Per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus il governo Conte II ha varato l’8 marzo un decreto della presidenza del Consiglio con cui, di fatto, fino al 3 aprile viene messo in semi-isolamento un quarto abbondante della popolazione italiana.
In Lombardia e in 14 province, tra Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Marche, sono vietati tutti gli spostamenti in entrata e in uscita da queste aree – nonché quelli al loro interno – a meno che non ci siano comprovate esigenze di lavoro, salute o altre dimostrabili necessità.
A chi ha febbre superiore a 37,5 gradi «è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante». Chi è sottoposto alla quarantena o è risultato positivo al virus subisce invece un «divieto assoluto» di abbandonare la propria abitazione.
I trasgressori di questi divieti, come chiarito da una circolare del Ministero dell’Interno sempre dell’8 marzo, rischiano l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro (art. 605 c.p.) a meno che la loro condotta non concretizzi reati anche più gravi, come i delitti contro la salute pubblica (art. 452 c.p.).
Anche a chi non si trova nella zona soggetta a queste misure sono poi raccomandate una serie di condotte per evitare la diffusione del virus.
Al 9 marzo mattina, secondo lo European Center for disease prevention and control (Ecdc), in Italia i contagiati in totale dall’inizio dell’epidemia risultavano 7.375 e i decessi 366.
Ma qual è invece la situazione negli altri grandi Stati europei? Quali sono le misure che sono state messe in campo ad oggi?
Germania
In Germania, al 9 marzo mattina, risultano esserci in totale 902 persone contagiate dal nuovo coronavirus (terzo numero più alto in Europa) dall’inizio dell’epidemia e nessun decesso.
Il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ha dichiarato l’8 marzo che la Germania dovrebbe sospendere tutti gli eventi pubblici in cui sono coinvolte più di mille persone, per prevenire la diffusione del virus. Al 9 marzo non risulta tuttavia che una simile misura, che coinvolgerebbe soprattutto gli eventi sportivi, culturali e fieristici, sia ancora stata ufficialmente adottata.
Sul sito del Ministero della Salute (Bundesgesundheitsministerium) si leggono informazioni sul coronavirus aggiornate al 6 marzo. In base a queste non risulta che siano state adottate particolari misure per limitare la mobilità delle persone in Germania (le scuole sono aperte, il campionato di calcio procede, le manifestazioni culturali e sociali non sono vietate, e via dicendo).
I passeggeri di rientro dalle aree considerate a rischio devono essere informati dai vettori con un volantino, che sintetizza le raccomandazioni del caso, e devono fornire alle autorità le informazioni necessarie per essere contattati nei 30 giorni successivi all’arrivo in Germania, in caso di necessità. Se ci sono casi sospetti di coronavirus su aerei, navi, treni e via dicendo, vanno immediatamente informate le autorità.
In generale l’impostazione al momento è quella di affidarsi al buon senso e alla responsabilità delle persone. Per le eventuali misure sono comunque competenti in primo luogo i Länder ma il Robert Koch Institute – agenzie federale che si occupa di prevenire e contrastare le epidemie – è responsabile del coordinamento a livello nazionale.
Francia
In Francia, sempre alla mattina del 9 marzo, risultano contagiate dal nuovo coronavirus dall’inizio dell’epidemia 1.126 persone (secondo numero più alto in Europa) e i decessi sono stati 19.
Sul sito del Ministero della Solidarietà e della Salute (Ministère des Solidarités et de la Santé) non risultano misure restrittive alla libertà di spostamento delle persone in generale, ma alcune misure di contrasto sono state già prese.
In particolare è stata disposta, a fine febbraio, la chiusura per 15 giorni delle scuole in alcuni dipartimenti del territorio francese (in particolare al Nord, nell’Oise e Alta Savoia) dove sono attivi dei focolai di coronavirus e il divieto di raduni. Anche in queste zone, tuttavia, non è stata stabilita una “zona rossa” da cui non si possa uscire (o entrare).
A livello generale sono poi stati vietati i raduni con più di 5 mila persone e di conseguenza sono stati cancellati alcuni concerti, la Maratone di Parigi e la Fiera del Libro. L’8 marzo il numero massimo di persone è poi stato abbassato a mille, ma per il resto il Paese continua a funzionare normalmente: i trasporti circolano ovunque e le prossime elezioni locali del 15 marzo sono state confermate.
Sono comunque attivi diversi numeri che è possibile contattare per le persone che vogliono avere consigli e informazioni, magari dopo essere stati in un’area a rischio.
Le strutture sanitarie sono poi allertate per il contenimento dei casi di coronavirus che vengono scoperti, ricostruendo tutti i contatti avuti nelle due settimane precedenti e monitorando gli sviluppi nelle due settimane successive.
Regno Unito
Al 9 marzo mattina, nel Regno Unito si registrano in totale dall’inizio dell’epidemia 273 contagiati dal coronavirus (quinto numero più alto in Europa) e tre decessi.
Non sono previste dal Ministero della Salute (Department of Health and Social Care) restrizioni alla libertà di circolazione delle persone in nessuna area del Paese o chiusure di scuole, musei, chiese e via dicendo.
È attivo un apposito numero telefonico da contattare, il servizio sanitario monitora i contagiati e prende contatto con le persone che hanno avuto contatto con questi. Le persone di ritorno da aree a rischio (ad esempio il Nord Italia) sono invitate ad auto-isolarsi per 14 giorni, anche se non hanno sintomi. Se tornano da aree a rischio inferiore (ad esempio il resto d’Italia), sono invitate ad auto-isolarsi per 14 giorni solo se hanno sintomi come febbre e tosse.
Al momento non sono sconsigliate le strette di mano e i contatti personali ma sono ribadite le indicazioni dell’Oms circa il lavaggio delle mani, starnutire nel gomito, non toccarsi gli occhi e via dicendo. Sono poi sconsigliati i viaggi nella provincia di Hubei in Cina e, a meno che non sia necessario, anche nel resto del Paese asiatico.
Spagna
Per la Spagna sono riportate alla mattina del 9 marzo in totale dall’inizio dell’epidemia 589 persone contagiate dal coronavirus (quarto numero più alto in Europa) e cinque decessi. Questo numero tuttavia è quasi raddoppiato nel report del pomeriggio, arrivando a 999.
Il Ministero della Salute iberico (Ministerio de Sanidad, Consumo y Bienestar Social) aveva impostato finora l’approccio al problema sullo stesso modello degli analoghi dicasteri tedeschi e britannici. Erano state ribadite le raccomandazioni dell’Oms sul lavarsi le mani e via dicendo, era stato attivato un apposito numero telefonico per l’emergenza, sconsigliati i viaggi non strettamente necessari nelle zone a rischio, consigliato l’auto-isolamento per chi ha sintomi sospetti e per chi era stato nelle aree a rischio o a stretto contatto con persone che lì sono state.
Non erano però ancora state imposte limitazioni agli spostamenti dei cittadini in nessuna parte del territorio e in generale l’ordinario funzionamento dei servizi non era stato compromesso da misure emergenziali.
Alla luce del recente picco di casi, il governo locali dei Paesi Baschi ha però deciso il 9 marzo la chiusura di scuole e università a Vitoria (la capitale locale) per 15 giorni e il governo spagnolo starebbe studiando misure drastiche per i prossimi giorni.
Conclusione
Alla mattina del 9 marzo tutti i principali Stati europei, a parte l’Italia, non hanno imposto misure paragonabili a quelle in vigore nel nostro Paese.
Al momento, del resto, i casi di contagio e soprattutto i decessi collegati al coronavirus in Germania, Francia, Regno Unito e Spagna sono numericamente molti meno di quelli rilevati in Italia.
In questi Paesi dunque non sono al momento presenti limitazioni generali alla libertà di spostamento delle persone. Tuttavia alcune misure di contrasto al virus sono state già prese (in particolare dalla Francia, che aveva già chiuso le scuole in alcune regioni del Nord e aveva vietato i raduni affollati) e altre stanno venendo prese in queste ultime ore (un particolare in Spagna, dove si è registrato un improvviso picco di contagi).