Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, lo scorso 7 giugno ha scritto su Facebook un post dal titolo “Follia 5 Stelle a Roma”, dove afferma: «Il ‘Piano Rom’ del sindaco Raggi prevede un contributo fino a 10.000 euro a famiglia Rom per pagare affitto e bollette, fino a 5.000 euro per l'avvio di piccole realtà imprenditoriali (chissà in quali settori: gioielleria, casseforti o ricambi auto?). Sono previste poi la legalizzazione di "mercatini dell'artigianato" (o del rubato?) e la regolarizzazione dei "riciclatori di metallo" (o ladri di rame?). Costo previsto quasi 4 milioni di euro dell'Europa, quindi nostri».
Al di là della valutazione politica e delle insinuazioni che esprime Salvini, andiamo a verificare se i numeri che cita il segretario leghista siano corretti.
I contributi
Salvini, pur dando dei numeri corretti, li contestualizza nel modo impreciso. In base alle “Misure temporanee e sperimentali a sostegno delle persone Rom, Sinti e Caminanti (RSC) in condizione di fragilità per il superamento delle residenzialità nei campi e villaggi della solidarietà di Roma Capitale” [qui si può scaricare il pdf completo del piano, delibera della giunta capitolina n.105] è previsto (art.3):
- Un limite complessivo massimo alle misure che si possono destinare al singolo/nucleo familiare di 10 mila euro
- Un supporto per le spese di abitazione (che devono essere rendicontate) fino a un massimo mensile di 800 euro per due anni (ma col limite massimo di 10 mila per l’intero percorso ricordato sopra)
- Un limite massimo di 5 mila euro per le misure a sostegno dell’occupazione, per l’avvio di realtà imprenditoriali o per percorsi di inclusione lavorativa (espletamento pratiche, spese per acquisizione della licenza di guida eccetera)
- Dunque il limite di 10 mila euro complessivi serve ad impedire il cumulo del massimo dei contributi possibili per l’abitazione con il massimo dei contributi possibili per il sostegno all’occupazione
- Inoltre, l’accesso a queste misure di sostegno viene graduato secondo diversi parametri (art.4), dalla presenza di minori nel nucleo familiare a quella di disabili, dal titolo di studio all’avere rapporti coi servizi sociali e con le Asl, e via dicendo
Legalizzazioni e regolarizzazioni
Per quanto riguarda la “legalizzazione dei mercatini dell’artigianato”, il Piano al punto 1.2 (“Occupazione”, definita “l’asse centrale” del Piano), promuove (sottopunto 10): “l’individuazione di spazi da destinare a mercatini dell’artigianato (non delle merci di seconda mano) in aree a ciò predisposte dai Municipi e assegnate in seguito ad avviso pubblico”.
Le manifestazioni commerciali “non avranno comunque un carattere etnicizzante ma punteranno al coinvolgimento di tutte quelle realtà che si occupano di artigianato e riuso, già esistenti e operativi in maniera saltuaria nei mercati autorizzati”.
Non è chiaro dunque a cosa si riferisca Salvini parlando di “legalizzazione”. Quella del Comune di Roma è una misura volta a individuare spazi per nuovi mercati, non a mettere in regola quelli illegali già esistenti.
Quanto alla “regolarizzazione dei riciclatori di metallo”, il sottopunto 9 della stessa sezione del Piano promuove: “l’individuazione di un percorso, nel rispetto della normativa […], che porti alla regolarizzazione dei riciclatori di metallo, d’intesa con AMA S.p.a., e nel rispetto del Piano Rifiuti […], previa autorizzazione e iscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali del Ministero dell’Ambiente, anche mediante il sostegno alla creazione di microimprese che includano anche i riciclatori non provenienti dai campi di Roma Capitale”.
Salvini in questo caso parla correttamente di “regolarizzazione” che, da quanto si desume dal piano, avverrà attraverso un complicato iter burocratico.
Questi su mercatini e riciclatori di metallo sono tuttavia solo 2 sottopunti su 11 di quelli menzionati dal punto 1.2. Tra gli altri si possono citare ad esempio “l’organizzazione di corsi di formazione”, o “la creazione di ditte individuali o cooperative miste di servizi”, o ancora “borse di lavoro, borse di studio, tirocini” etc.
I fondi europei
Sul costo previsto Salvini dice una cosa errata. I 4 milioni (che sono, in base a quanto riporta il sito istituzionale dell’Unione europea sui fondi strutturali e di investimento, 3,8 milioni) non sono “nostri”. Sono fondi dell’Unione europea, pertanto pagati da tutti i cittadini europei, e soprattutto sono fondi vincolati.
L’Unione europea ha infatti una strategia sovranazionale per l’inclusione delle comunità Rom, Sinti e Camminanti e ad essa dedica delle risorse che possono essere spese dagli Stati nazionali esclusivamente a tale scopo.
Come ribadisce il Piano del Comune di Roma (pag. 4, penultimo “Considerato”), “le risorse disponibili su fondi strutturali e di investimento europei (SIE) nelle loro varie articolazioni, sono risorse destinate esclusivamente per questa finalità (Inclusione sociale comunità RSC) e non possono, in nessun caso, essere destinate ad altri scopi”.
Non spendendo questi soldi, andrebbero semplicemente perduti.
Salvini, sostenendo che quei 4 milioni (3,8) siano “nostri” e implicando che si sarebbero potuti spendere in altro modo, dice una cosa scorretta.
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