Matteo Renzi, senatore del Pd ed ex presidente del Consiglio, ha scritto il 12 dicembre sulla sua pagina Facebook: “Intanto spunta un emendamento che per la prima volta mette nero su bianco che il reddito di cittadinanza sarà poco più dell’estensione del nostro Rei [Reddito di inclusione n.d.r.], finanziato nel 2016, altro che novità”.
Non siamo riusciti a individuare il “nuovo” emendamento a cui fa riferimento Renzi. Abbiamo provato a contattare l’ex segretario del Pd per avere chiarimenti, ma senza successo.
La sua affermazione ha un fondo di verità, nel senso che fino all’introduzione del reddito di cittadinanza il governo prevede che rimanga in vigore il Rei.
La trattazione della legge di Bilancio al Senato
La legge di bilancio per il 2019 è arrivata in Senato il 10 dicembre, dopo il voto di fiducia della Camera dell’8 dicembre.
L’11 dicembre la commissione Bilancio di Palazzo Madama ha iniziato l’esame del provvedimento e, al momento del post di Renzi, sul sito del Senato non erano ancora consultabili emendamenti. Il termine per presentarli, concordato all’unanimità in commissione, è scaduto il giorno successivo alla dichiarazione di Renzi, il 13 dicembre alle ore 14.
Non è chiaro a che emendamento faccia riferimento il post di Renzi.
Abbiamo parlato con il senatore del Pd e membro della commissione Bilancio, Daniele Manca, il quale ci ha detto che probabilmente Renzi si riferiva a emendamenti presentati alla Camera, forse poi non arrivati al Senato.
Manca ha aggiunto che la valutazione politica dell’ex segretario resta corretta: considerato infatti che ancora non si sa quando entrerà in vigore il reddito di cittadinanza, né quanto sarà finanziato, sembra al momento, secondo Manca, che il provvedimento sia destinato a ricalcare in buona sostanza il reddito di inclusione.
Che cosa c’è sul reddito di cittadinanza
Ma che cosa dice la legge di bilancio sul reddito di cittadinanza?
I soldi destinati alla misura, nel testo passato alla Camera, sono nove miliardi. L’articolo 1 comma 138 infatti stabilisce che “al fine di introdurre nell’ordinamento le pensioni di cittadinanza e il reddito di cittadinanza, (…) è istituito un fondo denominato ‘Fondo per il reddito di cittadinanza’, con una dotazione pari a 9.000 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2019”. Di questi 9 miliardi, uno è destinato al potenziamento dei centri per l’impiego.
Fino all’entrata in vigore del reddito di cittadinanza, resta il Rei. Con la nuova misura, le risorse che ancora oggi sono destinate al Rei verranno dirottate verso il relativo fondo di nuova istituzione.
Quindi il reddito di cittadinanza è poco più di un’estensione del Rei?
Al di fuori di queste informazioni, mancano ancora molti dettagli. L’articolo 1 comma 138 non disciplina il reddito di cittadinanza, ma stabilisce semplicemente che gli interventi previsti a livello generale verranno attuati con “appositi provvedimenti normativi, nei limiti delle risorse” previste.
Impossibile quindi stabilire al momento quanto sarà simile al Reddito di inclusione. Di sicuro le risorse dedicate, anche sottraendo il miliardo destinato alla riforma dei centri per l’impiego e considerando che i restanti otto miliardi devono servire anche per le pensioni di cittadinanza, sono superiori. Il fondo che finanzia il Rei era infatti dotato per il 2019 – come avevamo verificato qui – di 2,5 miliardi di euro.
Ulteriori motivi di incertezza
Ma questi calcoli, che si fondano su una dotazione teorica per reddito di cittadinanza e pensioni di cittadinanza pari a 9 miliardi, potrebbero non essere più attuali.
Se infatti il rapporto deficit/Pil previsto dal governo dovesse effettivamente calare dal 2,4%, come promesso inizialmente dal governo e messo nero su bianco nel documento programmatico di bilancio, al 2,04% annunciato il 12 dicembre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel tentativo di scongiurare una procedura di infrazione europea, le risorse disponibili si ridurrebbero.
In particolare, la legge di Bilancio per il 2019 licenziata dalla Camera valeva circa 37 miliardi, di cui ben 22 miliardi finanziati in deficit. Una riduzione dello 0,4% nel rapporto previsto deficit/Pil pesa all’incirca per 7 miliardi di euro, un terzo del finanziamento in deficit della manovra.
Non si possono quindi escludere interventi correttivi sulle varie misure previste dalla legge di Bilancio per il 2019, incluso il reddito di cittadinanza.
Conclusione
Non abbiamo trovato traccia dell’emendamento di cui ha scritto il senatore Renzi, ma restiamo a disposizione per eventuali correzioni.
In ogni caso, mancano le fonti normative per stabilire somiglianze e diversità tra Rei e reddito di cittadinanza. La legge di Bilancio per il 2019, nel testo attuale, rinvia ad “appositi interventi normativi” la disciplina di questo istituto.
Per quanto riguarda le risorse, al momento sembra che ci sia una significativa disparità tra quelle destinate al Rei dallo scorso governo e quelle destinate al reddito di cittadinanza dall’attuale esecutivo. È però vero che, dopo la proposta al ribasso presentata da Conte circa il rapporto deficit/Pil, è probabile sarà necessaria una qualche riduzione delle spese previste da parte del governo Lega-M5s.
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