In un’intervista rilasciata al Tg1 lo scorso 8 agosto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha dichiarato (minuto 3.14): “La strategia del governo sui temi dell’immigrazione, di collaborazione anche con le autorità libiche, sta producendo piano piano dei risultati. Vediamo ad esempio i flussi migratori che si stanno gradualmente riducendo”.
I dati del Viminale
I dati diffusi il 9 agosto dal ministero dell’Interno, che pubblica un aggiornamento statistico giornaliero, danno ragione a Gentiloni, che sembra anzi fin prudente nel suo parlare di “graduale” riduzione. Il flusso migratorio, nel 2017, aveva sempre fatto registrare, mese su mese, un numero di sbarchi superiore rispetto al 2016 (con l’eccezione di gennaio, ma su numeri ridotti). A luglio e agosto, invece, è crollato.
Dai 23.526 migranti sbarcati a giugno 2017 siamo scesi a 11.459 a luglio e a 1.632 nel primo quarto di agosto. Nel 2016 erano invece stati registrati 22.339 migranti sbarcati a giugno, 23.552 a luglio e 21.294 ad agosto.
Il risultato è particolarmente significativo, anche perché porta – per la prima volta da gennaio – il totale dei migranti sbarcati nel 2017 al di sotto di quelli sbarcati nello stesso periodo del 2016. Siamo oggi a 96.845 contro i 100.328 dell’anno scorso. Una riduzione del 3,47%.
Il confronto col 2016
Fino a giugno incluso, la situazione era ribaltata. I migranti sbarcati erano stati, fino al 30 del mese, 83.360. L’anno precedente, nello stesso periodo, erano stati 70.222. Dunque il 2017 presentava un aumento del 18,71% del flusso rispetto al 2016, che con 181.436 migranti sbarcati aveva già stabilito un nuovo record (il precedente era del 2014, con 170.100).
Ora invece, nel confronto con il flusso dell’anno scorso, siamo passati da segno positivo a negativo. Le proiezioni che parlavano di 200 mila, o addirittura 250 mila, arrivi a fine anno – qualora la riduzione del flusso registrata a luglio e agosto fosse confermata – non sarebbero più attuali e si potrebbe anzi ipotizzare un totale a fine anno inferiore a quello del 2016.
Le cause
Non è facile stabilire con certezza le cause di questa improvvisa riduzione del flusso migratorio. Di sicuro non è un fattore stagionale, in quanto i mesi di luglio e agosto sono tradizionalmente mesi di partenze dalle coste africane, complice il bel tempo.
Nel 2016, come detto, erano stati registrati 23.552 arrivi a luglio e 21.294 ad agosto. Nel 2015 erano stati 22.846 a luglio e 22.610 ad agosto. Nel 2014 – primo anno dell’emergenza migratoria – erano stati registrati 24.026 arrivi a luglio e 24.776 ad agosto.
Secondo quanto scrive il Sole 24 Ore, “Il calo di luglio è ascrivibile all’aumento degli interventi di pattugliamento e soccorso della Guardia costiera libica, che in parte hanno scoraggiato le partenze e in parte hanno riportato a terra migliaia di persone evitando l’approdo in Italia. A fine primavera il governo italiano ha consegnato al ministero della Difesa di Tripoli quattro motovedette utilizzate recentemente nelle operazioni dei guardiacoste libici”.
Guardia costiera libica che, secondo indiscrezioni, sarebbe sotto la lente della Corte penale internazionale dell’Aia. C’è il timore che i suoi interventi – alcuni finiti sulle pagine dei giornali – siano illegali e violino i diritti umani, che sia infiltrata da organizzazioni criminali e che la costa libica stia sempre più diventando un mercato degli schiavi.
Non sarebbero comunque determinanti per ora né la missione italiana in supporto alla Guardia costiera libica, approvata dal Parlamento lo scorso 2 agosto, né il codice di condotta delle Ong, anch’esso varato solo a fine luglio.
Conclusione
Gentiloni ha ragione quando parla di riduzione del flusso migratorio. Allo stesso modo sembra corretta l’indicazione della “collaborazione con le autorità libiche” come fattore determinante per il raggiungimento di questo risultato.
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