No, la Lega non vuole smontare la legge sull'aborto
- Alessia Morani
La deputata del Partito Democratico Alessia Morani ha scritto il 25 marzo in una nota che "la Lega vuole smontare la 194, peraltro fornendo dati falsi sugli aborti, visto che è noto a tutti che sono diminuiti negli anni". La dichiarazione è composta da tre distinte affermazioni, che andremo quindi a verificare una per una. Prima però diamo il contesto in cui si inseriscono le parole di Morani.
La deputata del Pd fa riferimento in particolare a una proposta di legge (si seguito abbreviato in pdl), a prima firma Alberto Stefani (Lega), presentata alla Camera il 4 ottobre 2018.
Il tema dell’aborto è però divenuto rovente in particolare nelle ultime settimane, con l’avvicinarsi del Congresso mondiale delle famiglie a Verona previsto per fine marzo. Un evento questo a cui parteciperanno sia tre esponenti di governo della Lega - tra cui Salvini, Fontana e Bussetti - sia organizzazioni contrarie all’aborto come ad esempio Provita o il Comitato “Difendiamo i nostri figli”.
L’aborto in Italia è regolato dalla legge 194 del 1978. Questa prevede, in sintesi, che qualsiasi donna possa ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) entro i primi 90 giorni di gestazione "per motivi di salute, economici, sociali o familiari", o dopo i primi tre mesi di gestazione solo per gravi motivi di salute.
La proposta della Lega a prima firma Stefani sostiene di non voler modificare la legge 194/1978. Si legge infatti nel preambolo della proposta di legge: "le misure proposte non costituiscono forme di riduzione della possibilità di accedere alle disposizioni della legge n. 194 del 1978, ma rappresentano esclusivamente forme alternative all’Ivg liberamente utilizzabili dalla donna".
Le misure proposte riguardano soprattutto la possibilità di far adottare il concepito prima ancora del parto. Quindi è sbagliato sostenere che la legge 194 venga in qualche modo toccata dalla pdl Stefani.
La pdl Stefani, nel suo preambolo, contiene poi diversi dati sulle interruzioni di gravidanza. Salvo eccezioni, non sono i dati più recenti sulle questioni che vengono affrontate e, rispetto a questi, risultano fuorvianti. Vediamo due esempi.
Il numero di aborti successivi alla dodicesima settimana
Primo esempio. Nella pdl si legge che "nel periodo 1990-2010, gli aborti oltre la dodicesima settimana sono cresciuti del 182 per cento e costituiscono il 27 per cento di tutti gli aborti".
Non è immediatamente chiaro perché vengano citati dati che si fermano a quasi dieci anni fa, quando sono facilmente consultabili quelli più recenti. Secondo l’ultima relazione del Ministero della Salute sulla legge 194, datata 31 dicembre 2018, le interruzioni di gravidanza successive alla dodicesima settimana sono il 5,6%.
La percentuale è molto simile anche nella penultima relazione del Ministero della Salute sulla legge 194, datata 29 dicembre 2017, l’ultima che avessero a disposizione Stefani e gli altri proponenti: qui infatti si legge che nel 2016 la percentuale era pari al 5,3%.
In ogni caso, non è dunque vero che le interruzioni di gravidanza dopo la dodicesima settimana costituiscano oggi il 27% di tutti gli aborti.
In compenso, è vero che negli ultimi anni la percentuale sia in aumento. Nella penultima relazione del Ministero della Salute sulla legge 194, infatti, si legge: "Si riscontra una tendenza all’aumento della percentuale di Ivg oltre le 12 settimane di gestazione: 5,3% nel 2016, 5,0% nel 2015, 4,7% nel 2014, rispetto al 3,8% nel 2012. Una percentuale che rimane comunque fra le più basse a livello internazionale".
Gli aborti fatti da minorenni
Ancora nella pdl Stefani si legge poi che "preoccupante è la crescita del numero di aborti tra le minorenni dal 1992 al 2010: quello delle ragazze fino a 18 anni è cresciuto del 45,2 per cento, quello delle ragazze fino a 15 anni è cresciuto addirittura del 112,2 per cento".
Anche in questo caso, non è chiaro perché venga scelto un periodo temporale ormai datato, quando sono disponibili i dati più recenti. Nell’ultima relazione del Ministero della Salute sulla legge 194, a proposito delle Ivg da parte di minorenni, si legge che "il tasso di abortività [cioè il numero di aborti per 1.000 donne tra 15 e 49 anni n.d.r.] per il 2017 è risultato essere pari a 2,7 per 1000, valore inferiore a quello del 2016, confermando un trend in diminuzione a partire dal 2004 (3,7 nel 2014, 4,4 nel 2012)".
Guardando alla tabella contenuta nella precedente relazione - l’ultima che avessero a disposizione Stefani e gli altri firmatari della proposta - si vede che, oltre a un calo costante dal 2004 in poi, un dato basso come quello del 2017 tra le minorenni non è mai stato registrato dopo il 2000 incluso.
Anche guardando ai numeri assoluti, si vede che il totale degli aborti tra minorenni è in calo costante da oltre 10 anni, e che il dato del 2017 è il più basso dal 2000.
I dati contenuti nella pdl Stefani appaiono sicuramente fuorvianti.
Abbiamo preso ad esempio i dati forniti sulle interruzioni volontarie di gravidanza dopo la dodicesima settimana e i dati su quelle fatte da minorenni. In entrambi i casi la pdl Stefani riporta dati risalenti a quasi dieci anni fa, a sostegno di una tesi che i dati più recenti smentiscono: gli aborti dopo il terzo mese sono oggi infatti una piccola minoranza (5,6% nel 2017 e 5,3% nel 2016), non circa un quarto; e il tasso di abortività è ai minimi dal 2000 (2,7 per mille nel 2017 e 3,1 per mille nel 2016) e in costante calo da oltre dieci anni.
Il numero di aborti totali
Veniamo quindi all’ultima parte della dichiarazione di Alessia Morani, secondo cui "gli aborti sono diminuiti negli anni".
Si tratta di un’affermazione corretta.
Come si vede dal grafico contenuto nell’ultima relazione del Ministero della Salute sulla legge 194, dopo un rialzo iniziale, dal 1983 in poi sono andati in costante diminuzione sia il tasso di abortività (come abbiamo già visto, il numero di aborti ogni mille donne) sia il rapporto di abortività (cioè il numero di aborti ogni cento nati vivi).
Guardando ai numeri contenuti nella relazione, si vede infatti che nel 1983 gli aborti in totale erano stati 233.976, mentre nel 2017 siamo scesi a 80.733.
Il calo è significativo anche solo guardando agli ultimi anni: dai 96.578 aborti del 2014 siamo passati negli anni successivi a 87.639 (2015), 84.926 (2016) e appunto 80.733 nel 2017.
Anche la pdl Stefani contiene dei dati in proposito. Si legge infatti nel preambolo della proposta di legge: "in Italia, nel 2014, sono state praticate 96.578 interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg), mentre nel 2015 ne sono state effettuate 87.639".
I dati sono corretti, anche se non sono i più aggiornati.
Alessia Morani fa un’affermazione errata quando sostiene che la Lega voglia “smontare” la 194. Nella pdl Stefani, a cui si riferisce la deputata del Pd, è scritto esplicitamente che le norme previste non andranno a intaccare l’impianto della legge 194/1978 e in effetti le disposizioni contenute disciplinano i casi in cui si può adottare il feto, senza modificare la disciplina dell’interruzione volontaria di gravidanza.
Morani ha poi sostanzialmente ragione a criticare i dati contenuti nella pdl Stefani. Al di là della loro falsità o meno, vengono usati dati vecchi suggerendo trend di crescita o di importanza di alcuni fenomeni che i dati più recenti smentiscono.
Infine la deputata democratica ha ragione nel rivendicare un calo costante negli ultimi decenni del numero di interruzioni volontarie di gravidanze.
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