Il candidato in pectore del Movimento 5 Stelle per le prossime elezioni, Luigi Di Maio, ospite di Piazzapulita su La7 lo scorso 2 novembre ha dichiarato (min. 1.14’45”) che la Sicilia “nel 2015 ha perso 100mila cittadini”.
È un’affermazione che l’onorevole pentastellato ha ripetuto spesso durante la campagna elettorale siciliana, ma il dato è sbagliato.
Il saldo migratorio
Possiamo guardare nel database Istat (“Popolazione e famiglie”, “Popolazione”, “Popolazione residente”) quanti cittadini erano residenti in Sicilia al primo gennaio 2016 (5.074.261) e quanti al primo gennaio 2015 (5.092.080) e fare la differenza. Il risultato è che la Sicilia nel 2015 ha perso 17.819 residenti. Non centomila.
Il 2015 non è poi un anno eccezionale. L’anno successivo la diminuzione della popolazione residente in Sicilia è rimasta praticamente identica: i residenti al primo gennaio 2017 sono infatti 5.056.641, cioè 17.620 in meno rispetto al primo gennaio 2016.
Il dato siciliano non è eccezionale nemmeno rispetto al resto d’Italia. Possiamo fare il confronto con una regione del nord con una popolazione residente simile a quella siciliana, il Piemonte. Qui i residenti al primo gennaio 2016 erano 4.404.246, quelli al primo gennaio 2015 erano 4.424.467, e la differenza è di 20.221.
Dunque il Piemonte ha perso nel 2015 più residenti della Sicilia, pur avendo una popolazione complessiva leggermente inferiore.
Cambi di residenza
Ammettiamo che Di Maio non stesse facendo riferimento al saldo della popolazione, ma a chi cambia la propria residenza. In base ai dati Istat (percorso: "Popolazione e famiglie", "Migrazioni", "Emigrati" e "Provincia di origine") è vero che in Sicilia nel 2015 hanno cambiato residenza 97.151 persone, quasi le 100 mila citate dal deputato del M5S.
Tuttavia se andiamo a guardare nello specifico i dati, vediamo che di questi 97.151 più del 60% è rimasto residente in Sicilia.
Infatti 48.822 residenti in Sicilia hanno solo cambiato il comune di residenza. Altri 10.484 hanno cambiato la provincia. Solo 26.307 hanno cambiato regione e 11.538 hanno cambiato Paese, andando a risiedere all’estero.
Dunque di nuovo non è vero che la Sicilia abbia “perso” questi 100 mila abitanti. La grande maggioranza di loro sono rimasti residenti nella regione, semplicemente hanno cambiato comune o provincia di residenza. Quelli che sono andati in altre parti d’Italia o all’estero sono invece 37.845, cioè lo 0,74% degli abitanti della regione.
Anche questa volta, il caso siciliano non è affatto eccezionale. Guardando ai dati del Piemonte vediamo che i cambi di residenza (130.581) e i trasferimenti all’estero (11.894) sono addirittura di più che in Sicilia. Sono invece di meno i trasferimenti in altra regione, 21.608 in Piemonte contro gli oltre 26 mila nella regione del Sud.
Il totale di chi ha lasciato il Piemonte per l’estero o altre regioni italiani è di 33.502, cioè lo 0,76% degli abitanti della regione. In numeri assoluti è poco meno, mentre in percentuale è leggermente di più rispetto alla Sicilia.
Conclusione
Di Maio sbaglia a sostenere che la Sicilia abbia perso 100 mila cittadini nel 2015. Facendo la differenza tra chi se n’è andato e chi è venuto, considerando anche nascite e decessi, risulta che la “perdita” di residenti ammonti a meno di 18 mila persone.
Anche guardando poi a chi ha cambiato residenza, se è vero che il totale è vicino ai 100 mila citati da Di Maio, bisogna sottolineare che di questi meno del 40% ha abbandonato l’isola, limitandosi a cambiare comune o provincia di residenza all’interno della regione Sicilia.
In conclusione, si può dire che il problema dell’emigrazione dalla Sicilia sicuramente ci sia, come certificano ogni anno, ad esempio, i rapporti Svimez (l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), ma Di Maio sbaglia a darne le dimensioni.
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