Influenza stagionale e nuovo coronavirus: da quando la COVID-19 (la malattia causata dal Sars-CoV-2) è arrivata in Italia si sono sprecati i paragoni tra i due, quale sia più pericoloso, quale faccia più morti e via dicendo.
Le informazioni sul nuovo coronavirus sono ancora insufficienti per avere un quadro completo sulla sua letalità (ossia su quanti morti fa tra i contagiati) – che al momento sembra essere compresa tra l’1 e il 3 per cento – mentre numeri più solidi li abbiamo per quanto riguarda l’influenza stagionale.
Vediamo allora quanti sono stati i morti, di preciso, delle epidemie influenzali in Italia negli ultimi anni.
In breve: ogni anno si ammalano di influenza diversi milioni di italiani, e per alcune centinaia la malattia si rivela letale.
Come leggere i numeri dell’Istituto superiore di sanità
In questo periodo dell’anno, l’Istituto superiore di sanità (Iss) pubblica ogni settimana i dati sul monitoraggio della stagione influenzale, che parte dalla settimana n. 42 di un anno (metà ottobre) alla settimana n. 17 dell’anno seguente (fine aprile).
Sul sito dell’Iss si legge che durante la sesta settimana del 2020 (ossia dal 3 al 9 febbraio 2020) si è registrata «una media giornaliera di 217 decessi rispetto ai 238 attesi». Questo vuol dire che ogni giorno in Italia muoiono di influenza più di 200 persone? La risposta è no, e il perché lo chiarisce lo stesso Iss.
La fonte del dato è il sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg) «che si basa su 19 città campione italiane che raccolgono quotidianamente il numero di decessi negli ultra 65enni per tutte le cause (non solo per influenza)», chiarisce l’Istituto sul suo sito ufficiale. «Questo numero viene confrontato con quello atteso costituito dalla media dei decessi registrati nei cinque anni precedenti».
Qual è il motivo di questo conteggio? Il punto è che ogni anno, durante la stagione influenzale, l’influenza determina quello che è chiamato un “eccesso di mortalità”, ossia un numero di morti maggiore rispetto a quello che si registrerebbe senza il contagio da virus influenzali. In questo modo è di fatto possibile stimare l’aggressività di una stagione influenzale in tempi brevi e la velocità, nella risposta al diffondersi di un virus, è sempre fondamentale.
Il Sismg riporta le statistiche sui decessi per tutte le cause, spiega l’Iss, «perché i dati dei decessi per influenza non sono disponibili in tempo reale». L’Istat invece, che ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale, impiega circa due anni per rendere disponibili i dati di mortalità per specifica causa.
Esiste poi un secondo sistema di sorveglianza che monitora in tempo reale le forme gravi e complicate di influenza stagionale, ma solo tra quelle confermate in laboratorio nei pazienti che sono stati ricoverati in terapia intensiva.
In base a questo, da ottobre 2019 ad oggi, sono stati segnalati 164 casi gravi di influenza (132 con una condizione di rischio preesistente, come diabete e tumori), con 33 decessi. Ma anche questo sistema è parziale, e non ci dice quanti sono davvero i morti per influenza in Italia.
Visto che non ci occupiamo di contrastare la diffusione di un virus, ma di verificare numeri e fatti, possiamo evitare di guardare i dati del Sismg – utilissimi all’Iss perché quasi immediati, ma troppo imprecisi per noi – o dei ricoverati in terapia intensiva, e invece usare i dati Istat, che arrivano fino al 2017 incluso.
I morti di influenza negli ultimi 11 anni
Secondo il database di Istat sulle cause iniziali di morte (ossia su quelle malattie che hanno condotto al decesso), nel 2017 i morti per influenza sono stati 663, il doppio dei 316 registrati nell’anno precedente. Nel 2015 i decessi sono stati 675 e 272 nel 2014. Tra il 2007 e il 2013 i morti per influenza sono stati rispettivamente: 411, 456, 615, 267, 510, 458 e 417.
Tra il 2007 e il 2017 (ultimo anno su cui abbiamo i dati), l’influenza è stata la causa iniziale di morte per un totale di 5.060 decessi, una media di 460 l’anno.
«A seconda delle stime dei diversi studi, vanno poi aggiunti tra le 4 mila e le 10 mila morti “indirette”, dovute a complicanze polmonari o cardiovascolari, legate all’influenza», ha spiegato a Pagella Politica Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore all’Università degli Studi di Milano.
Come sottolinea anche l’Iss, qui però stiamo parlando di stime su più anni, a differenza dei dati Istat sulle cause di morte.
«Diversi studi pubblicati utilizzano differenti metodi statistici per la stima della mortalità per influenza e per le sue complicanze», spiega l’Istituto superiore di sanità. «È grazie a queste metodologie che si arriva ad attribuire mediamente 8 mila decessi per influenza e le sue complicanze ogni anno in Italia».
Ricapitolando: se contiamo i morti “diretti” per influenza, tra il 2007 e il 2017 sono stati in totale poco più di 5 mila; se si considerano anche i decessi “indiretti” il numero sale di molto e potrebbe potenzialmente a superare le 100 mila morti in totale.
In generale, spiega l’Iss, si stima che il tasso di letalità dell’influenza stagionale (ossia il rapporto tra morti totali e contagiati) sia inferiore all’uno per mille (0,1 per cento).
I dati sui contagiati
Vediamo adesso i dati sui contagiati. Secondo i dati dell’Iss, ogni anno le sindromi simil-influenzali (ossia quelle che danno sintomi riconducibili all’influenza) coinvolgono circa il 9 per cento dell’intera popolazione italiana, «con un minimo del 4 per cento [circa 2,4 milioni di persone], osservato nella stagione 2005-06, e un massimo del 15 per cento registrato nella stagione 2017-18 [quasi 9 milioni]».
Secondo i dati più aggiornati di InfluNet (il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinato dal Ministero della Salute con la collaborazione dell’Iss), da ottobre 2019 alla settima settimana del 2020 (10-16 febbraio) il numero di casi stimati di sindrome simil-influenzale è pari a circa 5 milioni e 632 mila casi.
Sebbene il picco stagionale sia stato superato nella quinta settimana del 2020, è ancora presto per avere un numero definitivo dei casi di sindrome simil-influenzale per questa stagione, che terminerà ad aprile.
Abbiamo però i dati degli anni passati. Alla fine della stagione influenzale dello scorso anno, i casi stimati sono stati circa 8 milioni e 104 mila, un po’ di meno rispetto agli 8 milioni e 677 mila registrati a cavallo tra il 2017 e il 2018.
A fine aprile 2017, i casi stimati erano invece stati 5 milioni e 441 mila, in aumento rispetto ai 4 milioni e 877 mila casi dell’anno prima. Nella stagione 2014-2015, il numero di casi stimato era invece stato di 6 milioni e 254 mila.
Da questi dati è evidente come ci sia un’ampia variabilità, che, tra le altre cose, è determinata dai fattori (come la meteorologia) che influiscono sulla diffusione dei virus influenzali, che – ricordiamo – hanno una tendenza a variare, obbligandoci ogni anno a sviluppare vaccini diversi.
Conclusione
Quando si parla di “morti per influenza” bisogna fare attenzione ai numeri che ci sono in circolazione.
Secondo i dati degli ultimi anni, in media circa il 9 per cento della popolazione italiana contrae il virus dell’influenza, ma il tasso di letalità stimato per la sola influenza è dello 0,1 per cento.
Tra il 2007 e il 2017, i morti “diretti” per influenza sono stati in media 460 l’anno; mentre le stime per i decessi “indiretti” vanno dai 4 mila ai 10 mila l’anno.
Per quanto riguarda i contagiati, i dati sulle ultime stagioni influenzali hanno mostrato un’ampia variabilità, con il 2017-2018 che ha fatto registrare il numero più alto: oltre 8,6 milioni di contagiati stimati.