Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, secondo quanto riporta Rai News il 24 gennaio, ha dichiarato in un’intervista con il programma “Povera Patria”: «La Tav va assolutamente fatta, anche perché costa più non farla che farla».
Anche se non è stata diffusa l’analisi costi-benefici commissionata dal governo, l’ipotesi fatta dal leader della Lega non è del tutto irrealistica. Vediamo qual è la situazione in base ai numeri disponibili.
Il costo di fare la Tav
Dell’intera opera
Come abbiamo spiegato nel nostro speciale dedicato alla Tav, c’è un costo per completare l’intera linea ferroviaria Torino-Lione e un costo per la sola sezione transfrontaliera tra Italia e Francia.
Il primo costo è al momento impossibile da determinare con certezza. Nel 2012, stime italiane parlavano di circa 25-26 miliardi di euro complessivi, da suddividere tra Italia (7,1 miliardi), Francia (9 miliardi) e Unione europea (8,6 miliardi). Ma queste stime non sono aggiornate alle ultime revisioni del progetto, che hanno comportato una riduzione dei costi.
Della sezione transfrontaliera
Il secondo costo, quello relativo alla sezione transfrontaliera – che comprende il famoso “tunnel di base” al centro di molte polemiche – è invece determinabile con maggior certezza. Il protocollo d’intesa stabilito a Venezia nel 2016 tra Francia e Italia si occupa proprio della validazione dei costi della sezione transfrontaliera della Tav. Questi ultimi sono stati certificati da un soggetto indipendente, composto dal raggruppamento delle due società belghe Tractebel Engineering e Tuc Rail.
È stato così determinato che questi costi oscillano tra gli 8,4 e gli 8,6 miliardi di euro. L’Italia è chiamata a pagarne il 57,9 per cento, ossia – prendendo la stima più alta – 4,98 miliardi di euro, mentre la Francia il restante 42,1 per cento. Di questi 4,98 miliardi, l’Unione europea dovrebbe finanziarne il 40 per cento, cioè circa 2 miliardi. In capo all’Italia restano quindi circa 3 miliardi di euro di costi.
Il costo di non fare la Tav
Perché è importante fare questa distinzione? Perché I costi che l’Italia sarebbe chiamata a sopportare nel caso di rinuncia alla Tav, al momento, si possono stimare solo per la sezione transfrontaliera.
Chiariamo subito che, come abbiamo scritto anche in passato, non sono previste esplicitamente penali nel caso in cui l’Italia decida di abbandonare il progetto Tav.
Ci sono però degli altri costi: alcuni già quantificabili, altri ancora incerti. Tra i primi ci sono sicuramente i costi già sostenuti per la realizzazione degli studi, delle opere preliminari, dei tunnel geognostici e via dicendo: 1,5 miliardi di cui 1,125 miliardi sono stati pagati da Francia e Unione europea, che dunque potrebbero chiederli indietro all’Italia, senza contare i 375 milioni pagati dall’Italia.
A questo miliardo e mezzo si possono poi sommare i 451,26 milioni di finanziamento europeo all’Italia per il 2014-2019, già stanziati e con vincolo di destinazione, che l’Italia dovrebbe restituire e non potrebbe spendere in altro modo.
A questi 2 miliardi scarsi bisogna poi sommare – e qui iniziano le incertezze – i costi per la chiusura dei cantieri esistenti e per la messa in sicurezza degli scavi, oltre a possibili contenziosi con le imprese che hanno già ottenuto l’incarico per i lavori. Si tratta di costi dunque non quantificabili a priori.
Un altro insieme di costi non quantificabili al momento è quello relativo ai “costi indiretti” che – ad esempio secondo il commissario straordinario per la Tav, Paolo Foietta – dipenderebbero dalla mancata realizzazione della Tav, cioè la perdita di opportunità che l’Italia sconterebbe a causa del ritiro da un progetto già avviato e finanziato da altri Stati (la Francia) e da organizzazioni internazionali (la Ue).
Conclusione
Al momento, quando si ragiona di costi della Tav, si può parlare con buona approssimazione solo di quelli che riguardano la sezione transfrontaliera della linea ferroviaria.
Per completarla, l’Italia è chiamata a sopportare un costo che si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. Non finirla ha invece un costo quasi certo di poco meno di 2 miliardi: a cui però si aggiungerebbero una serie di altri costi, al momento non quantificabili, che potrebbero portare la cifra a superare i costi di completamento.
Insomma, Salvini fa un’affermazione al momento non verificabile con certezza, ma che non sembra del tutto priva di fondamento.
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