E' approssimativo dire, come ha fatto il medico e fondatore di Emergency Gino Strada, ospite di Carta Bianca (1h 16m 14s) su Rai3 il 12 febbraio, che "sono 11 milioni gli italiani che non possono più curarsi". L'affermazione si basa sulla lettura imprecisa di un dato che merita di essere spiegato meglio.
La ricerca Censis-Rbm
Il dato di 11 milioni proviene da una ricerca del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), un istituto di ricerca socio-economica privato, e di Rbm - Assicurazione salute, società di assicurazioni sanitarie, presentata a giugno 2016.
Nella ricerca si legge che "erano 9 milioni nel 2012, sono diventati 11 milioni nel 2016 (2 milioni in piu') gli italiani che hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie nell'ultimo anno a causa di difficoltà economiche, non riuscendo a pagare di tasca propria le prestazioni".
Il dato è stato aggiornato, ancora da Rbm-Censis, in un successivo rapporto del 2017. Qui si legge che sono addirittura 12,2 milioni gli italiani "che hanno dovuto rinunciare alle cure" nel 2016. Come spiega la nota relativa, "il dato considera tutti quei cittadini che abbiano rinunciato nel corso dell'anno ad almeno una prestazione sanitaria e comprende anche le cure odontoiatriche, le prestazioni socio-sanitarie e socio-assistenziali. Nel numero sono altresì ricompresi i cittadini che abbiano dovuto nell'anno rinunciare totalmente alle cure".
Si tratta insomma di un insieme eterogeneo, quello dei 12,2 milioni di italiani: comprende sia chi ha deciso di rinviare il dentista all'anno successivo, sia chi ha rinunciato totalmente a qualsiasi cura. Sembra quindi un'esagerazione affermare che ci siano 11 (o 12,2) milioni di italiani che non "possono più curarsi".
L'Istat, inoltre, fornisce delle cifre molto inferiori, anche se riferite a un insieme individuato con criteri diversi e quindi probabilmente non del tutto sovrapponibile. Vediamo meglio.
L'audizione dell'Istat
Maurizio Franzini, facente funzioni di presidente dell'Istat, in attesa della nomina da parte del governo del successore di Giorgio Alleva, ha parlato degli italiani che rinunciano a visite e accertamenti sanitari nel corso di un'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato del 12 novembre.
Franzini ha dichiarato: "Secondo i nostri dati, rinunciano a visite o accertamenti specialistici per problemi di liste di attesa circa 2 milioni di persone, il 3,3 per cento della popolazione, mentre coloro che vi rinunciano per motivi economici sono oltre 4 milioni, un po' meno del 7 per cento della popolazione".
Dunque secondo i dati dell'Istat citati dal presidente non ci sono 11 o 12 milioni di italiani che non possono curarsi, ma circa 4 milioni di persone che hanno rinunciato a farsi visitare. I due insieme sembrano comunque non del tutto sovrapponibili. Va precisato che l'Istat non parla di "italiani" ma di "popolazione", comprendendo quindi anche gli stranieri residenti in Italia.
Considerato che, come afferma ancora Franzini, "è rilevante l'intreccio tra le condizioni della rinuncia, o meglio, l'influenza che sulle condizioni della rinuncia hanno le condizioni economiche di coloro che rinunciano", sembra probabile che all'interno di questi 4 milioni di persone sia compresa una significativa quota di stranieri (abbiamo visto in passato come questa distinzione abbia un significativo impatto numerico, ad esempio quando si parla di “5 milioni di poveri
Conclusione
Gino Strada cita un dato che proviene da un rapporto di Rbm-Censis, tra l'altro non il più recente, ma che è scorretto riferire a "italiani che non possono più curarsi". Sono infatti, secondo il rapporto, italiani che hanno rinviato o rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria nel corso dell'anno. Nelle statistiche sono compresi anche quanti hanno rimandato una visita perché magari hanno preferito un altro impegno - eventualità da tenere presente anche visti i lunghi tempi di attesa per molte prestazioni del Servizio sanitario nazionale. L'Istat fornisce poi un dato in ambito simile, anche se non del tutto compatibile, secondo cui sarebbero circa 4 milioni gli italiani che hanno rinunciato a visite ed esami sanitari per motivi economici. Un numero certo molto rilevante, ma molto piu' basso di quello citato dal fondatore di Emergency.