In un’intervista al Sole 24 Ore dello scorso 11 febbraio, il segretario del Pd Matteo Renzi ha dichiarato: “Quando siamo partiti la disoccupazione giovanile era al 44% ora è al 32%”.
Si tratta di un’affermazione sostanzialmente corretta.
A febbraio 2014, quando si insediò il governo Renzi, l’Istat certificava un tasso di disoccupazione giovanile (cioè nella fascia 15-24 anni) pari al 42,3%, poco meno di quanto riportato ora dal segretario democratico.
L’ultimo rapporto disponibile, pubblicato dall’Istat il 31 gennaio scorso e relativo a dicembre 2017, fissa il tasso di disoccupazione giovanile al 32,2%.
Dunque Renzi, a parte una leggera imprecisione sul dato iniziale, ha sostanzialmente ragione. Negli ultimi quattro anni il tasso di disoccupazione giovanile è sceso di oltre 10 punti percentuali.