Il 4 febbraio la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha scritto su Facebook: "Tutte le Nazioni europee, dal Regno Unito all’Austria, dalla Spagna alla Germania, riconoscono Guaidò presidente ad interim del Venezuela per indire libere elezioni e far tornare la democrazia. L’Italia invece, insieme alla Turchia di Erdogan, si schiera con il dittatore comunista Maduro".
È un’affermazione imprecisa, anche se è vero che tra i grandi Paesi Ue l’Italia è al momento isolata.
Chi nella Ue ha riconosciuto Guaidò e chi no
Quando Giorgia Meloni parla di “nazioni europee” sembra riferirsi a quelle facenti parte dell’Unione europea, e non ad esempio anche alla Russia – aperta sostenitrice di Maduro – o ad altri Stati europei come l’Islanda, la Svizzera, l’Ucraina, l’Albania e via dicendo. Dunque limitiamo la nostra analisi ai 28 Stati membri dell’Ue.
Per prima cosa bisogna sottolineare come 27 su 28 di questi Stati, cioè tutti tranne l’Italia, fossero favorevoli il primo febbraio a far riconoscere all’Unione europea Juan Guaidó – il presidente del Parlamento venezuelano che è andato allo scontro col presidente Maduro – quale presidente ad interim del Venezuela, perché portasse il Paese a nuove elezioni presidenziali. Il veto di Roma, come hanno riferito varie fonti diplomatiche e come rivendicato anche da esponenti del M5s, ha impedito questo esito, visto che era necessaria l’unanimità.
Successivamente a questo strappo dell’Italia rispetto ai suoi alleati europei, le principali capitali del continente hanno fatto giungere individualmente il proprio riconoscimento di Guaidò quale legittimo presidente. Lo hanno fatto Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Olanda e altri 16 Paesi dell’Ue.
Mancano invece all’appello l’Italia, unico dei grandi Paesi europei, e altri sei Stati membri dell’Ue che pure erano favorevoli a far riconoscere Guaidó da Bruxelles: Grecia, Cipro, Irlanda, Romania, Slovacchia e Slovenia.
È poi vero che la Turchia di Erdogan si sia schierata apertamente contro il riconoscimento internazionale della presidenza di Guaidó e a favore di Maduro, come sostiene Meloni.
Non è invece vero che l’Italia si sia schierata apertamente a favore di Maduro. Nella nota della Presidenza del Consiglio del 4 febbraio la posizione italiana emerge come meno netta di quella degli alleati europei, e senza alcun riconoscimento per Guaidó, ma nemmeno senza nessun sostegno per Maduro. Roma si limita infatti ad appoggiare «il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti, attraverso un percorso pacifico e democratico, nel rispetto del principio di autodeterminazione».
Conclusione
Anche limitando le “nazioni europee” ai soli Paesi della Ue, l’affermazione di Giorgia Meloni è imprecisa. Oltre all’Italia infatti anche altri sei Stati dell’Unione europea non hanno riconosciuto Guaidó quale legittimo presidente del Venezuela, in attesa che vengano indette nuove elezioni presidenziali.
Ma è corretto dire che l’Italia sia l’unico grande Paese europeo che non ha operato questo riconoscimento ed è vero che sia stata la sola Italia a impedire alla Ue di procedere al riconoscimento di Guaidò.
Scorretto invece affermare che l’Italia sostenga Maduro “come la Turchia”. Il sostegno di Ankara al presidente in carica, ritenuto dai critici un dittatore, è palese, mentre l’Italia ha comunque chiesto vengano indette al più presto nuove elezioni.
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