Intervistato da Giovanni Floris su La7, Matteo Renzi lo scorso 20 febbraio ha dichiarato (min -6.40): “Siamo passati da 10 miliardi di euro di recupero dell’evasione [di] Berlusconi, [agli] 11 miliardi [di] Monti - a oltre 20 miliardi del governo Renzi e poi del governo Gentiloni”.
Si tratta di un’affermazione imprecisa ma sostanzialmente corretta.
L’andamento del recupero dell’evasione negli ultimi anni
Senza volerci qui soffermare sulle scelte di politica fiscale (voluntary disclosure e altre misure una tantum, aumento delle liquidazioni e calo dei controlli, eccetera) – di cui ci eravamo occupati anche di recente – che potrebbero aver determinato il risultato finale, vediamo i dati sull’andamento del recupero dell’evasione fiscale negli ultimi anni.
Per il 2011, ultimo anno di governo Berlusconi, l’Agenzia delle Entrate certifica un recupero dell’evasione fiscale pari a 12,7 miliardi di euro. Più di quanto sostenuto da Renzi.
Per quanto riguarda il governo Monti, che ha operato prevalentemente nell’arco del 2012, l’Agenzia delle Entrate rileva un recupero pari a 12,5 miliardi di euro. Di nuovo, più di quanto affermato da Renzi.
Per quanto riguarda il governo Renzi, solo l’ultimo anno in cui il segretario è rimasto a Palazzo Chigi ha fatto registrare un dato vicino ai 20 miliardi. Nel 2016, anno in cui Renzi si è dimesso a inizio dicembre, l’Agenzia delle Entrate riporta un dato del recupero dall’evasione fiscale pari a 19 miliardi.
Gli anni precedenti avevano fatto registrare dati sempre buoni (erano ogni volta nuovi record) ma significativamente inferiori: 14,9 miliardi nel 2015 e 14,2 miliardi nel 2014.
Vero, infine, che durante il governo Gentiloni si sia arrivati a quota 20 miliardi: secondo l’Agenzia delle Entrate, nel 2017 il recupero è arrivato alla nuova cifra record di 20,1 miliardi di euro.
Conclusione
Se prescindiamo dalle considerazioni sulle misure adottate, l’affermazione di Renzi risulta sostanzialmente corretta.
Durante il suo ultimo anno di governo (2016) e durante il governo Gentiloni (2017) il recupero è arrivato prima vicino e poi al di sopra dell’asticella dei 20 miliardi. I governi precedenti, Monti e Berlusconi, potevano vantare risultati più modesti (anche se non 11 e 10 miliardi, come afferma il segretario democratico, ma rispettivamente 12,5 e 12,7 miliardi).
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