”. Per la precisione la distanza tra le due regioni è di 21,3 punti.
Conclusione
Non siamo in grado di verificare il dato sulle 300 mila tonnellate di rifiuti che esporta la Campania. Il dato è probabilmente impreciso per difetto: si arriva infatti a 300 mila tonnellate già solo sommando i rifiuti urbani esportati, all’estero e in altre regioni italiane, e quelli speciali esportati all’estero (mancano dunque quelli speciali esportati in altre regioni italiane).
In particolare, sono oltre 145 mila le tonnellate di rifiuti esportati all’estero (103.352 mila tonnellate quelli urbani e 41.699 tonnellate quelli speciali), più delle “100 mila” citate da Castiello e Gava. A questo punto non torna più neanche il calcolo sui restanti “200 mila” che invece andrebbero in inceneritori e discariche di altre regioni italiane. Il dato, a seconda di quanti sono i rifiuti speciali che la Campania manda in giro per il resto d’Italia, potrebbe essere più o meno impreciso.
Corretto invece, come sostengono le due sottosegretarie, che mandare questi rifiuti all’estero abbia un costo milionario e corretto anche che il Veneto faccia registrare una percentuale di raccolta differenziata superiore a quella della Campania di oltre venti punti.
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