L’ex presidente del Consiglio Mario Monti, intervistato il 29 maggio da Avvenire, ha sostenuto che la Bce sta già contribuendo da anni a tenere bassi gli interessi sui titoli di Stato europei e lo spread "oggi è alto infatti solo in Italia".
Vediamo se è vero.
Lo spread dell’Italia
Lo spread, cioè il differenziale di rendimento a dieci anni tra i titoli di Stato dei vari Paesi e quelli tedeschi (Bund), considerati di riferimento, serve a misurare la fiducia che hanno i mercati in un determinato Stato. Come ragionamento generale, tanto maggiore è la fiducia che i soldi prestati - tramite l’acquisto del titolo di Stato - verranno restituiti, tanto minore sarà il rendimento, e viceversa.
I Bund tedeschi vengono presi come parametro perché la Germania è ritenuta dai mercati l’economia più affidabile in Europa, tanto che il rendimento dei Bund decennali è addirittura negativo: -0,16% al 30 maggio. Gli investitori in questo caso perdono dei soldi, comprando Bund, ma hanno in cambio una garanzia di stabilità molto forte.
I Btp a 10 anni italiani hanno un rendimento positivo, del 2,64% al 30 maggio. Dunque lo spread coi Bund tedeschi è pari a 280 punti (ogni punto corrisponde allo 0,01%. Prima delle ultime elezioni di marzo 2018, come avevamo verificato in passato, era a 140 punti. Nei mesi successivi è salito fino a superare quota 320 a novembre, per poi ridiscendere sotto quota 250 a fine gennaio 2019. Da allora in poi, con andamento altalenante, è risalito fino ai 280 punti attuali.
Lo spread degli altri
Per fare un confronto con gli altri 18 Paesi dell’area euro possiamo guardare ai dati contenuti nel database Eurostat, il servizio statistico della Commissione europea. Questi sono dati mensili, calcolati facendo una media dei dati giornalieri, e arrivano ad aprile incluso. Allora il rendimento dei Btp italiani decennali era di 2,62 e quello dei Bund tedeschi di -0,04, dunque lo spread era pari a 266 punti, una quindicina circa di punti in meno che adesso. Ma, come vedremo tra poco, questo scarto non ha un impatto sostanziale sull’analisi.
La Grecia
Degli altri 18 Paesi, solo uno ha un rendimento dei propri titoli di Stato a lungo termine più alto dell’Italia, ed è la Grecia. I titoli di Stato del Paese ellenico hanno infatti un rendimento, ad aprile 2019, del 3,42%. Dunque lo spread greco è pari a 346 punti, circa 80 punti più dell’Italia (dopo le elezioni europee, con la vittoria della Lega in Italia e del centrodestra in Grecia, questa distanza si è ridotta a 48 punti).
Se guardiamo oltretutto alla situazione che c’era a giugno 2018, quando si è insediato in Italia il governo Lega-M5s, allora il rendimento dei titoli greci era del 4,39%, mentre quello dei titoli italiani - già salito di oltre 100 punti dopo le elezioni di marzo - del 2,74%, e quello dei titoli tedeschi dello 0,33%. Dunque i rispettivi spread erano di 406 punti per la Grecia e 241 per l’Italia.
Gli altri sopra quota 100
Come abbiamo visto, lo spread è alto non solo in Italia ma anche in Grecia. Al netto di questa omissione, l’affermazione di Monti risulta sostanzialmente corretta.
Nessuno degli altri 17 Paesi dell’eurozona (16 in realtà, considerato che mancano i dati relativi all’Estonia) ha rendimenti che si avvicinano a quelli dei titoli italiani.
Sopra “quota 100” di spread troviamo, ad aprile 2019, solo quattro Paesi: Cipro (153 punti), Portogallo (122 punti), Spagna (108 punti) e Malta (104 punti).
Tutti gli altri Paesi hanno rendimenti dei loro titoli di lungo termine nettamente più bassi.
Paese | Punti di spread (aprile 2019) |
Grecia | 346 |
Italia | 266 |
Cipro | 153 |
Portogallo | 122 |
Spagna | 108 |
Malta | 104 |
Lettonia | 62 |
Slovacchia | 61 |
Irlanda | 60 |
Slovenia | 56 |
I Paesi più affidabili
I Paesi che hanno i rendimenti più bassi, e che sono dunque considerati i più affidabili dai mercati, sono - tolta la Germania - il Lussemburgo (15 punti di spread con la Germania), l’Olanda (24 punti), la Lituania e l’Austria (35 punti), la Finlandia (38 punti) e la Francia (41 punti).
Gli altri Stati che mancano all’appello si trovano tutti in una fascia “mediana” compresa tra i 50 e i 100 punti di spread.
Il rendimento medio dei titoli di lungo termine dell’area euro è dello 0,78%, quindi teoricamente lo spread coi Bund tedeschi sarebbe di 88 punti.
Conclusione
Mario Monti dimentica la Grecia, che ha uno spread ancora più alto dell’Italia, ma al netto di questa omissione fa un’affermazione sostanzialmente corretta.
Lo spread nell’Eurozona è superiore ai 250 punti solo in Italia e in Grecia, Tutti gli altri Paesi hanno uno spread inferiore di più di 100 punti rispetto al nostro. Tra l’altro, mentre in Grecia sta tendenzialmente diminuendo da diversi mesi, pur con alcune momentanee risalite, in Italia - da dopo le elezioni di marzo 2018 - lo spread è tendenzialmente aumentato.
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