Il ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro (M5s), in un post pubblicato il 10 luglio sul Blog delle stelle, ha scritto: "Grazie a questa riforma [sul taglio dei parlamentari n.d.r.] l’Italia non sarà più il Paese con il più alto numero di rappresentanti direttamente eletti d’Europa".
L’affermazione è corretta. Andiamo a vedere i dettagli.
L’Italia è il Paese con il più alto numero di rappresentanti direttamente eletti d’Europa? La risposta è sì.
Già in passato avevamo analizzato una dichiarazione simile - ma non identica - a quella di Fraccaro, fatta da Maria Elena Boschi (Pd) quando era ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento. Secondo Boschi quello italiano era «il Parlamento più numeroso d’Occidente».
A differenza di Fraccaro dunque, l’ex ministro non prendeva come ambito per il proprio confronto la sola Europa ma tutto l’Occidente, e soprattutto non distingueva tra eletti direttamente e non. Come vedremo, quest’ultima questione fa la differenza.
Analizzando le parole dell’ex ministro Boschi avevamo infatti riscontrato come l’Italia si piazzi seconda, e non prima, in questa classifica con 950 parlamentari tra senatori (315+ minimo* 5 a vita) e deputati (630). Il primo posto spetta al Regno Unito, che ha 650 deputati nella Camera bassa e ben 791 rappresentanti nella Camera alta, la House of Lords, per un totale di 1.441 parlamentari. I membri della House of Lords, tuttavia, non sono “direttamente eletti” dal popolo ma vengono nominati al termine di una complessa procedura. Tutti gli altri Stati europei, anche considerando i parlamentari non eletti direttamente, arrivano alle spalle dell’Italia.
Con la precisazione fatta da Fraccaro sull’elezione diretta dei parlamentari, l’Italia si colloca invece prima in classifica, davanti alla Germania (che elegge direttamente i 709 membri del Bundestag e indirettamente i 69 membri del Bundesrat), al Regno Unito (che come abbiamo già visto elegge direttamente i 650 membri della House of Commons e indirettamente i 791 della House of Lords), alla Francia (che elegge direttamente i 577 membri dell’Assemblea Nazionale e indirettamente i 348 membri del Senato) e alla Spagna (che elegge direttamente i 350 deputati e 208 dei 266 senatori).
*Ai 5 senatori a vita che può nominare il Presidente della Repubblica vanno aggiunti gli ex Presidenti della Repubblica, che sono senatori a vita di diritto. Attualmente si tratta del solo Giorgio Napolitano.
Cosa prevede la riforma sul taglio dei parlamentari
Come abbiamo verificato nel nostro progetto Traccia il contratto, che analizza a che punto è l’esecutivo nel mantenere le varie promesse contenute nel Contratto di governo, sulla riduzione del numero di deputati e senatori il procedimento legislativo è ancora in corso.
Il disegno di legge costituzionale che dispone il taglio del numero dei parlamentari è infatti stato approvato in prima lettura dal Senato (7 febbraio 2019) e dalla Camera (9 maggio 2019), e manca ora l’approvazione in seconda lettura. Palazzo Madama dovrebbe iniziare le votazioni l’11 luglio e se approvasse il testo senza modifiche mancherebbe solo l’ultimo passaggio a Montecitorio.
Il progetto di riforma prevede la riduzione del numero dei senatori da 315 a 200 e quella del numero di deputati da 630 a 400. Il totale dei parlamentari eletti - senza quindi contare i senatori a vita - scenderebbe così da 945 a 600.
Come cambierebbe allora la classifica dei Parlamenti più numerosi?
Se la riforma verrà approvata, l’Italia non si troverebbe in effetti più in vetta alla classifica, anzi. Con 400 deputati e 200 senatori Roma arriverebbe alle spalle di Berlino e Londra, e di poco davanti a Parigi e Madrid.
Conclusione
Fraccaro ha sostenuto che l’Italia sia al momento il Paese in Europa col maggior numero di rappresentanti eletti in Parlamento, e che se venisse approvata la riforma costituzionale che ne riduce il numero a 600 questo primato verrebbe meno.
L’affermazione è corretta in ambo le sue parti. Se non contiamo i rappresentanti non eletti direttamente dal popolo (come i senatori a vita in Italia, i membri della House of Lords nel Regno Unito, quelli del Bundesrat in Germania, i senatori francesi e parte di quelli spagnoli), l’Italia è prima in questa classifica. Se la riforma che prevede la riduzione del numero di parlamentari a 600 verrà approvata, Roma passerebbe invece dall’essere prima all’essere terza.
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