Commentando l’attentato di Stoccolma dello scorso 7 aprile e le indiscrezioni sull’identità del colpevole, il ministro dell’Interno Marco Minniti ha dichiarato due giorni dopo: "Se è vero che si tratta di un cittadino uzbeko, da tempo residente nel Paese, si conferma quanto abbiamo rilevato dall'attacco di Charlie Hebdo in poi, cioè che i terroristi sono persone che vivevano negli Stati dove hanno poi colpito. Si conferma che l'equazione terrorismo e immigrazione è sbagliata e invece è sempre più evidente il rapporto tra terrorismo e mancata integrazione”.
I più gravi attentati in Europa negli ultimi due anni
Le ultime informazioni circa l’attentato in Svezia parlano di un immigrato irregolare uzbeko di 39 anni, ma le indagini sono ancora in una fase tale per cui è difficile avere certezze sul passato dell’attentatore. Per valutare le parole di Minniti guardiamo allora all’identità dei responsabili dei principali attentati che hanno colpito l’Europa a partire dal 2015, escluso quello di Stoccolma.
- PARIGI - Charlie Hebdo, 7 gennaio 2015
I responsabili della strage nella redazione di Charlie Hebdo e in un vicino supermercato kosher sono tre. Cherif Kouachi e Said Kouachi erano due fratelli nati a Parigi, rispettivamente nel 1980 e nel 1982, da genitori algerini. Il terzo uomo era Amedy Coulibaly, nato in Francia a Juvisy-sur-Orge nel 1982 da genitori originari del Mali. - COPENAGHEN - 14 febbraio 2015
L’attentatore che prima sparò in un bar cercando di uccidere un vignettista autore di una caricatura di Maometto e poi aprì nuovamente il fuoco nei pressi di una sinagoga, facendo un totale di due vittime, era Omar Abdel Hamid El-Hussein, un ventiduenne danese – nato a Vordingborg – di origini giordano-palestinesi. - PARIGI - 13 novembre 2015
Il primo gruppo di fuoco, quello che attaccò il Bataclan, era composto da tre francesi di origine maghrebina: Ismael Omar Mostefai, nato nel 1985 in Francia, a Courcouronnes, da padre algerino e madre portoghese; Samy Amimour, nato nel 1987 a Parigi da genitori algerini; Foued Mohammed Aggad, nato nel 1992 in Francia a Wissembourg, da genitori algerino-marocchini.
Il secondo gruppo di fuoco, che invece fece strage in caffè e ristoranti, era composto invece da quattro cittadini belgi: Abdelhamid Abaaoud, nato ad Anderlecht nel 1987 da famiglia marocchina; Chakib Akrouh, nato nel 1990 a Bruxelles anche lui da famiglia marocchina; i due fratelli Brahim e Salah Abdelsalam, nati rispettivamente a Parigi nel 1984 e a Bruxelles nel 1989 da genitori marocchini di cittadinanza francese, e successivamente divenuti cittadini belgi. - BRUXELLES - 22 marzo 2016
I cinque attentatori coinvolti negli attentati all’aeroporto e in una stazione della metropolitana erano tutti cittadini europei e, tranne uno, nati in Europa. Ibrahim El Bakraoui era nato a Bruxelles (classe 1986), così come anche il fratello Khalid (classe 1989); Mohammed Abrini, attualmente detenuto, è nato nel 1984 a Sint-Agatha-Berchem, in Belgio; Osama Krayem, anche lui detenuto, nel 1992 a Malmö, in Svezia; Najim Laachraoui era nato nel 1991 in Marocco ma si spostò subito con la famiglia a Bruxelles, dove ottenne la cittadinanza belga. Suo fratello è nella squadra olimpica di taekwondo del suo Paese. - NIZZA - 14 luglio 2016
L’attentatore che con un camion travolse e uccise 86 persone sul lungomare di Nizza, Mohammed Lahouaiej-Bouhel, era nato in Tunisia nel 1985. Residente regolare in Francia fin dal 2005, aveva alle spalle alcune condanne per reati minori. - SAINT-ETIENNE-DU-ROUVRAY - attenato in chiesa, 26 luglio 2016
I due diciannovenni che assassinarono il parroco della chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray in Normandia, inneggiando all’Isis, erano Abdel Kermiche e Abdel Malik Petitjean, entrambi nati in Francia nel 1997 da famiglie di origini algerine. - BERLINO, 19 dicembre 2016
L’attentatore, che un camion si gettò sulla folla radunata intorno alle bancarelle dei mercatini di Natale, causando 12 vittime, era Anis Amri. Il terrorista, che poi è stato ucciso dalla polizia italiana a Sesto San Giovanni, era nato in Tunisia nel 1992. Arrivò in Italia con un barcone nel 2011 e finì presto in carcere per aver dato fuoco al centro di accoglienza dov’era trattenuto. Fu dietro le sbarre, secondo le ricostruzioni degli investigatori, che Amri si radicalizzò divenendo un fanatico religioso. - LONDRA, 22 marzo 2017
L’uomo che alla guida di un Suv si è lanciato sulla folla sul ponte di Westminster, per poi schiantarsi contro i cancelli del parlamento, scendere e accoltellare un addetto alla sicurezza prima di essere ucciso, era Adrian Russell, cittadino britannico nato nel 1964 nel Kent (uno dei suoi molti alias è Khalid Masood). Molti i trascorsi criminali, come altri terroristi citati finora, prima della radicalizzazione.
Conclusione
Con l’eccezione di Anis Amri, che si era trasferito in Germania nel 2015, pochi mesi prima di compiere l’attentato, tutti i casi citati confermano quanto sostenuto da Minniti: “I terroristi sono persone che vivevano negli Stati dove poi hanno colpito”. Con l’eccezione, oltre ad Amri, dell’attentatore di Nizza, si può anche registrare che i terroristi fossero tutti cittadini europei. In tutti i casi considerati, incluso quello di Amri, il processo di radicalizzazione è comunque avvenuto in Europa. Si può dunque sostenere che nessun terrorista sia arrivato già tale coi flussi migratori irregolari.
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