Il 28 agosto a In Onda su La7 è andato in scena uno scambio di battute sul tema pensioni tra l’economista Emiliano Brancaccio e l’ex ministro del Lavoro del governo Monti, Elsa Fornero.
Brancaccio ha affermato (min. 11.30): “Noi abbiamo la più alta età di pensionamento al mondo, secondi solo a Grecia e Israele”.
Fornero ha risposto (min. 18.15): “Qual è l'età effettiva media di pensionamento oggi in Italia? Praticamente la più bassa in Europa. Meno di 63 anni”.
Hanno ragione entrambi. Brancaccio infatti parla dell’età a cui si può andare in pensione “normalmente” per legge, prendendo di mira gli innalzamenti di età che – sempre in base alla Legge Fornero, che ha legato l’età pensionabile all’aspettativa di vita – dovrebbero arrivare in futuro.
Fornero invece difende l’impianto teorico della sua riforma, facendo notare che l’età “effettiva” – cioè quella che risulta dalla media reale dell’età dei lavoratori che vanno in pensione – è ancora bassa rispetto al resto d’Europa.
Ovviamente le due età possono non coincidere, specie in Italia dove sono previsti diversi meccanismi per andare in pensione anticipatamente.
In particolare pesa la “pensione anticipata” (nata dall’abolizione della “pensione di anzianità” con la Riforma Fornero), che si differenzia dalla pensione “di vecchiaia” in quanto non è legata all’età anagrafica del lavoratore ma agli anni di contributi versati. In questo modo chi ha cominciato, ad esempio, a lavorare e a versare i contributi in giovane età andrà in pensione prima dei 66,7 anni previsti per la pensione di vecchiaia. L’età di pensionamento in base alla legge
L'età di pensionamento in base alla legge
Brancaccio ha ragione, in quanto in base alle statistiche dell’Ocse e della Ue (qui riassunte in un documento elaborato dal servizio previdenziale della Uil), risulta che l’Italia occupi la terza posizione dietro a Grecia e Israele.
Da noi infatti l’età pensionabile è di 66,7 anni per uomini e donne dipendenti nel settore pubblico, e per gli uomini dipendenti nel settore privato. Per le donne dipendenti nel settore privato invece si scende a 65,7 anni.
La Grecia occupa la prima posizione, con 67 anni, sia per gli uomini che per le donne. Israele ci sopravanza in quanto ad età pensionabile degli uomini (67), ma non delle donne (62).
La Germania (65,4 anni), la Francia (62), Il Regno Unito (65 per gli uomini e 62,4 per le donne), la Spagna (65,3), e tutti gli altri Paesi della Ue sono dietro all’Italia in questa classifica. Anche gli Usa (65) e altri Paesi extra Ue – ad esempio Canada (65) o Giappone (65) – sono dietro.
L'età di pensionamento effettiva
Tuttavia, come sostiene Fornero, per effetto dei vari meccanismi di prepensionamento previsti dall’ordinamento (oltre alla pensione anticipata si può citare anche il recente “Ape”) l’età di pensionamento “effettiva” – che è, nella definizione Ocse, la media dei dati reali degli ultimi 5 anni su quando i lavoratori sono andati in pensione - è significativamente più bassa.
Gli ultimi dati Ocse pubblici a cui abbiamo accesso – e qui scaricabili in formato Excel - riguardano il periodo 2009-2014, quindi è possibile che ci siano stati dei rialzi negli ultimi anni. Abbiamo scritto all’Ocse chiedendo i dati relativi al 2015 e siamo in attesa di risposta.
In base ad essi, nei cinque anni presi in considerazione l’età effettiva di pensionamento in Italia è stata di 61,4 anni per gli uomini e 61,1 per le donne. La Fornero sostiene “meno di 63” e si tratta con ogni probabilità di un aggiornamento dello stesso dato.
Quelle italiane sono età inferiori alla media OCSE (64,6 anni uomini e 63,2 donne) e più basse di quanto non siano in Sud Corea (72,9 uomini e 70,6 donne), in Giappone (69,3 uomini e 67,6 donne), negli Stati Uniti (65,9 uomini e 64,7 donne), e nella maggior parte dei Paesi Ue (Germania, Spagna, Regno Unito, Olanda, Svezia, Danimarca, Austria, Portogallo, Polonia...).
Sotto l’Italia, in questa classifica, troviamo per gli uomini solamente Slovacchia (61,1), Belgio (60) e Francia (59,4).
Per le donne, invece, sotto l’Italia si trovano undici Paesi Ue: Lussemburgo, Danimarca, Repubblica Ceca, Austria, Ungheria, Grecia, Francia, Polonia, Slovenia, Belgio e Slovacchia.
Dunque se Fornero ha ragione circa gli uomini, nel sostenere che l’Italia sia in fondo alla classifica europea, non è altrettanto vero per le donne.
Conclusioni
ia Brancaccio sia Fornero hanno comunque sostanzialmente ragione, considerato che parlano di due cose distinte: l’età pensionabile “normale” il primo, e l’età di pensionamento “effettiva” la seconda.
È possibile che i dati relativi al 2015 e 2016 abbiano portato a un avanzamento della posizione dell’Italia nella classifica Ocse, ma non sembra realistico ipotizzare che l’avanzamento in soli due anni sia tale da portare Roma ad occupare il podio a livello mondiale nell’età effettiva di pensionamento.