La notizia circolata a inizio agosto che in Groenlandia si siano sciolte, in un solo giorno, undici miliardi di tonnellate di ghiaccio ha creato grande allarme tra gli esperti e nell’opinione pubblica. Secondo quanto riportato da Agi, quasi il 60% della calotta glaciale groenlandese ha perso, il 31 luglio 2019, un millimetro di spessore di ghiaccio, subendo il peggior scioglimento - complice l’ondata di caldo record di quei giorni in Europa - dal 2012.
Ma quanto è importante la calotta glaciale groenlandese e qual è attualmente la situazione? Andiamo a vedere i dettagli.
La seconda calotta glaciale più vasta al mondo
Come avevamo scritto in un nostro precedente articolo sul tema, sono 15 milioni i chilometri quadrati coperti dai ghiacci sulla Terra, circa il 10% delle terre emerse, e se questa massa di ghiaccio si sciogliesse integralmente il livello dei mari si alzerebbe di circa 70 metri.
La maggior parte si trova nello strato glaciale (ice sheet) che ricopre l’Antartide e la Groenlandia, ma l’isola è seconda a grande distanza rispetto al continente antartico. Se si sciogliesse la calotta glaciale che ricopre il Polo Sud, secondo uno studio accademico del 2018 in proposito, il livello delle acque si alzerebbe infatti di 58,3 metri, mentre se si sciogliesse solo quella groenlandese i mari salirebbero di “solo” 7,4 metri. Terzi in classifica arrivano i ghiacciai alpini che, se si sciogliessero integralmente, farebbero innalzare le acque di 41 centimetri.
Il terzo fattore dell’innalzamento dei mari (per ora?)
Nonostante l’abissale distanza che separa la Groenlandia dall’Antartide, in quanto a potenziale capacità di far aumentare il livello del mare, l’isola è ad oggi davanti al continente polare nella classifica di chi ha finora maggiormente contribuito all’innalzamento delle acque.
Secondo quanto riporta l’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, che fa parte delle Nazioni Unite) il primo fattore dell’innalzamento dei mari osservato negli ultimi due decenni (1993-2010) è il riscaldamento delle acque (circa 1,1 millimetri all’anno). Secondo le leggi della fisica, infatti, un fluido aumenta di volume all’aumentare della temperatura.
Il secondo fattore è, come avevamo riportato, lo scioglimento dei ghiacciai di montagna (0,76 millimetri all’anno) e il terzo è proprio lo scioglimento della calotta glaciale groenlandese (0,33 millimetri all’anno). Quarto arriva lo scioglimento della calotta antartica (0,27 millimetri all’anno).
Ma questa classifica potrebbe subire dei cambiamenti nel prossimo futuro, sempre secondo l’Ipcc, considerato il crescente ritmo di scioglimento dei ghiacci della Groenlandia. Se infatti tra il 1993 e il 2001 perdeva 36 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno, tra il 2002 e il 2011 siamo passati a 215 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno.
Secondo la schiacciante maggioranza degli scienziati che si occupano della questione, come riporta la Nasa, non ci sono dubbi che questa situazione - in Groenlandia come nel resto del mondo - sia stata creata dal riscaldamento globale causato dalle attività umane. E, secondo l’Ipcc, nei prossimi decenni non farà altro che peggiorare.
Ma vediamo ora qual è la situazione in particolare quest’anno sulla grande isola artica.
La Groenlandia nel 2019
Il portale polarportal.dk dell’Istituto di ricerca artica danese mostra, anche tramite grafiche interattive, l’andamento della massa glaciale in Groenlandia giorno per giorno.
La linea blu rappresenta il guadagno e la perdita di ghiaccio nella stagione 2018/2019. La linea grigia rappresenta la media del periodo 1981-2010 e l’area grigia è la somma di tutte le linee annuali del periodo 1981-2010. Una gigatonnellata (Gt) equivale a un miliardo di tonnellate di acqua.
Il picco del 31 luglio/1 agosto, come si vede nel grafico, rappresenta un record rispetto al periodo 1981-2010 (l’area grigia mostra le oscillazioni e la linea grigia la media) e il ritmo di scioglimento dei ghiacci ha impiegato diversi giorni - fino al 5 agosto - per tornare alla “normalità” dei decenni precedenti.
Secondo quanto riporta National Geographic, che cita lo scienziato polare Marco Tedesco della Columbia University, questo picco del 2019 è andato a raggiungere sostanzialmente il precedente record, della stagione 2012-2013. E, secondo altri accademici citati dalla rivista, nei prossimi anni questa situazione è destinata a ripetersi, rendendo queste temperature elevate - e il conseguente scioglimento da record - la nuova normalità.
Conclusione
La calotta glaciale della Groenlandia non è l’accumulo di ghiaccio potenzialmente più pericoloso del pianeta, in caso di scioglimento. Arriva infatti seconda, e a grande distanza, da quella dell’Antartide, in quanto a possibile innalzamento del livello dei mari.
Ma al momento rappresenta una delle principali cause di preoccupazione. Se, infatti, finora all’innalzamento dei mari hanno contribuito soprattutto l’aumento delle temperature delle acque e lo scioglimento dei ghiacciai alpini, con la Groenlandia terza in questa classifica particolare, nel futuro la situazione potrebbe cambiare in peggio.
Secondo gli scienziati picchi di caldo, e quindi di scioglimento dei ghiacci, come quello registrato a fine luglio e inizio agosto 2019 - che ha eguagliato in sostanza il precedente record del 2012/2013 - potrebbero diventare in futuro la normalità.
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