Negli ultimi giorni i media internazionali, e anche italiani, sono tornati a parlare di Sars, o meglio di un nuovo virus simile alla Sars. Ma che cos’è la Sars e quanti morti aveva fatto a suo tempo? In che modo questo nuovo virus le somiglia? Quanto è pericoloso e dove sta colpendo?
Andiamo a vedere i dettagli, partendo dalle ultime notizie ufficiali.
L’allarme dell’Oms
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha fatto sapere, il 16 gennaio, di essere stata informata dal ministro della Salute giapponese di un caso confermato del nuovo coronavirus 2019-nCoV – di cui parleremo meglio più avanti – in una persona che si era recata di recente in Cina, nella città di Wuhan.
Questo è il secondo caso in cui questo virus viene riscontrato al di fuori della Cina. Il precedente si era verificato il 13 gennaio in Thailandia. Secondo l’Oms, «considerate le rotte di viaggio a livello mondiale, altri casi in altri Paesi sono probabili».
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdpc), un’agenzia dell’Ue, sempre il 16 gennaio ha sostenuto che le probabilità che il virus arrivi nell’Unione europea sono considerate basse.
Le vittime
I casi confermati di contagio da questo nuovo virus al 16 gennaio erano 43, di cui 41 in Cina e due al suo esterno (Giappone e Thailandia), e risultava un unico decesso confermato (ma la Bbc riportava il giorno stesso una seconda vittima, rilevata da autorità locali).
Nella maggior parte dei casi – spiega ancora l’Ecdpc – c’è un collegamento epidemiologico con un mercato del pesce della città di Wuhan, dove viene venduto pesce fresco e animali (tra cui pollame) vivi.
I sintomi del virus sono principalmente febbre e respiro affannoso (dispnea) e in un primo momento i contagiati erano stati ricoverati con la diagnosi di polmonite. Il virus 2019-nCoV è stato identificato a inizio gennaio in Cina.
Il virus
Di questo nuovo virus si sa ancora poco. Come riporta l’Oms, «2019-nCoV è un nuovo ceppo virale che non era mai stato identificato prima negli esseri umani».
Di sicuro è un virus della famiglia dei coronavirus, «una vasta famiglia di virus che causa malattie che spaziano dal raffreddore comune a malattie più gravi, come la Middle east respiratory syndrome (Mers) e la Severe acute respiratory syndrome (Sars)».
Ma, a parte questo, le informazioni mediche certe sono ancora scarse. «Molto rimane da capire di questo nuovo coronavirus», scrive sempre l’Oms. «Non abbiamo ancora informazioni sufficienti riguardo il 2019-nCoV per trarre conclusioni definitiva circa la sua trasmissione, le caratteristiche cliniche o il raggio della sua diffusione. Anche l’origine del virus rimane sconosciuta».
Insomma, è ancora troppo presto per dare giudizi definitivi sulla pericolosità di questo nuovo virus, anche se la sua appartenenza alla stessa famiglia della Sars e alcune altre caratteristiche stanno generando una certa apprensione.
Che cos’era la Sars e quante vittime aveva fatto?
Senza voler creare allarmismi sul nuovo virus – come detto è presto per trarre conclusioni fondate da un punto di vista scientifico, e in ogni caso l’Unione europea dovrebbe non essere esposta al rischio di un’eventuale diffusione al di fuori della Cina – andiamo a vedere che cos’era successo quando si era diffusa la Sars.
Come detto, anche la Sars è un coronavirus che causa in sostanza una polmonite, anch’essa ha avuto origine in Cina a fine 2002 (a Foshan, città della provincia di Guandong) e si ritiene che abbia avuto origine animale (piccoli mammiferi). Si trasmette sia per via aerea sia per contatto, ha un periodo di incubazione che va da due a dieci giorni e nei casi più gravi può essere letale.
Secondo il calcolo dell’Oms, tra il 2002 e il 2003, la Sars ha causato 813 decessi. Le persone contagiate sono state 8.437 (la mortalità del virus è stata dunque di circa il 10 per cento), sparse in una trentina di Paesi. Il numero maggiore di decessi si è avuto in Cina (348), seguita da Hong Kong (298), Taiwan (84), Canada (38) e Singapore (32).
Tutti Paesi dell’Asia orientale, tranne il Canada. Qui il virus è arrivato a febbraio 2003, in particolare a Toronto, tramite una turista che aveva contratto il virus in un hotel di Hong Kong, dove risiedeva un medico che aveva a sua volta contratto il virus in Cina.
Anche in Italia si sono registrati, tra aprile e luglio 2003, quattro casi, tutti ricoverati e nessuno terminato con il decesso del paziente.
A luglio 2003 l’Oms ha dichiarato che i focolai di Sars erano stati contenuti, e dunque il rischio di ulteriori contagi era stato eliminato. Come spiegato in una pubblicazione dedicata all’argomento, pubblicata dall’Oms, questo è stato possibile grazie a uno sforzo a livello globale per contenere l’epidemia.
Conclusione
Il nuovo coronavirus 2019-nCoV ha probabilmente avuto origine in Cina, nella città di Wuhan, ma sono stati registrati al 16 gennaio due casi al di fuori dei confini del Paese, in Giappone e Thailandia. Secondo l’Oms è probabile che nel prossimo futuro si registrino altri casi in altri Paesi ma secondo l’agenzia dell’Ue Ecdpc il rischio che il virus arrivi in Europa è basso.
Ad oggi si sa ancora poco di questo virus, che ha contagiato una cinquantina di persone e causato finora solo un decesso certificato. Appartiene alla stessa famiglia della Sars – come del resto anche il comune raffreddore – ma alcune sue caratteristiche hanno destato qualche preoccupazione: la possibile origine animale, la diffusione in Cina, la gravità dei sintomi e un primo decesso.
La preoccupazione è dunque che possa verificarsi un’epidemia simile a quella, molto grave, della Sars nel 2002-2003. Questo coronavirus è infatti stato responsabile di oltre 800 decessi, soprattutto nell’Asia orientale, ma anche in Canada.
Se avete delle frasi o dei discorsi che volete sottoporre al nostro fact-checking, scrivete a dir@agi.it