Il ferimento di cinque soldati italiani in Iraq, nella regione di Kirkuk, ha riacceso i riflettori sulla presenza dei nostri militari in Paesi stranieri: quanti sono e dove operano?. Andiamo a vedere qual è la situazione nel 2019.
Le missioni autorizzate dal Parlamento
Il 23 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato la relazione sulle missioni svolte nell'ultimo trimestre del 2018, anche al fine della loro prosecuzione nel 2019. Nella relazione, trasmessa alle Camere l’8 maggio, il governo ha indicato per ciascuna missione, tra le altre cose, l’area geografica di intervento e il numero massimo delle unità di personale coinvolte. Durante l’estate, il Parlamento ha poi approvato (il Senato il 6 giugno e la Camera il 3 luglio) le relazioni relative alla delibera del governo.
Le missioni in corso, che tra poco andremo a vedere nel dettaglio, sono state prorogate e in aggiunta è stata approvata una nuova missione bilaterale di cooperazione in Tunisia. Questa missione bilaterale prevede l’impiego di massimo 15 uomini e va a sostituire il precedente impegno dell’Italia in Tunisia, nell’ambito di una missione Nato, che prevedeva l’impiego massimo di 60 uomini.
Il numero complessivo
Come riporta il dossier della Camera sulla “Autorizzazione e proroga missioni internazionali nell’anno 2019”, «la consistenza massima annuale complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati nei teatri operativi è pari 7.343 unità, con una riduzione rispetto al precedente periodo (7.967 unità) di 624 unità».
Ma la consistenza massima non è uguale a quella effettiva: per la maggior parte del tempo, nel corso di una missione, vengono infatti impiegati meno uomini del numero massimo possibile. La consistenza media è quindi pari a «6.290 unità, con una riduzione rispetto al precedente periodo (6.309 unità) di 19 unità».
Come si vede dai dati, guardando ai militari effettivamente impiegati la riduzione nel 2019 rispetto al 2018 è pressoché nulla (-0,3 per cento).
Vediamo ora dove operano i nostri militari, dividendo per aree geografiche.
Le missioni in Europa
Dei 7.343 militari (massimo) che l’Italia impiega in quarantacinque missioni internazionali, nel complesso, 2.526 operano in Europa (in 14 missioni). La maggior parte di questi sono coinvolti in missioni di pattugliamento marittimo. In particolare, il contingente più numeroso è quello coinvolto nell’operazione Mare Sicuro, che impegna fino a 754 soldati italiani nel Mar Mediterraneo centrale, in particolare al largo delle coste libiche.
Seguono, tra quelli impegnati in missioni navali, il contingente impegnato nell’operazione Eunavfor Sophia (520 militari) e nell’operazione Nato nel Mar Mediterraneo orientale e Mar Nero (259 militari).
Tra i contingenti terrestri, il più numeroso è quello dispiegato nei Balcani, nell’ambito della missione Nato Kfor, che consiste di massimo 538 soldati italiani. Segue a distanza il contingente di 166 uomini impiegato in Lettonia nell’ambito dell’operazione Baltic Guardian.
Sono poi impegnati 130 uomini nella missione Nato di sorveglianza dello spazio aereo europeo. I restanti uomini sono dispersi in contingenti ridotti in Albania, Bosnia, Kosovo, Cipro e altre operazioni navali.
Le missioni in Asia
In Asia nel 2019 è autorizzato l’impiego di massimo 3.438 militari italiani in 13 diverse missioni. Il contingente più numeroso è quello distaccato in Libano, nell’ambito di due distinte missioni: la missione Unifil, dell’Onu, che impegna fino a 1.076 soldati e una missione bilaterale Italia-Libano di addestramento delle forze di sicurezza libanesi che ne impegna altri 140.
Segue poi il contingente italiano in Iraq, quello coinvolto nel recente attentato a Kirkuk. Qui operano fino a 1.100 uomini nell’ambito della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica – rappresentata in particolar modo dallo Stato Islamico ma non solo – e fino a 12 uomini nell’ambito della missione Nato in Iraq.
I 1.100 soldati italiani della coalizione internazionale, tra cui anche membri delle forze speciali, si occupano prevalentemente di addestrare le truppe peshmerga (le forze curde locali) a Erbil, capitale della Regione curda irachena, e le truppe irachene - anche in ambito di antiterrorismo - a Baghdad.
Fino al primo marzo 2019 le truppe italiane erano anche incaricate di proteggere la diga di Mosul, il cui appalto di ristrutturazione era stato vinto da una ditta italiana, ma in quella data hanno passato le consegne all’esercito statunitense.
Il terzo contingente più numeroso è poi quello impiegato in Afghanistan, composto da massimo 800 uomini, nell’ambito della missione Nato Resolute support.
Sono poi presenti 130 soldati italiani in Turchia, nell’ambito della missione Nato Active Fence, che entro fine anno verranno smobilitati (come previsto, non in relazione dunque all’invasione turca di parte della Siria in funzione anti-curda).
I restanti militari sono impiegati in varie missioni tra Israele e Palestina – in particolare per l’addestramento delle forze di sicurezza palestinesi – e tra Emirati arabi uniti, Qatar e Bahrein, in funzione di supporto (il Qatar è oggi il primo acquirente di armamenti italiani).
Le missioni in Africa
In Africa nel 2019 l’Italia prevede di impiegare al massimo 1.517 soldati, in 18 diverse missioni. Il contingente più numeroso, composto da 533 uomini, si trova in Somalia. Il grosso delle forze (407 uomini) sono coinvolte nell’operazione navale Eunavfor Atalanta, l’operazione militare dell’Unione europea per il contrasto alla pirateria. Gli altri 126 uomini partecipano invece ai programmi europei di addestramento Eutm e Eucap.
Altri 429 militari italiani sono poi impegnati in Libia, di cui 400 nella missione bilaterale Italia-Libia di assistenza e supporto, 25 nell’addestramento della guardia costiera libica e i restanti quattro in missioni Onu e Ue nel Paese.
In Niger sono poi presenti 292 militari italiani, di cui 290 impegnati nella missione bilaterale di supporto al Paese africano, per contrastare i traffici illeciti e le minacce alla sicurezza.
I militari italiani sono poi impiegati anche in Gibuti, dove la Base militare italiana di supporto (Bmis) impiega 92 militari e «garantisce il supporto logistico agli assetti nazionali in transito sul territorio di Gibuti e a quelli impegnati nelle operazioni nella regione somala», e dove è in corso una missione bilaterale di supporto che ne impiega massimo altri 53.
Gli altri soldati italiani sono divisi tra Egitto – massimo 75 unità, impegnate nell’operazione Mfo che vigila sul mantenimento della pace tra il Cairo e Tel Aviv –, Mali, Repubblica Centrafricana, Marocco e, come già visto, Tunisia.
Conclusione
Nel 2019, l’Italia potrà impiegare fino a un massimo di 7.343 militari in quarantacinque missioni militari all’estero. Il continente dove vengono maggiormente impiegati (quasi 3.500 uomini) è l’Asia, in particolare nelle missioni in corso in Libano, Iraq e Afghanistan. Seguono l’Europa (2.500 uomini circa), dove i militari italiani sono impiegati soprattutto in missioni navali e nei Balcani, e infine l’Africa (1.500 uomini), specialmente in Somalia, Libia, Niger e Gibuti. Il continente africano è però quello dove sono attive più missioni italiane: 18, contro le 14 in Europa e le 13 in Asia.
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