Sulla sua pagina Facebook, il 4 febbraio, Danilo Toninelli del M5S ha scritto che Roma oggi è una “montagna di corruzione, malaffare e sprechi, con ben 15 miliardi di euro di debiti che pesano sulle spalle dei cittadini romani ed italiani! 15 MILIARDI! Il debito di uno Stato”. Verifichiamo tre aspetti della dichiarazione di Toninelli.
In primo luogo, la cifra: 12 miliardi
Il numero citato per il debito esistente è un’esagerazione, anche se non troppo distante dalla realtà. In base a quanto riferito alla Camera da Silvia Scozzese, commissaria straordinaria per il piano di rientro del debito pregresso di Roma Capitale, nel corso di un’audizione del 5 aprile 2016, “il debito complessivo in carico alla Gestione commissariale, pur considerando le problematiche riscontrate nelle quantificazioni delle passività dei piani di rientro del 2008 e del 2010, risulta essere pari a 3 miliardi e 224 milioni di euro per il debito non finanziario e a 8 miliardi e 768 milioni di euro per il debito finanziario, considerato a valori attuali”. Un totale dunque di 11 miliardi e 992 milioni di euro.
I 15 miliardi a cui fa riferimento Toninelli potrebbero tuttavia essere quelli del finanziamento previsto da parte dello Stato per far fronte al debito di Roma nei prossimi decenni. Come dichiara Scozzese alla Camera, “per consentire operazioni di attualizzazione del contributo destinato alla Gestione commissariale […], dal 2011 al 2040 sono stati interamente impegnati nel bilancio dello Stato i 15 miliardi di euro previsti nel trentennio”. I 15 miliardi sono quindi tutti i soldi che le casse pubbliche dovrebbero sborsare fino al 2040.
Secondo, sulle spalle di chi pesano questi miliardi?
Toninelli ha ragione a sostenere che, oltre su quelle dei romani, tale debito pesi in parte su quelle di tutti gli italiani. Infatti nel 2008 il governo Berlusconi, con Gianni Alemanno sindaco della Capitale, approvò il d.l. 112, che all’articolo 78 dispone: “al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi strutturali di risanamento della finanza pubblica […], il Sindaco del comune di Roma […] è nominato Commissario straordinario”, e “il piano di rientro […], gestito con separato bilancio […], è presentato dal Commissario straordinario al Governo, che l’approva entro i successivi trenta giorni, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, individuando le coperture finanziarie necessarie per la relativa attuazione”.
Già in quel decreto, all’ultimo comma dell’articolo 78, era prevista “una anticipazione di 500 milioni di euro a valere sui primi futuri trasferimenti statali”.
Per 3/5 pesa sulle spalle di tutti gli italiani
Come si legge ancora nella deposizione del commissario Scozzese, dal 2010 in poi quei 500 milioni all’anno diventano strutturali, e “il contributo statale di cui la Gestione è destinataria trova copertura per 300 milioni di euro in un fondo del Ministero dell'economia e delle finanze e per 200 milioni di euro in un fondo alimentato con l'IRPEF dei cittadini romani”.
Dunque per i tre quinti il debito pesa sulle spalle di tutti i contribuenti in Italia, e per i due quinti sui cittadini di Roma che, grazie a una deroga del 2011, pagano l’addizionale IRPEF più alta d’Italia: lo 0,9% contro un massimo teorico dello 0,8%. Il debito pregresso di Roma continuerà poi a pesare per i prossimi trent’anni: “Il supporto dura fino al 2040, ossia le risorse statali del fondo allocato presso il Ministero dell’economia e delle finanze sono impegnate fino al 2040”, specifica infatti Scozzese.
Terzo, 15 miliardi è un ordine di grandezza credibile per il debito di uno Stato?
Il debito pubblico italiano a novembre 2016 (ultimo dato aggiornato) ammontava a 2.229,412 miliardi di euro e le altre grandi economie europee viaggiano su valori simili. In base ai dati del Fondo Monetario Internazionale la Germania ha 2.065 miliardi di euro di debito, la Francia 2.186, la Spagna 1.112.
Tuttavia tra le economie minori, anche all’interno dell’area euro, troviamo esempi di debiti paragonabili a quello accumulato da Roma nel corso degli anni. Ad esempio l’Estonia (che ha un milione e 320mila abitanti) ha poco più di 2 miliardi di debiti; Malta (420 mila abitanti) ne ha 5,75 miliardi; la Lettonia (due milioni di abitanti) 9,72 miliardi e il Lussemburgo 13,82 miliardi di euro (per poco più di 540 mila abitanti). Ricordiamo che Roma ha invece oltre tre milioni di abitanti.
Altri esempi si possono trovare tra i Paesi che hanno un Prodotto interno lordo molto ridotto e una percentuale di debito sul Pil relativamente bassa. Dunque Toninelli ha ragione: Roma ha lo stesso debito, quando non un debito maggiore, di diversi Paesi piccoli o poco sviluppati.