Il capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli ha dichiarato l’ 11 aprile, in un’intervista con il Quotidiano.net: “Per noi non ha nessun senso parlare di premier terzo. Che cosa significa? Quanto conta un presidente del Consiglio in un tavolo europeo se quel presidente del Consiglio non è stato scelto dai cittadini?”.
Si tratta di un’affermazione sbagliata dal punto di vista della Costituzione, dove lascia intendere che in Italia il presidente del Consiglio venga scelto dai cittadini. E che ci consente di verificare quale sia la situazione nel resto d’Europa.
La situazione in Italia
Come abbiamo spiegato anche in passato, l'Italia è una Repubblica parlamentare e non presidenziale, dove il presidente del Consiglio viene scelto dal presidente della Repubblica - consultati i gruppi parlamentari - e non dai cittadini. Il messaggio secondo cui sono gli elettori a decidere il presidente del Consiglio non ha fondamento nella Costituzione, e non solo.
Tradizionalmente, in Italia, non c'è sempre coincidenza tra il leader del partito o dello schieramento più votato e il presidente del Consiglio. Negli anni della Prima Repubblica divennero presidenti del Consiglio sia leader di partiti minori (si possono citare ad esempio Spadolini, repubblicano, o Craxi, socialista) sia figure diverse dai leader ufficiali - presidente o segretario - della Democrazia cristiana.
Nella Seconda Repubblica poi, a parte Berlusconi e Prodi, gli altri presidenti del Consiglio (Dini, D'Alema, Amato, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni) non erano stati indicati prima del voto quali presidenti "in pectore" dei rispettivi schieramenti. E si trattava di un sistema bipolare e sostanzialmente maggioritario. Adesso, che il sistema è tornato prevalentemente proporzionale ed è tripolare, la coincidenza tra capo del partito che ha preso il maggior numero di voti e presidente del Consiglio è ancora più difficile.
La situazione in Europa
Ma verifichiamo quale sia la situazione negli altri grandi Paesi europei, dove - al di là dell'assetto costituzionale di ciascuno - il presidente del Consiglio è il leader del partito che vince le elezioni.
In Germania il Cancelliere (l'equivalente del nostro presidente del Consiglio) viene proposto dal presidente della Repubblica ed eletto dal Parlamento (Bundestag). Di regola, anche nei recenti casi di Grande Coalizione, è il leader del partito che vince le elezioni. In un solo caso, quello del socialdemocratico Helmut Schmidt, cancelliere tra il 1974 e il 1982, il cancelliere non fu mai presidente del suo partito. In altri casi, lo diventò qualche tempo dopo. Attualmente, comunque, è cancelliere Angela Merkel, presidente del partito conservatore (Cdu), in alleanza col partito socialdemocratico (Spd).
In Francia il sistema è semi-presidenziale, e il Presidente della Repubblica - che è una carica politica e non puramente istituzionale, come invece in Italia o in Germania - viene eletto direttamente dai cittadini con un sistema a doppio turno. Attualmente è presidente Emmanuel Macron, fondatore e leader del partito En Marche!. Il primo ministro francese è una figura meno importante, proprio a causa del ruolo preminente che ha il presidente della Repubblica. Viene liberamente scelto da quest'ultimo e deve ottenere la fiducia dell'Assemblea nazionale.
In Spagna vige una monarchia parlamentare, per cui (articolo 99 della Costituzione) il Presidente del Governo viene proposto dal Re alla Camera bassa, che deve dare la fiducia a maggioranza. Il Re per prassi, ma non per legge, propone il nome del leader del partito che ha vinto le elezioni. Gli ultimi presidenti - dalla fine della transizione post-franchismo all'attuale Mariano Rajoy - erano tutti leader dei rispettivi partiti (socialista o popolare).
Nel Regno Unito la figura stessa del Primo Ministro esiste per consuetudine e non per legge. Viene scelto dal Re o dalla Regina, che in teoria è totalmente libero nella scelta, ma tradizionalmente incarica la persona con le maggiori chance di ottenere la fiducia nella House of Commons. In epoca recente il premier inglese è sempre stato anche il leader del proprio partito (May, Cameron, Brown, Blair, Major, Thatcher etc.).
Insomma, nei principali Paesi europei ad eccezione dell'Italia, oggi come negli anni recenti, è consuetudine di fatto che il capo del governo sia anche il leader del partito principale che sostiene la maggioranza. Al di là dei Paesi maggiori, c'è un caso in Europa in cui il presidente della Repubblica è obbligato, in prima battuta, a dare l'incarico al leader del partito più votato, e si tratta della Grecia. Qui infatti o c'è un partito che ha la maggioranza dei seggi in Parlamento, e il suo leader ottiene l'incarico dal presidente della Repubblica, oppure c'è una coalizione che ha la maggioranza, e il suo leader ottiene l'incarico. Se tali maggioranze non ci sono, ottiene l'incarico esplorativo il leader del partito di maggioranza relativa.
Conclusioni
L'Italia è una Repubblica parlamentare e non esiste una prassi consolidata in base alla quale il presidente del Consiglio debba essere il leader del partito più votato. Anzi, quando vigeva un sistema proporzionale simile a quello attuale - durante la prima Repubblica - capitava non di rado il contrario. Negli altri quattro grandi Paesi europei, solo la Francia ha un sistema istituzionale che deleghi ai cittadini la scelta della più alta carica politica dello Stato (il presidente della Repubblica). Germania, Spagna e Regno Unito sono invece sistemi più simili a quello italiano, in cui il Capo dello Stato (Re o Presidente) dà l'incarico di presidente del Consiglio a un soggetto che deve poi ottenere la fiducia della camera bassa (da noi deve averla in entrambe le camere). È tuttavia vero che in epoca recente, nei tre Paesi citati, per prassi questo incarico venga dato al leader del partito o dello schieramento più votato.