Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in visita in Israele, ha scritto su Twitter l’11 dicembre: “Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione”.
Le sue parole hanno suscitato l’immediata reazione degli ambienti della Difesa, seppur non in via ufficiale, che hanno parlato di “preoccupazione” e “imbarazzo”, e di cui i media hanno riportato commenti di questo tenore: “Non vogliamo alzare nessuna polemica, ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud [del Libano n.d.r.] nella missione Unifil”.
Ma cos’è veramente Hezbollah e quanto è giustificato l’appellativo di «terroristi islamici» per i suoi membri?
Nascita e caratteristiche di Hezbollah
Hezbollah, letteralmente in arabo “Il partito di Dio”, è un’organizzazione politica e militare libanese, in particolare degli sciiti (la minoranza dell’Islam, distinta dalla maggioranza sunnita). Nacque negli anni ’80 grazie al supporto economico e politico dell’Iran – Paese capofila dell’asse sciita – per contrastare l’invasione del sud del Libano da parte di Israele del 1982 e da allora ha sempre avuto come proprio principale avversario lo stesso Israele.
Nel 2000, con il completo ritiro di Israele dal Libano, il suo braccio armato si sarebbe dovuto sciogliere, ma ha invece continuato ad operare rifiutando il disarmo.
Nel 2006 è quindi stato protagonista nella guerra contro Israele, che aveva di nuovo invaso il sud del Libano in risposta all’uccisione di alcuni suoi soldati e al rapimenti di altri, e al termine di questo breve conflitto (le ostilità sono durate poco più di un mese) è nata la missione delle Nazioni Unite Unifil, che da allora fa da “forza di interposizione” tra Israele e Hezbollah.
In anni recenti, Hezbollah è stato impegnato nella guerra civile siriana, al fianco del regime di Assad contro i ribelli siriani e contro l’Isis. Per ironia della sorte, anche Salvini in passato ha dichiarato di preferire Assad come “male” minore rispetto all’Isis e di volergli dare gli strumenti per annientare i tagliagole dello Stato islamico. Nel 2016, secondo il quotidiano israeliano Haaretz, grazie alla guerra in Siria Hezbollah disponeva nei fatti di un esercito di medio livello (pur sprovvisto di aviazione e carri armati).
Allo stesso tempo, il braccio politico di Hezbollah è un protagonista della vita politica libanese. È stato al governo nell’ultimo decennio e alle ultime elezioni, di maggio scorso, ha ottenuto un significativo successo elettorale.
Il cuore del suo programma politico – ribadito nel nuovo manifesto del 2009 - è la «liberazione» dei territori occupati da Israele, in Palestina e non solo. Si pone poi come una forza islamica nazionalista libanese, che accetta i principi della democrazia e del pluralismo.
È un’organizzazione terroristica?
Per rispondere alla domanda se Hezbollah sia o meno un’organizzazione terroristica, ci si scontra in primo luogo con la diversità di opinioni che esistono – a livello filosofico e non solo – circa la definizione di “terrorismo”.
Secondo la definizione più ristretta, si può parlare di terrorismo per indicare azioni violente dirette contro obiettivi civili allo scopo di suscitare il terrore nella popolazione e conseguire così obiettivi politici.
Accettando questa definizione, si può sicuramente dire che Hezbollah abbia compiuto attentati di stampo terroristico, nel corso della sua storia. Possiamo citare ad esempio il dirottamento del volo 847 Atene-Roma nel 1985 e l’attentato del 2012 a Burgas, in Bulgaria, contro cittadini israeliani.
In questo caso Hezbollah ha negato il proprio coinvolgimento, ma indagini bulgare e internazionali hanno concluso che le prove fossero sufficienti per attribuire all’organizzazione libanese la paternità dell’attentato. Di conseguenza, come vedremo più avanti, la Ue ha inserito il braccio armato di Hezbollah nella lista delle organizzazioni terroristiche.
Le decisioni degli Stati
Diversi Stati hanno ufficialmente definito Hezbollah un’organizzazione terroristica.
Non stupisce che Israele sia uno di questi. Ad esso si aggiungono Stati Uniti, Canada, Francia, Olanda e Stati del Gcc (Gulf Cooperation Council), cioè Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman e Kuwait.
Anche la Lega Araba – che riunisce 22 Stati arabi – ha deciso nel 2016 di considerare Hezbollah un’organizzazione terroristica, ma non tutti i suoi membri erano d’accordo. In particolare lo stesso Libano e l’Iraq si sono dissociati.
L’Unione Europea dal canto suo, insieme ad Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito, considerano un’organizzazione terroristica solo il braccio armato di Hezbollah, e non anche quello politico.
Queste prese di posizione hanno molto a che fare con la geopolitica mediorientale. La posizione di Israele è chiaramente comprensibile, visto che Hezbollah nasce per combatterlo, e anche quella degli Usa, principale alleato di Tel Aviv e nemico dichiarato di Teheran. I Paesi del Golfo poi, in testa l’Arabia Saudita, sono impegnati in un confronto a tutto campo con l’Iran sciita e colpirne uno degli alleati (Hezbollah) è una mossa politica per indebolire il regime degli Ayatollah.
Conclusione
Qualificare gli Hezbollah libanesi come “terroristi islamici”, come fatto da Salvini, non è assurdo, specie se in riferimento a chi ha scavato i tunnel al confine con Israele. Il ramo militare dell’organizzazione è stato responsabile infatti di diversi atti di terrorismo, anche secondo la definizione più ristretta che prende in considerazione solo gli attacchi ad obiettivi civili.
Inoltre anche l’Unione Europea – meno schierata nelle crisi mediorientali degli Stati del Golfo, di Israele e degli Usa – considera tale ramo militare un’organizzazione terroristica.
Ma considerata la mancanza di un criterio oggettivo per stabilire quando un’organizzazione che usa come tattica il terrorismo diventi integralmente un’organizzazione terroristica, c’è comunque margine per incertezze e discussioni, in particolare circa il ramo politico di Hezbollah.
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