Il 12 giugno, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha scritto su Twitter che "la spesa reale delle famiglie cala dello 0,9 per cento, è la prima volta dal 2013".
Ma è davvero così? Abbiamo verificato.
Di che cosa stiamo parlando
Ogni anno, nel mese di giugno, l’Istituto nazionale di statistica (Istat) pubblica un rapporto intitolato Spese per i consumi delle famiglie, che contiene le stime riferite all’anno precedente su qual è stata la spesa in beni e servizi acquistati dalle famiglie in Italia.
Come spiega l’Istat nella sua Nota metodologica, l’oggetto della rilevazione sono solo i beni e i servizi "destinati al consumo familiare o per effettuare regali a persone esterne alla famiglia".
Questo significa che ogni spesa effettuata per scopo diverso dal consumo non viene presa in considerazione. Il rapporto dunque non ci dice quanto si spende, per esempio, per gli acquisti delle case o di terreni o per il pagamento delle imposte.
Tra i beni analizzati, ci sono però anche quelli prodotti e direttamente consumati dalle famiglie (si pensi, per esempio, a chi ha un orto o un’azienda agricola) e i cosiddetti “affitti figurativi”. L’Istat infatti – per ottenere stime più affidabili – calcola per chi ha una casa di proprietà anche la spesa che dovrebbe sostenere nel caso fosse in affitto in un’abitazione simile.
Riassumendo: la spesa per i consumi è una statistica che ci dice quanto spende in media, all’anno o in un mese, una famiglia in Italia per i prodotti alimentari, le bevande, l’abbigliamento, le bollette e così via.
I dati del 2018
L’11 giugno 2019, l’Istat ha pubblicato il rapporto Spese per consumi delle famiglie relativo al 2018.
L’anno scorso, in media le famiglie residenti in Italia hanno speso ogni mese 2.571 euro, una cifra sostanzialmente uguale a quella del 2017 (+0,3 per cento). Due anni fa questa spesa era salita dell’1,6 per cento rispetto al 2016.
Se si considera la mediana invece della media, si scopre che metà delle famiglie hanno speso almeno 2.153 euro al mese.
Anche al netto dei costi relativi agli affitti figurativi, la spesa media familiare resta stabile intorno ai 1.982 euro (+0,2 per cento rispetto al 2017).
Come spiega l’Istat, "i livelli di spesa più elevati, e superiori alla media nazionale, si registrano nel Nord-ovest (2.866 euro), nel Nord-est (2.783 euro) e nel Centro (2.723 euro); più bassi, e inferiori alla media nazionale, nel Sud (2.087 euro) e nelle Isole (2.068 euro)".
La distribuzione delle voci di spesa per il 2018 è praticamente uguale a quella di un anno prima: le famiglie nel nostro Paese continuano a spendere infatti oltre un terzo della spesa totale (35,1 per cento) per l’abitazione, il 18 per cento in cibo e oltre l’11 per cento in trasporti.
Che cosa c’entra l’inflazione
Le stime che abbiamo appena visto, però, sono espresse in valori correnti: in parole povere, non tengono conto dell’inflazione, ossia dell’aumento del livello medio generale dei prezzi per i beni e i servizi.
Nel 2018, il valore dell’inflazione in Italia è stato del +1,2 per cento, uguale a quello dell’anno precedente.
Se si tiene conto quindi dell’aumento dei prezzi verificatosi lo scorso anno, si scopre che nel 2018, in termini reali, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è diminuita dello 0,9 per cento rispetto al 2017.
È un record negativo per gli ultimi cinque anni, come sostiene Meloni? Sì, e a certificarlo è la stessa Istat: è la prima volta che si rileva infatti una contrazione di questo tipo dopo la moderata dinamica positiva registrata dal 2014 al 2017.
Come hanno spiegato i report precedenti, però, negli scorsi anni la variazione dei prezzi al consumo era stata meno marcata: -0,1 per cento nel 2016, +0,1 per cento nel 2015, +0,2 per cento nel 2014.
Di contro alla contrazione della spesa in termini reali, nel 2018 si è invece registrata una leggera diminuzione della disuguaglianza di spesa tra le famiglie più ricche e quelle più povere. Questo divario resta comunque molto marcato: l’anno scorso infatti le famiglie più abbienti hanno speso oltre 5 volte di più rispetto a quelle meno abbienti.
In generale, la spesa media nel 2018 è ancora lontana dai 2.640 euro del 2011, a cui erano seguiti due anni di "forte contrazione".
Dove risparmiano gli italiani
Secondo il rapporto Istat, "la spesa per visite mediche e accertamenti periodici, in larga misura incomprimibile, è quella sulla quale le famiglie agiscono meno per provare a limitare l’esborso".
Nel 2018, una famiglia su due ha cercato di contenere le spese per abbigliamento e calzature, soprattutto nel Mezzogiorno. Quasi quattro famiglie su dieci invece hanno provato a risparmiare in viaggi e vacanze.
Infine, rispetto al 2017, due terzi delle famiglie non hanno cambiato le proprie abitudini in fatto di spesa alimentare.
E gli stranieri?
Le capacità di spesa delle famiglie cambiano a seconda della nazionalità dei suoi componenti. Famiglie composte da soli cittadini italiani, infatti, spendono di più di quelle composte da cittadini stranieri.
L’anno scorso, le famiglie italiane hanno speso in media ogni mese 2.627 euro, il 24,5 per cento in più delle famiglie con almeno uno straniero (1.984 euro). Il divario aumenta ulteriormente se si considerano i nuclei con soli stranieri.
Quest’ultimi hanno infatti speso circa 1.700 in media ogni mese, 927 euro in meno rispetto ai soli italiani. Le quote di spesa dove questa differenza è più marcata sono quelle relative agli spettacoli e la cultura, le spese sanitarie e la ristorazione.
Conclusione
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni cita una statistica corretta: secondo le indagini Istat, nel 2018 la spesa reale delle famiglie residenti in Italia è scesa dello 0,9 per cento rispetto all’anno prima. Una contrazione che non si registrava dalle rilevazioni del 2013.
Questo è vero però se si tiene conto dell’inflazione registrata nel 2018, agli stessi livelli del 2017 ma ben più alta del triennio 2014-2016.
In valori correnti, la spesa nel 2018 è in realtà aumentata, seppure di pochissimo: l’anno scorso le famiglie hanno speso in media ogni mese 2.571 euro, circa 7 euro in più rispetto ai 2.564 euro del 2017.