Il ministro della Giustizia uscente Andrea Orlando, lo scorso 6 marzo, ha dichiarato ai microfoni del programma radiofonico “105 Matrix” (min. 31.20) che “stiamo parlando della sconfitta più grave nella storia del Pd e del centrosinistra nel suo insieme [...]. La sinistra nel suo insieme sta sotto un quarto dei voti degli italiani".
Si tratta di un’affermazione sostanzialmente corretta.
La peggior sconfitta del PD
Il Partito Democratico è nato nell’ottobre del 2007 e da allora ha partecipato a cinque elezioni di livello nazionale: le politiche del 2008, 2013 e 2018 e le europee del 2009 e del 2014. Vediamo dunque i risultati ottenuti in queste votazioni.
Alle politiche del 2008, guidato da Walter Veltroni, il Pd ottenne – consideriamo i dati relativi alla Camera dei deputati – il 33,18%.
Nel 2009, quando a Veltroni – che si era dimesso a febbraio di quell’anno – era subentrato come segretario Dario Franceschini, alle europee il Pd prese il 26,12%.
Alle politiche del 2013, guidato da Pierluigi Bersani, ottenne il 25,43%. Nel 2014, con segretario Matteo Renzi, alle europee il Pd ebbe il suo miglior risultato di sempre, ottenendo il 40,81% dei voti.
Alle ultime elezioni politiche, del 5 marzo scorso, il Pd (sempre guidato da Renzi) ha ottenuto il 18,72%.
È quindi vero che quello più recente sia il peggior risultato per il Pd dalla sua nascita.
La peggior sconfitta del centrosinistra
Orlando parla in un primo momento di “centrosinistra” ma successivamente, facendo riferimento al risultato inferiore al 25% di tutte le forze di sinistra messe insieme, parla appunto di “sinistra”. Per completezza consideriamo dunque i risultati della sinistra, anche comunista, nell’Italia della Prima Repubblica, e del centrosinistra nella Seconda.
Li confrontiamo col risultato ottenuto da Pd e alleati (22,85%), sommato a quello di Liberi e Uguali (3,39%), di Potere al Popolo (1,13%) e del Partito Comunista (0,32%). Il totale è così del 27,69%. Facciamo riferimento a un’area politica che si autoidentifica come di “centrosinistra” o di “sinistra”, tralasciando il fatto che questi partiti si sono presentati separatamente alle elezioni.
La Prima Repubblica
Alle elezioni politiche del 1948, le prime della storia repubblicana, il “Fronte Popolare” costituito dall’alleanza tra Partito comunista italiano (Pci) e Partito socialista italiano (Psi) prese il 30,98% dei voti.
Nel 1953, scioltosi il Fronte Popolare, i due partiti che l’avevano creato corsero da soli e ottennero rispettivamente il 22,6% il Pci e il 12,7% il Psi. Anche senza contare le formazioni più piccole (lo Psdi, col 4,51% o il Pri con l’1,62%), il totale ottenuto dalle due formazioni maggiori (il 35,3%) è ampiamente superiore all’ultimo risultato di tutte le forze di sinistra e centrosinistra sommate.
Nel 1958 il Pci ottenne il 22,68% e il Psi il 14,23%. Di nuovo, anche solo considerando queste due forze, il totale (36,91%) supera di quasi dieci punti la percentuale del 2018.
Nel 1963 il Pci arrivò al 25,26% e il Psi al 13,84% (totale 39,1%). Nel 1968 il Pci salì ancora, al 26,9% e lo Psu (partito nato dall’unione di Psi e Psdi) ottenne il 14,48% (totale 41,38%). Nel 1972 il Pci ottenne il 27,15% e lo Psi – separatosi dallo Psdi, che in queste elezioni prenderà il 5,14% - il 9,61%. Di nuovo considerando solo le due forze principali, il totale è del 36,76%.
Nel 1976 il Pci da solo ottenne il 34,37%, nel 1979 il 30,38%, nel 1983 il 29,89%. Nel 1987 il Pci scese al 26,58% ma, di nuovo, considerando anche il Partito socialista italiano (e senza contare Psdi o Pri) che ottenne il 14,26%, il totale supera il 40%.
Nel 1992, prima elezioni senza Partito comunista italiano, il Pds (allora guidato da Occhetto) ottenne il 16,11%, il Psi il 13,62% e Rifondazione comunista (fuoriusciti del Pci che non avevano condiviso la svolta di Occhetto) il 5,62%. Il totale delle tre forze è del 35,35%.
Dunque nel corso della prima Repubblica è vero che le forze di sinistra e centrosinistra, anche solo considerando le formazioni maggiori, non abbiano mai ottenuto un risultato tanto basso quanto quello di tutte le forze di sinistra e centrosinistra nel 2018.
La Seconda Repubblica
Nelle prime elezioni della cosiddetta Seconda Repubblica, nel 1994, il centrosinistra - inteso come alleanza tra gli eredi della tradizione democristiana di sinistra e di quella comunista - non era ancora nato. Ma anche considerando solo le forze più strettamente di sinistra (Pds-Rifondazione comunista-Verdi), e ignorando le formazioni minori, il totale che ottennero fu del 29,11%, superiore al 27,69% di tutte le forze di sinistra e centrosinistra nel 2018.
Nel 1996, dopo la nascita dell’Ulivo di Romano Prodi, sinistra e centrosinistra vinsero le elezioni. La percentuale considerata del 2018 viene superata anche solo sommando i voti degli eredi del Pci, Pds (21,06%) e Rifondazione comunista (8,57%).
Nel 2001 nell’area di centrosinistra i due partiti maggiori erano i Ds (eredi del Pds) e la Margherita (l’area di sinistra degli ex democristiani), che presero rispettivamente il 16,57% e il 14,52%. Anche senza bisogno di contare Rifondazione comunista (5,03%), la somma dei due partiti supera il risultato del campo di centrosinistra e sinistra del 2018.
Nel 2006 l’Ulivo, in cui erano confluiti Ds e Margherita, oltre a forze minori, da solo prese il 31,27%. Nel 2008, come già detto, il Pd prese il 33,18% e l’Italia dei valori, alleata, il 4,37% (la Sinistra arcobaleno il 3,08%). Nel 2013 la coalizione guidata da Bersani, di cui facevano parte oltre al Pd anche Sinistra ecologia e libertà, i centristi di Centro democratico e lo Svp tirolese, ottenne il 29,55% dei voti.
Dunque è vero che anche nella Seconda Repubblica le forze di sinistra e centrosinistra non abbiano mai avuto complessivamente un risultato tanto negativo quanto quello delle ultime elezioni.
La sinistra sotto il 25%?
Vediamo infine se è corretto dire che la sinistra adesso stia, come afferma Orlando, sotto il quarto dei voti espressi. Come abbiamo detto, sommando i risultati di tutte le forze di centrosinistra e sinistra alle elezioni del 2018 si arriva al 27,69%, quindi in realtà poco più di un quarto. In questo caso si includono anche le liste +Europa di Emma Bonino, di ispirazione radicale, e Civica popolare di Lorenzin, di ispirazione centrista.
Conclusione
Nel complesso Orlando ha ragione: quella del 2018 è stata l’elezione in cui le forze di sinistra e centrosinistra considerate complessivamente hanno ottenuto il peggior risultato della storia repubblicana.
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