l ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ospite a Piazza Pulita su La7 lo scorso primo febbraio, ha dichiarato (1h 10 m 30s): “Il nostro export va benissimo. Cresce più di quello della Germania e della Francia”.
Si tratta di un’affermazione corretta.
Il volume dell’export nella Ue
Il valore totale dell’export italiano nel periodo gennaio-novembre del 2017, in base alla più recente rilevazione della Commissione europea del 15 gennaio scorso, è ammontato a 411,3 miliardi di euro, contando sia il commercio interno all’UE che quello esterno. Si tratta di un nuovo record storico per l’Italia: nel periodo gennaio-novembre 2016 (anno poi conclusosi con il record di 417,27 miliardi di euro in 12 mesi) si era arrivati a 381,17 miliardi.
È il terzo dato più alto nell’Unione europea, dove ci precedono la Germania - a grande distanza - con 1.181,4 miliardi di euro di export e la Francia, più da vicino, con 432,8 miliardi.
Dietro di noi si piazzano il Regno Unito (360,8 miliardi), il Belgio (348,3 miliardi) e, più distante, la Spagna (260,5 miliardi). Tutti gli altri (Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Svezia e via decrescendo) restano sotto la soglia dei 200 miliardi.
La crescita dell’export nella Ue
Come sostiene correttamente il ministro Calenda, il nostro export sta crescendo più di quello della Germania e della Francia, riducendo dunque le distanze.
Sempre in base alla più recente rilevazione Eurostat vediamo che il nostro Paese, nel periodo gennaio-novembre 2017, ha visto crescere il proprio export dell’8% (nello stesso periodo del 2016 era cresciuto dell’1%). L’export di Berlino cresce invece del 7% nei primi 11 mesi del 2017 (dell’1% nello stesso periodo del 2016), e quello di Parigi del 5% (era al -2% nei primi 11 mesi del 2016).
Dunque è corretto affermare che l’export italiano, giunto a livelli record, è cresciuto più di quello della Germania e della Francia.
Chi fa meglio di noi?
Ma se usciamo dal terzetto di testa dei Paesi europei che hanno il maggior volume di esportazioni (Germania, Francia e Italia appunto), vediamo che si registrano tassi di crescita dell’export ancora più alti di quello italiano.
Ad esempio la Lituania e la Finlandia fanno segnare nel 2017 la crescita maggiore, con un aumento dell’esportazioni rispettivamente del 17% e del 16%. Seguono Slovenia (15%), Croazia (15%), Grecia (13%), Bulgaria (12%), Lettonia (12%), Polonia (12%) e Portogallo (11%). Tutti gli altri stanno sotto il 10% di crescita.
La bilancia commerciale
Al di là del dato sull’export è anche interessante notare come questo si bilanci con l’import. La bilancia commerciale italiana – sempre in base ai dati Eurostat relativi ai primi 11 mesi del 2017 - è positiva, cioè esportiamo più di quanto importiamo, ed è una delle migliori.
Con 42,2 miliardi di surplus commerciale Roma si piazza seconda in questa classifica, dietro all’irraggiungibile Berlino (+230,9 miliardi), e davanti all’Irlanda (+41,7 miliardi).
Gli altri Paesi europei sono tutti molto lontani, e non pochi hanno un deficit commerciale (cioè importano più di quanto esportino). La Francia, ad esempio, nel periodo preso in considerazione ha un deficit di 76,2 miliardi e il Regno Unito addirittura di 164 miliardi (il peggiore dell’Unione).
Conclusione
Carlo Calenda ha ragione, l’export italiano va molto bene. Gli ultimi anni sono stati da record, siamo nel terzetto di testa dell’Unione europea e stiamo recuperando sui primi due (anche se la Germania resta lontana).
L’export italiano è infatti cresciuto nel 2017, come affermato dal ministro, a un ritmo superiore di quello sia francese che tedesco.
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