La presidente della Rai, Monica Maggioni, è stata ascoltata dalla commissione parlamentare di vigilanza dei servizi radiotelevisivi lo scorso 18 ottobre e, tra le altre cose, ha dichiarato: “Leggo sui giornali di crolli epocali e di una situazione devastante, ma francamente mi sa che stiamo raccontando due cose che non sono identiche […]. Non siamo in presenza del crollo della Rai […]. La Rai, in generale, sulle 24 ore sta realizzando mediamente il 35,2 per cento. Guadagna, rispetto allo scorso anno, lo 0,4% in più, mentre Mediaset è al 32,5% e perde lo 0,8%. La distanza tra i due gruppi si allarga, ed è di oltre 4 punti”.
I dati citati dalla Maggioni sono in generale corretti, con qualche precisazione sul finale.
Le performance recenti della Rai
La presidente Rai cita vari giornali, che avrebbero parlato di “crolli epocali” per l’azienda di Viale Mazzini. Testate che, con diverse sfumature, hanno parlato di flop per la Rai e in particolare per il programma di Fabio Fazio, “Che tempo che fa”.
Ma arriviamo ai dati.
Abbiamo contattato la Rai per avere chiarimenti su quelli citati dalla presidente Maggioni. Ci è stata inviata un’elaborazione (svolta dal software Arianna AGB di Nielsen su dati Auditel) che mette a confronto le performance Rai e Mediaset del periodo 11 settembre 2016 - 16 ottobre 2016 con quelle del periodo 10 settembre 2017 - 15 ottobre 2017.
In quel periodo, la Rai passa da uno share sulle 24 ore del 34,74%, nel 2016, a uno del 35,17% nel 2017. Il guadagno è dunque dello +0,43%, come detto dalla presidente dell’emittente pubblica.
Mediaset passa, sempre sulle 24 ore e sempre nel periodo metà settembre - metà ottobre, da uno share del 33,27% nel 2016 a uno del 32,52% nel 2017. Perde dunque lo 0,75%. I dati citati dalla presidente, con qualche arrotondamento, sono dunque confermati da Auditel.
Non è però vero che la distanza tra i due gruppi televisivi sia “di oltre 4 punti”. Tra il 35,17% della Rai e il 32,52% di Mediaset, la distanza è di 2,65 punti.
Si tratta, secondo quanto ci riferiscono dalla Rai, di un errore di lettura della presidente, che ha omesso di specificare che i 4 punti non sono riferiti ai dati sulle 24 ore, ma a una fascia più specifica: lo share nel prime time nello stesso periodo. Qui la Rai segna un dato del 36,9% e Mediaset del 32,6%, con una distanza appunto superiore ai 4 punti percentuali (4,3).
Anno su anno
Ma come vanno le cose se, invece di confrontare gli ultimi mesi, guardiamo a tutto l’anno?
Nel 2016, nel suo complesso, la situazione vedeva la Rai col 36,68% di share sulle 24 ore, e Mediaset col 31,56%. Un distacco in favore dell’azienda pubblica che era di oltre 5 punti (5,12).
Per il 2017, sono pubblici i dati Auditel fino a luglio incluso. La distanza tra Rai e Mediaset, sempre sulle 24 ore, ha oscillato tra i 4,3 e i 7,5 punti circa, a seconda del mese.
Più nel dettaglio: a gennaio infatti la Rai aveva un vantaggio di 6,82 punti di share, a febbraio 7,53 (è il mese di Sanremo), a marzo 4,28, ad aprile e maggio 4,55, a giugno 5,79 e a luglio 5,70.
Lo scarto di 2,65 punti a settembre-ottobre, citato dalla presidente Maggioni, è insomma sotto la media dell’anno. Ma nel 2016 Mediaset era ancora più “vicina”: lo scarto era ancora inferiore, 1,47 punti.
Conclusione
La presidente Maggioni cita dei dati corretti (salvo l’errore segnalato) e ha ragione a qualificare come esagerate le voci che parlano di un “crollo” degli ascolti della Rai.
È vero che nel corso del 2017, almeno fino a luglio incluso, la forbice tra l’azienda pubblica e Mediaset sia stata maggiore di quella nel periodo preso in considerazione dalla Maggioni. Ma è anche vero che nello stesso periodo del 2016 la forchetta era ancor più ristretta, dunque il dato 2017 rappresenta un miglioramento.
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