Articolo aggiornato il 25 febbraio 2018 alle ore 15,23*.
Ospite di Omnibus su La7 il 19 febbraio, l’ex presidente del Consiglio e leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha dichiarato (min. 35.35): "Chi è chiamato come imputato in un processo penale per avere la sentenza di primo grado [in Italia, n.d.r.] deve aspettare in media 1.120 giorni. Quanto aspetta un olandese? 98 giorni. Quanti giorni in media negli altri Paesi europei? Meno di 400 giorni".
È un’affermazione errata. Tutti i numeri citati infatti risultano scorretti. È però vero che l’Italia sia “maglia nera” in Europa per durata del primo grado di giudizio nei processi penali.
Vediamo qual è la situazione.
I dati del Ministero della Giustizia
Il Ministero della Giustizia ha diffuso il 10 gennaio 2019 i dati sulla durata dei processi penali in Italia: i più recenti sono però riferiti al 2016.
La durata media dei processi penali, misurata nelle sezioni ordinarie dei tribunali, è pari a 707 giorni quando il rito è collegiale (cioè a giudicare sono più magistrati, di regola tre) e 534 quando il rito è monocratico (un singolo magistrato).
Il dato è calcolato sulla base della formula elaborata dalla Cepej, ovvero la commissione del Consiglio d’Europa che si occupa di efficienza della giustizia, per il cosiddetto Disposition time, cioè appunto il tempo necessario ad arrivare a una decisione definitiva sul caso in primo grado.
I numeri italiani però sono parecchio diversi – e maggiori – rispetto a quelli contenuti nel rapporto 2018 della stessa Cepej riferiti allo stesso 2016, che vedremo tra poco.
Un’ipotesi è che questa differenza venga dal fatto che il dato ministeriale riguarda solo i tribunali e solo il dibattimento, mentre quello del rapporto Cepej potrebbe comprendere anche i processi davanti al giudice di pace, le conciliazioni, le mediazioni, e/o anche i riti speciali che consentono di omettere la fase dibattimentale (come il giudizio abbreviato e il patteggiamento).
Abbiamo chiesto al Ministero della Giustizia la ragione di questa differenza e siamo tuttavia ancora in attesa di risposta e le nostre sono quindi solo ipotesi.
In ogni caso, anche considerando la durata media del processo davanti al tribunale collegiale (707 giorni), siamo lontani dalla cifra menzionata da Berlusconi (1.120 giorni).
*Il Ministero della Giustizia ci ha comunicato, successivamente alla pubblicazione dell'articolo, quanto segue:
Il dato del 2016 sul sito giustizia è riferito al disposition time calcolato sull'anno giudiziario 2015/2016 suddiviso per monocratico I grado monocratico e collegiale. Il riferimento temporale, anno giudiziario invece di anno solare, non influisce sull'ordine di grandezza: infatti, i valori ricalcolati sull'anno solare 2016 sarebbero rispettivamente 513 e 705 giorni.Il dato CEPEJ è riferito all'anno solare 2016 e all'attività del tribunale ordinario senza l'appello del giudice di pace (quindi comprendendo anche l'attività del gip e del gup) ma includendo anche l'attività dell'ufficio del giudice di pace. Questo in conformità a quanto richiesto dalla CEPEJ che si riferisce al primo grado, includendo sia i reati gravi che quelli di minore gravità: Total of FIRST INSTANCE criminal cases = FIRST INSTANCE Severe criminal cases (tribunale ordinario al netto di appello GdP) + FIRST INSTANCE Misdemeanour and / or minor criminal cases (ufficio del giudice di pace)".
Dunque, come spiega il Ministero della Giustizia, la differenza dipende dal fatto che nel report Cepej sono inclusi anche i processi di minore gravità, che si svolgono davanti al giudice di pace, o vengono conclusi direttamente dal gip o dal gup, senza andare in dibattimento. Il Ministero invece considera solo quelli più gravi, che vengono trattati direttamente in tribunale, e che hanno ovviamente tempi più lunghi.
I dati del rapporto Cepej
Nel rapporto Cepej sui sistemi giudiziari europei del 2018 troviamo i dati relativi all’Italia, all’Olanda e alla media degli altri Paesi europei, citati da Berlusconi. In particolare il Cepej riporta il “Disposition Time of first instance criminal cases”, cioè il tempo necessario a definire i processi penali in primo grado. Come anticipato, i dati sono molto diversi da quelli del Ministero della Giustizia.
La durata media riportata per l’Italia, nel 2016, è infatti pari a 310 giorni: nettamente meno dei 707 (o 534) riferiti dal Ministero.
È comunque il dato peggiore di tutti. Solo altri tre Paesi hanno dati superiori ai 300 giorni e sono Cipro, la Bosnia-Erzegovina e la Turchia. Tuttavia, come segnala il rapporto, l’Italia è anche il Paese che ha fatto registrare il miglioramento più significativo tra il 2014 e il 2016: siamo infatti passati da 386 a 310 giorni, con un accorciamento dei tempi pari a 76 giorni.
La media di tutti gli Stati del Consiglio d’Europa è pari a 138 giorni. Un numero molto diverso dai 400 giorni scarsi citati da Berlusconi.
Per l’Olanda poi è riportato un dato, sempre per il 2016, pari a 128 giorni. Un dato più vicino a quello citato da Berlusconi (98 giorni) viene riferito al 2012, quando i giorni necessari per il primo grado erano 99 (nel 2010 addirittura 89).
Conclusione
Berlusconi riporta dei numeri scorretti quando parla della durata del primo grado del processo penale in Italia. Secondo la fonte più autorevole - e che consente un confronto internazionale - che è il rapporto Cepej, in Italia il primo grado viene definito in media in 310 giorni, quasi un quarto dei 1.120 giorni riportati dall’ex Cavaliere.
Scorretti poi anche i dati riferiti all’Olanda (128 e non 98 giorni) e alla media degli altri Paesi europei (138 giorni e non 400 circa).
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