Il 10 maggio Matteo Renzi ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Pagare meno, pagare tutti: si può fare. Noi lo abbiamo fatto. Lo dimostra – in piccolo – la vicenda del canone Rai. Costava 113 euro. Ma molti facevano i furbi. Il Governo dei #millegiorni ha messo una regola semplice: ha costretto tutti a pagare. Ma abbiamo abbassato il costo da 113 euro a 100 euro e adesso 90 euro. Più del 20% di riduzione. Lotta all'evasione per abbassare le tasse agli onesti, insomma. Oggi sono arrivati i dati ufficiali: prima pagavano 16 milioni di persone, adesso pagano 22 milioni di persone”.
Il costo del canone
È vero che il canone Rai sia stato abbassato nel corso degli ultimi due anni. L’importo di partenza, per la precisione, era di 113,5 euro: con la Legge di Stabilità 2016, del 28 dicembre 2015, (art. 1 comma 152) l’importo complessivo è stato ridotto a 100 euro e (art. 1 comma 153 lettera c) “il pagamento del canone avviene in dieci rate mensili, addebitate sulle fatture emesse dall'impresa elettrica”.
Con la Legge di Stabilità 2017, dell’11 dicembre 2016, (art.1 comma 40) la misura del canone è stata ulteriormente ridotta, a 90 euro.
La riduzione percentuale da 113,5 a 90 euro è effettivamente del 20,7%.
Il percorso di questo provvedimento è stato a ostacoli. Nel 2016 è prima stato bloccato e poi approvato dal Consiglio di Stato, ad aprile, e successivamente ha dovuto anche passare l’esame del Tar Lazio, in seguito a un ricorso presentato da Altroconsumo che però ha avuto esito negativo.
I dati ufficiali
Vediamo da dove vengono i numeri su quanti pagano oggi il canone. Il 10 maggio scorso la Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria ha proceduto, nell’ambito di un'indagine conoscitiva, all’audizione della direttrice dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi.
Il resoconto stenografico dell’audizione non è ancora disponibile sul sito della Camera. Riportiamo i virgolettati della Orlando così come raccolti dagli organi di stampa: “Dai primi risultati disponibili – ha sostenuto la direttrice dell’Agenzia delle entrate - è comunque evidente come nel 2016 ci sia stato un notevole recupero di gettito: da 16,5 milioni di abbonati nel 2015 si è passati a circa 22 milioni di soggetti addebitati nel 2016”.
Matteo Renzi si è dunque basato su quanto affermato da Rossella Orlandi, anche se si è “perso” 500 mila persone che già pagavano il canone prima del suo inserimento in bolletta.
Il gettito è aumentato
Nel 2016, secondo quanto riportato da un comunicato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, “risultano incassi del canone televisivo per complessivi 2.002 milioni di euro su base annua. Il gettito del canone Rai è aumentato complessivamente del 16,3% nel 2016 rispetto al 2015. Il risultato è particolarmente significativo se si considera anche che per il 2016 l’importo del canone televisivo è stato ridotto da 113,50 euro dell’anno precedente a 100 euro”.
Secondo le stime dell’Agenzia delle Entrate di febbraio 2017 gli incassi sarebbero poi anche superiori, arrivando a oltre 2,1 miliardi di euro (di cui all’azienda restano circa 1,7 miliardi, mentre il resto va allo Stato sotto forma di tasse, trattenute, contributo del 33% sull’extragettito e Iva).
Un totale che, se dovesse essere confermato in 22 milioni il numero di soggetti addebitati anche nel 2017, è destinato a scendere quest’anno a causa della riduzione del canone a 90 euro.
Conclusione
Renzi ha dunque ragione quando sostiene che l’aumento dei soggetti che pagano il canone ha permesso di abbassarne l’importo in misura significativa.
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