Alessandro Di Battista ha scritto lo scorso 20 luglio sulla sua pagina Facebook che “l'Italia è il Paese europeo con il numero più alto di giovani che non solo non hanno lavoro ma che hanno addirittura smesso di cercarlo”.
Stiamo parlando di una categoria specifica, quella dei giovani inattivi. Ragazzi che, pur non essendo in un percorso di studi, non lavorano e non cercano lavoro. Vengono chiamati “Neet”, cioè "Not in Education, Employment, or Training".
Di Battista ha ragione, il poco invidiabile record spetta all’Italia.
La percentuale di Neet tra gli under 25: 19,9%
Lo certifica un recente rapporto diffuso dalla Commissione europea (qui scaricabile), secondo il quale nel 2016 in Italia sono stati il 19,9% del totale nella fascia di età 15-24 anni. In classifica, dietro di noi, ci sono
- Bulgaria (18,2%);
- Romania (17,4%).
Più lontane seguono Croazia, Cipro, Grecia, Irlanda e Spagna. La media dell’Unione europea è del 11,5%.
La situazione italiana non è una novità. Dal 2006 al 2016 siamo sempre stati tra i Paesi con la percentuale di Neet più alta d'Europa, insieme alla Bulgaria, a cui è spettato il primo posto fino al 2012. Dal 2013 l'Italia ha poi regolarmente registrato una percentuale maggiore.
Negli ultimi anni si è anzi avuto un leggero calo. Nel 2016 infatti, col 19,9%, si è tornati quasi ai livelli del 2011 (19,7%). Negli anni compresi in questo intervallo di tempo la percentuale era sempre stata più alta: il 21% nel 2012, il 22,2% nel 2013, il 22,1% nel 2014 e il 21,4% nel 2015.
Siamo tuttavia ancora lontani dal punto più basso raggiunto nell’ultimo decennio. Prima della crisi, nel 2007, l’indice era sceso al 16,1%, in calo rispetto al 16,8% e 17,1% dei due anni precedenti.
I Neet in valore assoluto
Visto comunque che Di Battista parla di “numero” e non di “percentuale” vale la pena prendere in considerazione in particolare la situazione dei Paesi con una popolazione simile – o maggiore – a quella Italiana (60,6 milioni): Germania (82,8 milioni), Francia (67 milioni) e Regno Unito (65,8 milioni).
In Germania la percentuale di Neet nella fascia 15-24 è del 6,6%, in Francia del 11,9% e nel Regno Unito del 10,9%. Dunque anche in numero assoluto quello italiano è sicuramente un record.
La percentuale di Neet nella fascia 25-34 anni
Se, infine, guardiamo alla fascia di età successiva – dai 25 ai 34 anni, dove l’incidenza degli studenti è nettamente minore – la percentuale di Neet dell’Italia si fa ancora più elevata: il 31,4%. Non si tratta di un primato solo perché la Grecia, col 33,4%, fa peggio di noi. Terza sul podio la Bulgaria, col 26%, più lontani tutti gli altri. La media dell’Unione europea è del 19%.
Conclusione: Di Battista ha ragione
Di Battista ha dunque ragione quando evidenzia il triste primato dell’Italia. Nessun altro Paese ha una percentuale tanto elevata di ragazzi che non sono né studenti, né lavoratori, né disoccupati (cioè che non hanno un lavoro ma lo stanno cercando): uno su cinque.
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