Lo scorso 12 febbraio il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha scritto sulla propria pagina Facebook: “Di Maio annuncia che se andrà al Governo assumerà 10 mila operatori sanitari. Bene, anzi male: vorrei informare il candidato del Movimento 5 Stelle che questo è già stato fatto. In questi anni abbiamo infatti già sbloccato il turnover con un fondo ad hoc, autorizzando 10 mila assunzioni in sanità. Ora sta alle Regioni fare i concorsi, tenendo conto dei nuovi fabbisogni di personale”.
Si tratta di un’affermazione sostanzialmente corretta.
La posizione del M5S
Beatrice Lorenzin fa riferimento a quanto scritto da Di Maio in un post sul blog del Movimento lo scorso 11 febbraio. Qui, tra le altre cose, si legge: “Il MoVimento 5 Stelle al governo invertirà la rotta rifinanziando il fondo sanitario nazionale, assumendo 10.000 unità di personale tra medici e infermieri e spazzando via il blocco del turnover”.
Le Leggi di Bilancio 2017
Nella Legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019), viene previsto all’articolo 1 comma 409 che “nell’ambito del finanziamento del Servizio sanitario nazionale è prevista una specifica finalizzazione, pari a 75 milioni di euro per l’anno 2017 e a 150 milioni di euro a decorrere dall’anno 2018, per il concorso al rimborso alle Regioni per gli oneri derivanti dai processi di assunzione e stabilizzazione del personale del Servizio sanitario nazionale”.
Dunque è vero, come afferma Lorenzin, che sia stato creato un fondo ad hoc per assumere e stabilizzare il personale del S.S.N. Questo non dovrebbe tuttavia consentire in modo automatico di “sbloccare il turnover”, cioè di tornare ad assumere nuovo personale.
Questa possibilità è data infatti solo alle Regioni con i “conti in ordine”. Infatti, in base all’articolo 1, comma 174, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 – come modificato dalla legge 191 del 2009 (art. 2 comma 76) – alla Regione in situazione di squilibrio economico che non abbia ancora adottato i provvedimenti necessari per il ripianamento del disavanzo di gestione “si applicano comunque il blocco automatico del turn over del personale del servizio sanitario regionale (…), il divieto di effettuare spese non obbligatorie”.
La possibilità di far ripartire il turnover dipende quindi anche dalla tenuta o dalla messa in ordine dei conti economici delle Regioni, operata o meno nel corso degli ultimi anni.
L’articolo 1 comma 409 ella Legge di Bilancio per il 2017 prosegue, disponendo che “le somme di cui al presente comma sono ripartite a favore delle Regioni sulla base dei criteri individuati con intesa da sancire in sede di Conferenza Stato-Regioni”.
Non viene qui quantificato il numero di assunzioni e stabilizzazioni che lo stanziamento consentirebbe.
L’accordo Stato-Regioni e le decisioni delle Regioni
L’intesa Stato-Regioni per la ripartizione del fondo è stata raggiunta il 30 marzo 2017, e anche in questo caso non si trova una chiara quantificazione di quanti operatori sanitari potranno essere assunti o stabilizzati.
Il numero di “10 mila”, citato dalla Lorenzin, sembra provenire da fonti di stampa, che hanno sommato le assunzioni previste da varie Regioni.
Si va dalle circa tremila assunzioni previste dalla Regione Lazio (ente che, per la prima volta da 10 anni, si prevede possa uscire nel 2018 dalla gestione commissariale della sanità ), alle 4-5 mila previste dal Piano ospedaliero della Regione Campania (altra Regione che ha subito per oltre un decennio il blocco del turnover a causa del dissesto dei conti); dalle circa mille della Sardegna, agli oltre duemila della Sicilia.
Conclusione
Sostenere che il governo abbia autorizzato 10 mila assunzioni finanziando un fondo ad hoc sarebbe fuorviante. È vero che è stato creato un fondo ad hoc ed è vero che le risorse di questo fondo siano state ripartite tra le varie Regioni, che possono utilizzarle appunto per assumere e stabilizzare personale sanitario. La stessa Lorenzin riconosce che “Sta alle Regioni fare i concorsi, tenendo conto dei nuovi fabbisogni di personale”.
E infatti il numero di “10 mila” non trova riscontro dai documenti ufficiali del governo o della conferenza Stato-Regioni. Sembra più che altro una stima dei vari provvedimenti regionali. Provvedimenti che tuttavia non sono influenzati solo dallo stanziamento ad hoc di cui parla la Lorenzin ma da una serie di altri fattori, primo tra tutti lo stato di salute dei conti delle varie sanità regionali.
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