Ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, l’11 febbraio il deputato del M5S Alessandro Di Battista ha dichiarato (min. 26.38): “Abbiamo calcolato che investendo un miliardo di euro dei cittadini in fonti rinnovabili produciamo 17mila-18 mila posti di lavoro. Se quello stesso miliardo si investe in fonti fossili produce cinquecento posti di lavoro”.
Si tratta di un’affermazione corretta nella prima parte, ma sbagliata nella seconda.
Il precedente del M5S
I dati che riporta Di Battista non provengono dal programma energia redatto dal Movimento in vista delle prossime elezioni, ma erano già stati utilizzati in precedenza. Già all’epoca del referendum sulle trivelle, infatti, il M5S diffondeva questi numeri in un post sul blog del marzo 2016. Il link che si trova nel testo porta a una serie di atti parlamentari, e sembra avere rilievo in particolare il resoconto della seduta del 18 settembre 2014.
Qui è contenuta una “Indagine conoscitiva sulla green economy” presentata dal Movimento 5 Stelle, e allegata al resoconto, che contiene diversi numeri, ma non esplicitamente quello relativo ai “500 posti di lavoro” generati da un miliardo investito in energie fossili. Che, come vedremo, è smentito da autorevoli studi in materia.
I posti di lavoro generati da fonti rinnovabili e fossili: un confronto
Per operare un confronto con quanto affermato da Di Battista possiamo attingere a quanto scritto nel rapporto dell’UKERC (Uk Energy Research Center, un importante centro studi sulle energie rinnovabili britannico) del 2014, che si concentrava esattamente sul tema dei posti di lavoro che sono creati dagli investimenti nel mercato energetico, in particolare nel settore delle energie rinnovabili.
Il rapporto condensa, e rende fruibili al pubblico, una vasta gamma di studi scientifici condotti in materia, oltre a integrarli con approfondimenti originali.
Sulla questione di quanti posti di lavoro generino le varie fonti energetiche, il rapporto mette in guardia (pag. 33) sul fatto che i dati analizzati non sono sufficientemente robusti per supportare stime precise, e invita a utilizzare i numeri che dà con precauzione. Dopo questa premessa, si legge: “a prima vista i dati suggeriscono che, in termini economici, i combustibili fossi non generano più posti di lavoro delle energie sostenibili o rinnovabili: anzi il contrario”.
In particolare le rinnovabili generano (pag. 35), secondo la media degli studi presi in considerazione dal report dell’UKERC, circa 16 posti di lavoro per ogni milione di sterline investito. Le fonti fossili invece circa 6 posti di lavoro (7 il carbone, 5 il gas).
Per confrontare i risultati dello studio con quanto affermato da Di Battista dobbiamo fare il cambio euro-sterlina (nel 2014 era 1 sterlina a 1,3 euro circa) e moltiplicare per mille i posti di lavoro. Risulta così che investendo un miliardo di euro (circa 780 milioni di sterline) in energie rinnovabili si creano 12.300 posti di lavoro circa. Siamo abbastanza lontani da 17-18 mila posti di lavoro di cui parla l’onorevole pentastellato, ma siamo nello stesso ordine di grandezza.
Non altrettanto succede per il calcolo di Di Battista relativo alle fonti fossili. Elaborando il dato contenuto nel rapporto dell’UKERC risulta infatti che investendo un miliardo di euro in energie fossili si creino 4.600 posti di lavoro circa. Quasi dieci volte tanto quanto affermato da Di Battista, che forse voleva dire “cinquemila” invece di “cinquecento”.
Lo studio della Banca Mondiale
Possiamo fare un’ulteriore verifica su uno studio della Banca Mondiale del 2011 che, esaminando in una tabella la questione della creazione di posti di lavoro e fronte di determinati investimenti nel settore energetico negli Usa, quantifica:
- 5,2 posti per milione di dollari investito nel settore del petrolio e gas naturale
- 6,9 posti per milione di dollari investito nel settore del carbone
- 13,3 posti per milione di dollari investito nel settore dell’eolico
- 13,7 posti per milione di dollari investito nel settore del solare
Facendo il cambio con l’euro al 2011 (1,3 dollari a 1 euro circa), risulta che investendo un miliardo di euro si generano: 6.760 posti nel petrolio/gas; 9 mila posti circa nel carbone; 17.300 posti nell’eolico; 17.800 nel solare.
Siamo dunque vicini ai 17-18 mila posti per miliardo di euro investiti citati da Di Battista per quanto riguarda le fonti di energia rinnovabili, ma si conferma l’errore quanto ai “500” posti generati da un investimento di un miliardo nelle energie fossili. Secondo i dati della Banca Mondiale siamo più vicini gli 8 mila.
Conclusione
Di Battista esprime un concetto supportato da diversi studi scientifici, cioè che investire nelle energie rinnovabili produce più posti di lavoro che non investire nelle energie fossili. Tuttavia dà dei numeri parzialmente sbagliati.
La stima sui posti di lavoro generati da un investimento di un miliardo di euro nelle energie rinnovabili, citata da Di Battista, è sostanzialmente corretta (più o meno precisa, a seconda delle fonti). Sbagliata invece la stima relativa alle energie fossili.
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