Il neoeletto segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato il 9 febbraio, nel corso della manifestazione dei sindacati a Roma, che «è un bene chi ha 62 anni e 38 di contributi possa finalmente andare in pensione, ma il problema vero non sono due o trecentomila persone. Il problema sono gli altri 20 milioni che continuano a non poterci andare».
I numeri riportati da Landini sono corretti, senza entrare nella valutazione di quale sia il «problema» del sistema pensionistico italiano.
Quanti lavoratori potranno andare in pensione con quota 100
Landini, quando parla di chi potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi, fa riferimento alla cosiddetta “quota 100”. Questa riforma del sistema pensionistico, fortemente voluta dalla Lega e contenuta ( https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/associazionerousseau/documenti/contratto_governo.pdf#page=33 ) nel Contratto di governo firmato da Lega e M5s, era già stata finanziata con la legge di Bilancio per il 2019, approvata a dicembre scorso, mentre è stata in concreto introdotta con il d.l. 4/2019 (art. 14 e ss.) del 28 gennaio 2019.
Secondo la relazione tecnica al decreto legge, elaborata dal Servizio del Bilancio del Senato, «si può presumere che la platea di potenziali beneficiari ab initio ammonti a circa 365.000 persone, l’80% circa dei quali decide di accedere già nel primo anno al trattamento pensionistico».
Quindi, nel 2019, i beneficiari di “quota 100” potrebbero essere circa 290 mila.
Negli anni successivi, come mostra la tabella allegata alla relazione tecnica, il numero oscilla tra un minimo di circa 150 mila e un massimo di 350 mila pensioni aggiuntive a fine anno. Quindi il numero citato da Landini di 200-300 mila persone è sostanzialmente corretto.
E gli altri 20 milioni?
Quando parla di “altri 20 milioni” di persone Landini sembra fare riferimento, arrotondando, al numero totale di lavoratori in Italia.
Secondo l’Istat*, infatti, gli “occupati” a dicembre 2018 erano 23,269 milioni. Ovviamente tra questi sono conteggiati anche i soggetti che andranno in pensione tra decine di anni.
Non è naturalmente vero che i lavoratori non potranno andare in pensione in generale, ma quella di Landini è più una critica al sistema attuale - anche emendato da “quota 100” - che non una precisa descrizione della situazione giuridica dei lavoratori.
*Percorso: Lavoro e retribuzioni > Offerta di lavoro > Occupazione > Occupati – dati mensili
Conclusione
Landini ha ragione nel sostenere che “quota 100” dia la possibilità di andare in pensione prima di quanto non fosse previsto prima della riforma a circa 200-300 mila persone ogni anno nel prossimo futuro.
I 20 milioni di cui poi parla sono all’incirca gli occupati in Italia, in ogni fascia di età e situazione occupazionale: quella di Landini è senz’altro una provocazione.
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