La deputata di Forza Italia Elvira Savino il 4 ottobre ha scritto su Facebook: “Moltissimi immigrati sono venuti in Italia e nel corso del tempo hanno acquisito la cittadinanza italiana: 101 mila nel 2013, 130 mila nel 2014, 178 mila nel 2015, 202 mila nel 2016. Se questo è il trend possiamo immaginare che quando nel 2019 sarà attivato il reddito di cittadinanza ci saranno almeno un milione di persone che fino a qualche anno fa erano immigrati e che adesso, come ‘nuovi italiani’, ne beneficeranno”.
È un’affermazione che contiene dei dati corretti ma che nel complesso risulta fuorviante. Vediamo il perché.
Come si diventa italiani?
È sicuramente vero che negli ultimi anni molti immigrati sono venuti a vivere e a lavorare in Italia. Secondo i dati Istat* al primo gennaio 2018 sono regolarmente residenti nel Paese circa 5,15 milioni di stranieri. Nel 2001, quando fu fatto il censimento, erano 1,3 milioni circa e dieci anni prima erano appena 356 mila.
Molti dei cittadini extracomunitari arrivati prima del 2008 e di quelli comunitari arrivati prima del 2014 hanno adesso maturato i requisiti necessari per diventare cittadini italiani. Secondo la legge, come spiega il portale dedicato del governo italiano, lo straniero – che non abbia ascendenti italiani o non sia in condizioni particolari – acquisisce normalmente la cittadinanza “per naturalizzazione”.
Lo straniero può cioè richiedere la cittadinanza italiana dopo dieci anni di residenza legale in Italia, tempo ridotto a cinque anni per coloro a cui è stato riconosciuto lo status di apolide o di rifugiato e a quattro anni per i cittadini di Paesi dell’Unione Europea.
Inoltre si può acquisire la cittadinanza anche per matrimonio con un cittadino italiano, dopo due anni di residenza legale in Italia oppure, se residente all'estero, dopo tre anni dalla data di matrimonio. Se ci sono figli i termini si dimezzano.
Infine è possibile diventare cittadini italiani con una particolare, e limitata, forma di ius soli: se lo straniero nato in Italia e residente nel Paese senza interruzioni fino ai 18 anni, entro il compimento del diciannovesimo anno, dichiara di voler acquisire la cittadinanza italiana, può ottenerla.
*Percorso: Popolazione e famiglie > Stranieri e immigrati > Stranieri residenti al primo gennaio
Quanti sono gli stranieri diventati italiani negli ultimi anni?
I numeri citati da Savino a proposito dei nuovi cittadini italiani sono sostanzialmente confermati da Eurostat, il servizio statistico della Commissione europea. Secondo le rilevazioni più recenti, nel 2013 hanno acquisito la cittadinanza italiana 100,7 mila persone, nel 2014 129,9 mila, nel 2015 178 mila e nel 2016 201,6 mila. Sono stati, quindi, circa 610 mila i nuovi cittadini nell’arco di quattro anni.
Se per il 2017 e 2018, come presuppone Savino, fosse confermato lo stesso numero del 2016, si arriverebbe al milione di nuovi italiani citato dall’esponente di Forza Italia.
Ma che questi abbiano automaticamente diritto al reddito di cittadinanza è falso. L’erogazione di questa misura, secondo quanto previsto dal Contratto di governo, è destinata ai cittadini italiani “in condizioni di bisogno”. Ancora non si conoscono i dettagli di come, in concreto, verrà definito il reddito di cittadinanza, ma si può ipotizzare che per ottenerlo si dovrà avere un reddito al di sotto di determinate soglie.
Se è vero – come abbiamo sottolineato in passato – che secondo le rilevazioni Istat gli stranieri sono spesso esposti al rischio di povertà più che gli italiani, e dunque i nuovi italiani che erano stranieri fino a poco fa potrebbero essere in condizioni simili, sembra comunque esagerato ritenere che questi ultimi ricadrebbero tutti nelle soglie di reddito basso interessate dal reddito di cittadinanza.
Oltretutto questa distinzione tra italiani e stranieri è fuorviante.
Perché gli stranieri hanno diritto al reddito di cittadinanza?
A dispetto di quanto scritto nel Contratto di governo, che parla di reddito di cittadinanza per i “cittadini italiani”, e di quanto affermato di recente da Di Maio e Salvini, questa misura non potrà escludere gli stranieri. Se lo facesse, come abbiamo scritto poco tempo fa, verrebbe dichiarata illegittima e probabilmente anche incostituzionale.
Con l’emergere di questa contraddizione, lo stesso Di Maio sembra aver cambiato posizione, affermando il 2 ottobre: “Noi abbiamo inserito una norma che dice che devi essere residente da almeno 10 anni all’interno dei confini nazionali”.
Una restrizione sulla base della residenza e non della cittadinanza è giuridicamente lecita in teoria. Dunque, che gli stranieri regolarmente residenti acquisiscano o meno la cittadinanza italiana – il punto cioè sottolineato da Savino – sembra essere irrilevante.
Conclusione
Savino ha ragione nel sostenere che molti stranieri hanno acquisito la cittadinanza negli ultimi anni e la sua stima di “un milione” di nuovi cittadini entro il 2019 sembra credibile.
Sembra tuttavia poco realistico sostenere che tutti questi nuovi cittadini avranno diritto al reddito di cittadinanza, in quanto dipenderà anche dalla loro condizione economica. Soprattutto non ha senso sottolineare la differenza tra cittadini italiani e stranieri.
La legge e la Costituzione proibiscono questa discriminazione e lo stesso governo, stando almeno a quanto affermato di recente da Di Maio, sembra essersi reso conto di non poter escludere gli stranieri in quanto tali, ma di dover intervenire su requisiti relativi alla residenza.
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