Il leader del M5s Luigi Di Maio, intervistato da Rtl 102.5 il 18 novembre, ha commentato la proposta di una sua collega di partito di abolire il canone Rai, dicendo (min. 7.40 e ss) che l’obiettivo è quello di ridurlo.
Il riferimento è alla proposta di legge per abolire il canone Rai a partire dal 2021 presentata il 15 luglio dalla deputata del M5s Maria Laura Paxia insieme ad altri cinque deputati del Movimento. Al momento la proposta non risulta ancora assegnata a nessuna commissione parlamentare e dunque la sua discussione non è nemmeno cominciata.
Il canone Rai, secondo un sondaggio del centro studi dell’Anci (Ifel) del 2011, era la tassa più odiata dagli italiani. All’epoca ammontava – in seguito a un aumento deciso a fine 2010 – a 110,50 euro.
Con il governo Renzi (legge di Bilancio per il 2016, art. 1 co. 152 e ss.) il canone venne inserito nella bolletta elettrica, con la conseguenza – come abbiamo verificato in passato – di ridurre drasticamente la sua evasione. Con la stessa legge di Bilancio per il 2016 (art. 1 co. 152) il canone venne poi ridotto a 100 euro e con la legge di Bilancio per il 2017 (art. 1 co. 40) fu ulteriormente abbassato a 90 euro.
Il governo Conte I ha confermato questo importo anche con la legge di Bilancio per il 2019 (art. 1 co. 89).
Ma qual è la situazione nel resto d’Europa? Negli altri grandi Paesi dell’Ue i cittadini pagano un canone per la tv pubblica? Ed è più o meno salato che in Italia?
Andiamo a vedere i dettagli.
Germania
In Germania la televisione pubblica è finanziata da un canone (Rundfunkbeitrag), che deve essere pagato da tutti i proprietari di casa, al di là del fatto che abbiano materialmente un apparecchio televisivo o meno. Ammonta a 17,50 euro al mese e sono possibili riduzioni ed esenzioni.
Dunque il totale annuo è di 210 euro. Più del doppio rispetto all’Italia.
Francia
La televisione pubblica francese è finanziata da un canone che ammonta nel 2019 a 139 euro per la Francia continentale e a 89 euro per i dipartimenti d’oltremare.
Anche in questo caso dunque il canone francese – quantomeno quello dovuto da chi abita in Francia – è superiore a quello dell’Italia. Il canone si paga se si devono pagare le tasse sulla casa (che in Francia sono presenti anche sulla prima casa) e solo se si possiede un apparecchio televisivo.
In Francia, dal 2009, è stata soppressa la pubblicità sulle televisioni pubbliche tra le otto di sera e le sei del mattino.
Regno Unito
Nel Regno Unito il canone per la tv pubblica è pari a 154,50 sterline all’anno, cioè circa 181 euro. Se la tv è in bianco e nero il canone cala a 52 sterline (61 euro circa).
Gli over 75 sono esentati dal pagamento del canone e per determinate categorie – ad esempio chi ha gravi problemi di vista – sono previste delle riduzioni.
Spagna
In Spagna non si paga più il canone dal 2010. La Rtve (Corporación de Radio y Televisión Española) è oggi finanziata in parte dalla fiscalità generale, cioè dalle tasse, e in parte da contributi che sono tenuti a versare gli operatori privati (3 per cento dei redditi lordi per le tv commerciali, 1,5 per cento per le pay tv e 0,9 per cento per gli operatori delle telecomunicazioni).
Sempre dal 2010 è poi, come ci hanno confermato anche i nostri colleghi fact-checker spagnoli di Maldita, è stata abolita la pubblicità sulla televisione pubblica.
Secondo uno studio dell’Università di Santiago di Compostela, riportato da El Paìs nel dicembre 2016, ogni nucleo familiare in Spagna paga ogni anno indirettamente, tramite le tasse, 98,80 euro per il servizio pubblico radiotelevisivo (38,90 euro pro capite).
Chi paga più di tutti e chi meno? E chi non paga?
Nei grandi Paesi europei si paga – in tutti i casi tranne che in Spagna tramite un canone, nel Paese iberico con le tasse in generale – più che in Italia. Il conto più salato, in Europa, viene pagato in Svizzera. Nel Paese elvetico il canone annuo per i servizi radiotelevisivi pubblici è pari a 451,1 franchi, cioè circa 412 euro.
In Grecia si paga invece un canone di appena 3 euro al mese (36 euro all’anno), la cifra più bassa – secondo quanto riporta Euronews – dell’Unione europea. Secondo un approfondimento di agosto 2019 curato da Idealo, piattaforma britannica che si occupa di confronti tra prezzi di vari prodotti e servizi a livello europeo, ci sono alcuni Stati in cui non si paga un canone per i servizi radiotelevisivi pubblici.
In Olanda ad esempio il servizio pubblico è finanziato dalla fiscalità generale e dalla pubblicità, e lo stesso accade a Cipro. In Finlandia c’è un’apposita tassa progressiva (da cui sono esclusi i redditi più bassi) e un sistema analogo esiste anche in Islanda. In Ungheria poi non si pagano né canoni né tasse specifiche per il servizio radiotelevisivo pubblico.
Conclusione
Tra i grandi Paesi europei, l’Italia è quello dove il canone per il servizio radiotelevisivo pubblico è il più basso: 90 euro, contro i 139 della Francia, i 180 del Regno Unito e i 210 della Germania.
In Spagna non c’è canone a il servizio pubblico è finanziato con le tasse e con contributi degli operatori privati. Secondo uno studio universitario il costo a persona è comunque di circa 40 euro e quello per nucleo familiare di circa 100 euro l’anno.
A livello europeo ci sono poi altri Paesi in cui il servizio pubblico radiotelevisivo è finanziato non da un canone ma dalle tasse, apposite o generiche, e Paesi con canoni più alti (come la Svizzera) o più bassi (come la Grecia).
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