L’11 giugno il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dichiarato, durante una conferenza stampa: “Stiamo lavorando sulla cifra 35 euro: voglio che rientri nella media europea, perché tutti i Paesi europei spendono di meno, e anche noi vogliamo spendere di meno”.
Siamo andati a verificare e si tratta di un’affermazione errata.
I 35 euro
Come abbiamo già scritto, i 35 euro sono una stima approssimativa (e relativa al 2015) fatta dalla Corte dei Conti di quanto spenda al giorno lo Stato italiano per i migranti.
È una stima a livello nazionale ma, come risulta dalle tabelle della Corte stessa, la situazione a livello regionale è piuttosto varia: nel 2015 si andava infatti dai 5 euro di media della Sicilia ai 35 della Liguria.
In ogni caso, questi “35 euro” - a parte 2,5 euro circa di “pocket money”, cioè i soldi per le piccole esigenze quotidiane - vanno direttamente alle cooperative d’accoglienza e servono per coprire diverse spese: vitto, alloggio, ma anche la pulizia dello stabile e lo stipendio del personale addetto all'interno dei centri.
Il confronto europeo
Per fare un confronto europeo, abbiamo a disposizione a un documento dell’European Migration Network (EMN) - network istituito dal Consiglio dell'Unione Europea per fornire informazioni attendibili in materia di immigrazione e asilo - di agosto 2017, in cui sono state aggregate le risposte dei vari Stati membri* alla domanda “qual è il costo medio per l’accoglienza dei richiedenti asilo”.
L’Italia, con 35 euro al giorno, non è il Paese che spende di più. Anzi.
Diversi Paesi sopportano un costo giornaliero maggiore per i richiedenti asilo, in particolare dell’Europa occidentale: e dunque con un costo della vita più simile al nostro, questione che ha effetti su quanto debba spendere lo Stato per il personale, oltre che per vitto e alloggio dei richiedenti asilo.
In particolare, spendono di più il Belgio (51,14€, incluso il costo del personale), la Finlandia (49 € per gli adulti nei centri di accoglienza, di più per i minori), l’Olanda (23mila € all’anno, cioè 63 euro al giorno), la Svezia (40 € circa per i migranti nei centri di accoglienza) e la Slovacchia (circa 40 € al giorno).
La Germania non ha voluto divulgare le proprie risposte all’EMN ma, come si legge in un articolo dedicato alla questione del tabloid Bild, che cita l’ufficio federale di statistica tedesco, nel 2016 risulta aver speso mediamente 12.680 euro l'anno a migrante. Quindi circa 35 euro al giorno, come l’Italia.
La Francia, invece, spende decisamente meno. Secondo il documento dell’EMN, Parigi spende 24 euro al giorno per richiedente asilo (sono compresi accoglienza, sistemazione e welfare), che scendono però a circa 16 euro per quelli accolti in strutture di emergenza.
Gli altri Stati membri dell’Unione europea di cui si hanno i dati spendono meno: ad esempio Polonia, Austria, Repubblica Ceca, Irlanda, Croazia. Per altri Stati ancora, invece, è difficile arrivare a cifre precise per motivi particolari: ad esempio nel Regno Unito lo Stato paga l’alloggio e i servizi ai richiedenti asilo, oltre a garantire una somma settimanale per le spese quotidiane. Visto che alloggio e servizi sono forniti da concessionari privati, a cui poi lo Stato rimborsa le spese, la riservatezza dei vari contratti impedisce di quantificare in modo chiaro il costo giornaliero del singolo richiedente asilo per lo Stato.
Non è dunque possibile fare una “media europea” attendibile, perché mancano le informazioni relative a numerosi Paesi dell’Unione.
Conclusione
Salvini sbaglia nel sostenere che “tutti i Paesi europei spendono meno” per il mantenimento richiedenti asilo. Sono diversi infatti gli Stati dell’Ue che spendono di più, in particolare tra i Paesi dell’Europa Occidentale.
Ci sono poi Stati che spendono di meno, come la Francia e diversi Paesi dell’Europa Orientale, a altri per cui non è mai stato calcolato – nel caso del Regno Unito per questioni giuridiche – il costo giornaliero per ogni richiedente asilo.
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