Intervistato dalla Stampa il 5 giugno, il presidente uscente della Commissione economica del Parlamento europeo Roberto Gualtieri (Pd) ha dichiarato: "Fra Iva e flat tax per il 2020 stiamo parlando di una manovra non inferiore ai 40 miliardi di euro. Per fare un paragone, 50 miliardi è il costo annuale dell’intero comparto della scuola".
È un’affermazione sostanzialmente corretta. Vediamo di capire meglio qual è la situazione.
Quanto costa evitare l’aumento dell’Iva
Parlando di Iva, Gualtieri fa riferimento alle clausole di salvaguardia che il governo ha inserito nella legge di Bilancio per il 2019. Queste - come abbiamo scritto in passato - prevedono che l’Iva agevolata aumenti dal 10% al 13% nel 2020 e l’Iva ordinaria dal 22% al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021, se il governo non le “disattiverà”. Cioè se non sarà in grado di recuperare altrove il gettito che garantirebbe l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto.
In valore assoluto stiamo parlando di un aumento, per il solo 2020, del valore di 23,1 miliardi di euro.
A legislazione vigente questo aumento è previsto, come è scritto nel Def e come ha più volte specificato il ministro dell’Economia Tria. Dunque, per evitarlo, a meno di non voler violare i parametri europei, sarà necessario trovare altrove quei 23,1 miliardi.
Quanto costa la flat tax?
La cosiddetta “flat tax”, riproposta di recente dalla Lega, dovrebbe riguardare chi ha un reddito familiare lordo non superiore a 50 mila euro l'anno (26 mila in caso di single senza figli o familiare a carico) e forse anche le imprese.
Vista l’indeterminatezza della proposta, sui suoi costi ci sono diverse stime.
Secondo quanto dichiarato il 29 maggio, nel corso di una diretta Facebook, da Matteo Salvini stesso, "con 30 miliardi di euro, questa è la proposta documentata centesimo per centesimo che siamo pronti a portare in consiglio dei ministri, in parlamento, studiata al dettaglio dagli economisti della Lega, con 30 miliardi di euro riduzione fiscale e tassa piatta sui redditi delle imprese e sui redditi delle famiglie almeno fino a 50 mila euro".
Salvini, a marzo, aveva parlato di "12-15 miliardi" ma in quel caso si parlava di flat tax solo per le famiglie e non anche per le imprese.
In assenza di un testo normativo definitivo, non siamo in grado di verificare autonomamente queste stime e quindi le possiamo solo accettare col beneficio del dubbio.
La somma
I due provvedimenti messi insieme dovrebbero avere un peso che oscilla, a seconda che la flat tax venga estesa anche alle imprese o meno, tra i 35 e i 53 miliardi di euro circa.
Insomma, la manovra per il 2020 - se contenesse sia la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva sia la flat tax - avrebbe sicuramente un costo superiore ai 40 miliardi, come affermato da Gualtieri. Oltre a Iva e flat tax, bisogna infatti anche tenere conto delle necessarie correzioni strutturali del deficit, promesse dall’Italia a Bruxelles per evitare in passato la procedura di infrazione, che potrebbero pesare per svariati miliardi di euro.
Ma vediamo se il termine di paragone scelto dall’europarlamentare, la spesa per il comparto scuola, è corretto o meno.
Quanto spendiamo per il comparto scuola
Come abbiamo scritto di recente, un allegato tecnico alla legge di Bilancio per il 2019, a cura della Ragioneria dello Stato, pone il bilancio totale del Miur a circa 60 miliardi per il 2019.
Di questi la grande maggioranza, circa 50 miliardi (49,05 nel 2019), sono per la “missione Istruzione scolastica”. Il resto è quasi integralmente assorbito dalla missione “Istruzione universitaria”, che pesa per circa 8,5 miliardi di euro.
Le “missioni” sono "le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti con la spesa" o, in parole semplici, "le grandi finalità perseguite attraverso la spesa pubblica".
Parlando di “comparto scuola” Gualtieri sembra fare riferimento all’istruzione non universitaria, e dunque la cifra che dà è sostanzialmente giusta.
Conclusione
Roberto Gualtieri fa un’affermazione sostanzialmente corretta. La prossima legge di Bilancio, se conterrà la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva (per cui servono 23,1 miliardi di euro) e la “flat tax” (per cui servono tra i 12 e i 30 miliardi di euro, a seconda che venga estesa alle imprese o meno), avrà un costo di partenza sicuramente superiore ai 40 miliardi di euro. Oltre a queste due misure ci sono infatti altre poste di bilancio sostanziose, una su tutte la correzione del deficit passato e presente.
Il termine di paragone scelta è pure corretto: per l’intero comparto scuola (inteso come istruzione non universitaria) l’Italia nel 2019 ha stanziato 49 miliardi di euro, circa i 50 di cui parla l’europarlamentare democratico.
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